giovedì 1 settembre 2011

Raccolta differenziata e coitus interruptus


Cioè, non hai fatto in tempo ad abituarti all'idea e già ti dicono che devi fare retromarcia. Una specie di coitus interruptus, insomma.
L'idea, malsana e insalubre nonché puzzolente, è quella che all'improvviso alcuni mesi fa ha visto fiorire per le strade di Catania variopinti cassonetti per la raccolta differenziata (costati chissà quanto e sempre sporchi e maleodoranti) affiancati da un "collega" jolly di colore grigio, una specie di asso nella manica che può sempre fare comodo quando stai bluffando, destinato - come la Rai dell'èra berlusconiana - a contenere di tutta la munnizza e di più. Cassonetto, questo grigio, preferito dai catanesi, da quelli che "a mmia cchi mi nni futti" e da quelli che invece, pur avendo preferito la raccolta porta a porta che è l'unica cosa civile e quindi per Catania sarebbe un ossimoro, sarebbero anche disposti a dedicare parte della loro giornata a differenziare se non fosse che: a) l'operazione richiede tempi da pensionati; b) non ci crede nessuno (e a ragion veduta) che poi non venga preso tutto il contenuto dei gialli, dei bianchi, dei marron, dei verdi eccetera e depositato in un unico, schifosissimo e pericoloso pot-pourri chiamato discarica.
Se però sei stato così pollo da volerci credere nonostante tutto, un giorno arrivi con il tuo bravo sacchettino in prossimità di quel treno variopinto e puzzolente - che il comune ha disseminato al posto dei già pochi "stalli" per le auto o, peggio, a fare da barriera alle piazze cittadine già poco invitanti per lo strato di merde di cani e di piccioni di cui sono disseminate e che nessuno pulisce mai - e scopri che i cassonetti di colore marron, quelli per l'umido, sono sigillati da un foglio A4 su cui è scritto: "Questo cassonetto è momentaneamente chiuso per consentirci di organizzare al meglio la raccolta del rifiuto organico. Ci scusiamo con l'utenza". Così, secco. Altro che umido. E ora che me ne faccio? Che poi l'umido fra tutti i rifiuti è il peggiore: è quello che, se resta a casa, il gatto trascina la pattumiera per le stanze perché non gli è bastata metà del tuo mezzo pollo ma vuole pure le ossa ed è quello che dopo un quarto d'ora, soprattutto d'estate, comincia ad emanare un gradevole odore di sciroppo di cadavere e ad attirare tutte le formiche del globo terracqueo. Ma il foglietto A4 non ti spiega dove te lo puoi mettere il tuo sacchettino di rifiuti organici, né il motivo della sospensione del servizio né quando sarà ripristinato. Così come, del resto, prima che fosse avviata la cosiddetta raccolta differenziata, nessun opuscolo di quel settore Nettezza urbana che ci richiede una Tarsu degna di un riciclaggio di denaro sporco ci ha spiegato come andasse fatta e in quali orari, né ci ha fornito gli appositi sacchetti.
Poi, parlando con qualcuno che lavora proprio in quel settore, scopri che il comune ci aveva avvertiti (chissà a quale prezzo) con un avviso pubblicato sul quotidiano locale e, soprattutto, che il servizio sarebbe stato sospeso perché non hanno ancora deciso quale delle ditte aggiudicatarie dell'appalto dovrà occuparsi di svuotare i cassonetti marron. E allora ripeto la domanda: nel frattempo che loro decidono, noi dove ce lo mettiamo l'umido?

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