Dunque, cerchiamo di capire. Un pezzo del Pd siciliano – Lumia, Crocetta, quelli che hanno costruito la loro carriera politica sulla lotta alla mafia – vuole sostenere Lombardo (coinvolto in un’inchiesta di mafia, anche se per ora non lo arrestano) per fare le riforme; l’altro pezzo del Pd siciliano – Lupo e la sua maggioranza – si incontra con l’Udc di Totò Cuffaro (condannato per mafia) per fare le riforme; Rita Borsellino – europarlamentare del Pd – in questi giorni tace, mentre da una pagina Facebook i suoi seguaci proclamano né con Cuffaro né con Lombardo e dunque e perciò e pertanto e quindi invitano a iscriversi al Pd. Scusate, ma non riesco a cogliere il nesso di consequenzialità.
Quanto alle prime due tipologie di piddini, che evidentemente sconoscono il senso della vergogna, forse sarebbe il caso che la smettessero con questa ipocrisia e dicessero chiaramente di aspirare a rifare la Dc, con tutte le sue dieci correnti e il loro collante: corruzione, clientele e rapporti con la mafia. Anche perché, se continua così, il Pd alle prossime elezioni farà i conti con la legge sullo sbarramento al 5% fortemente voluta per far fuori i comunisti. E lì ci sarà da ridere: qualche volta dio c’è.
Quanto a coloro che hanno seguito le sirene dell’antimafia - kafkianamente metamorfizzatesi in scarafaggi stercorari - e quanto ai seguaci di Rita Borsellino, se è vero che hanno a cuore le sorti della Sicilia, farebbero bene a cambiare il loro slogan: né con il Pd né con il Pd.
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