giovedì 3 ottobre 2019

Pari stereotipità

Non ci volevo credere. Ho visto uno screenshot su Facebook e ho pensato che fosse una bufala, una provocazione, una burla, insomma Lercio e succedanei. 
Comune di Codogno, provincia di Lodi, amministrazione a trazione leghista. Ma mi sembrava troppo pure per loro. Sicuramente qualcuno si era divertito a costruire una notizia falsa per farci ridere o per farci indignare. E invece. Invece sono andata sul sito del comune e ho letto le “linee programmatiche” per il quinquennio 2016-2021, alla voce “Pari opportunità”: «Nell’obiettivo di perseguire la parità di genere» eccetera, fino a «iniziative di informazione e socializzazione nei luoghi particolarmente frequentati dalle donne». E già un po’ ti preoccupi: esclusi l’andrologo e il ginecologo, ci sono luoghi frequentati da uomini e luoghi frequentati da donne? Una specie di apartheid o di ballo di paese anni cinquanta? Niente paura, te lo spiegano loro, fra parentesi ma te lo spiegano: «supermercati, estetiste, parrucchiere». Se tanto mi dà tanto, i luoghi frequentati dagli uomini dovrebbero essere bordelli, barbieri (con tanto di calendari con foto di donnine nude), stadi di calcio. Per pari stereotipità.
E credete che sia finita qui? «Si proseguirà inoltre la collaborazione con le associazioni per quanto concerne l’organizzazione di cineforum e iniziative». Immagino, date le premesse, che i film in cartellone saranno commediole rosa con tanto di lacrime ed happy end (il matrimonio, presumo) e che le “iniziative” prevedano corsi di burraco e scala quaranta, oltre che ricette di cucina.
Sì, lo so quello che state pensando: che sono la solita rompicoglioni, che non è detto necessariamente che stessero pensando a queste cose, che vedo maschilismo anche dove non c’è, eccetera. Fidatevi, ho una certa età.
Anche perché, parlando di violenza e graniticamente certe che avvenga solo fuori dalle mura domestiche, subito dopo le linee guida ci guidano lungo i binari di una ferrovia annunciando l’intenzione di prendere contatto con associazioni di pendolari «per valutare le azioni da mettere in atto per tutelare le donne che utilizzano il treno». Tutelare. Capito? Minus habens. Tutelare.
Non vi basta? Vi racconto quello che segue e poi vediamo se avrete ancora il coraggio di dirmi che sono esagerata. Sempre in tema di violenza, ma proprio il rigo appresso, fra le azioni di prevenzione da intraprendere si parla di corsi di autodifesa e insieme di «corsi per riscoprire attività in disuso quali uncinetto e lavoro a maglia».
Quindi se uno mi aggredisce lo posso prendere a colpi di aghi di calza? Oppure il suggerimento, neanche troppo velato, è di rinchiudermi a casa a fare la maglia invece di andarmela a cercare fuori?
Ah, ho un amico che non sa come si avvita una lampadina: potreste, per piacere, inserire nelle linee guida anche corsi base di elettricità per uomini? Per pari stereotipità, s’intende.

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