Stamattina ho deciso di non “dare l’amicizia” su Facebook
a un tizio che me l’aveva chiesta perché avevo condiviso una sua vignetta
divertente sui risultati delle elezioni. Ho controllato le amicizie, ho
esaminato il suo diario e stavo per accettare la richiesta quando è apparsa
un’altra vignetta. Era divisa in due parti: nella prima si proponeva come
regalo a una moglie o compagna uno pneumatico, nella seconda la donna era a
terra, morta, il corpo attraversato dalle tracce dello stesso pneumatico. Non
mi sono divertita più.
Poche ore dopo, sempre su Facebook, qualcuno ha pubblicato
un articolo su un souvenir venduto in un’edicola di Firenze: una borsa, anche
in questo caso con una vignetta in due tempi, marito e moglie che litigano, lei
urla contro di lui, sotto la vignetta la scritta “problem”, e poi lui che la
spinge e se ne sbarazza con la scritta “solved”, problema risolto. E, ancora
più giù, un orgoglioso “made in Italy”: Italy, il Paese civilizzato dove l’anno
scorso centosedici donne sono morte di femminicidio. Non mi sono divertita
affatto. Troppe ne ho lette, sentite e scritte per accettare che su un
argomento simile si faccia ironia. Perché non è ironia: è stampa e propaganda
di una corrente di pensiero patriarcale secondo cui le donne sono un problema
che va eliminato alla radice, come i peli superflui. Che però ricrescono. Per
fortuna anche qualcun altro non si è divertito davanti a quella borsa, ha
sporto denuncia e l’edicolante è stato multato e obbligato a togliere
quell’oscuro oggetto del desiderio di tanti uomini.
Non basta, ma è già qualcosa.
Non basta, perché fra i due episodi della giornata ce n’è
stato un altro e non c’è niente da ridere: una ragazza di 28 anni di Biella
uccisa a coltellate in Sardegna mentre era in vacanza con il fidanzato. Troppo
presto per incolpare lui, ma pensarlo è inevitabile (e infatti gli inquirenti
non lo escludono) dato il numero impressionante di donne uccise ogni anno per
mano di mariti, compagni, fidanzati con i quali – dicono ogni volta i
conoscenti distratti o codardi – andavano d’amore e d’accordo. Se non è stata
lei ad essere uccisa dal fidanzato, lo è stata quella del giorno prima, e
quella di due giorni fa, e quella del giorno prima ancora.
E spesso sono le vignette, le battute, i cosiddetti motti
di spirito a legittimare certi comportamenti. No, mi dispiace: nessuno avrà la
mia amicizia, nemmeno virtuale, finché sulla sua bacheca (e nella sua testa) ci
sarà quel genere di pensiero, quell’odio di genere. E non mi si venga a dire
che non so stare agli scherzi.
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