Io
non ci capisco molto, lo ammetto - variazione congiunturale del pil,
inflazione, deflazione -, però su alcune cose, anche se ce le dicono in
burocratese, ci arrivo.
Per
esempio, se ci dicono, come ci ha detto oggi l'Inps, che "Il flusso di
trasformazioni a tempo indeterminato è in forte contrazione (-50%)" e che
i flussi di rapporti di lavoro nei primi due mesi del 2016 "risentono
dell'effetto anticipo legato al fatto che dicembre 2015 era l'ultimo mese per
usufruire dell'esonero contributivo triennale", mi è assolutamente chiaro
per quanto ci vorrebbe un google translate dall'aramaico: significa che Renzi
sulla storia dei nuovi posti di lavoro ci ha presi per il culo e che, come
previsto, i padroni hanno trasformato i contratti a tempo determinato in
contratti a tempo indeterminato soltanto finché potevano scaricare dalle tasse
i "nuovi" lavoratori (che poi scaricheranno senza alcuna
giustificazione grazie all'abolizione dell'articolo 18).
E
già questo diciamo molto eufemisticamente che mi disturba. Se poi ci dicono che
oltre un milione e trecentomila minori sono in condizioni di "grave
deprivazione", senza eufemismi: mi girano. Per farvi un'idea: prendete
Milano, svuotatela di tutti i suoi abitanti - poveri, semipoveri, benestanti,
ricchi e ricchissimi - e riempitela di un milione e trecentomila bambini
poverissimi. Sono andata a leggermi in un sito di statistiche gli indicatori
dello stato di "grave deprivazione" di una famiglia e devono essere
almeno quattro di questi nove:
1. non poter
riscaldare adeguatamente l’abitazione;
2. non poter
sostenere una spesa imprevista (il cui importo, in un dato anno, è pari a 1/12
del valore della soglia di povertà rilevata nei due anni precedenti);
3. non
potersi permettere un pasto proteico (carne, pesce o equivalente vegetariano)
almeno una volta ogni due giorni;
4. non
potersi permettere una settimana di ferie all’anno lontano da casa;
5. non
potersi permettere un televisore a colori;
6. non
potersi permettere una lavatrice;
7. non
potersi permettere un’automobile;
8. non
potersi permettere un telefono;
9. essere in
arretrato nel pagamento di bollette, affitto, mutuo o altro tipo di prestito.
Ora,
anche a voler considerare beni superflui l'automobile e il telefono e
addirittura nocivo il televisore a colori, e dunque ad escluderli dalla lista,
resta pur sempre una Milano di bambini denutriti, morti di freddo, verosimilmente
al buio e sfrattati, realisticamente malati, i cui genitori non possono nemmeno
accompagnarli in ospedale perché non hanno l'auto o chiamare un'ambulanza
perché non hanno il telefono. In quel freddo elenco le altre cose - quelle che
rendono la vita degna di essere vissuta - non ci sono, ma questo vuol dire comunque
che in Italia, nella sedicente civilissima Italia, nello sborone paese
occidentale "ad economia avanzata", ci sono bambini che non hanno
libri e non hanno giocattoli, che non vanno al cinema a vedere i cartoni e
nemmeno al mare a prendere un po' d'aria buona. E già questo dovrebbe bastare a
un presidente del consiglio (a uno che abbia un minimo di dignità) per
lanciarsi da solo dalla rupe Tarpea con l'accusa di tradimento della
bambinitudine. Il peggiore nella scala dei tradimenti.
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