martedì 1 marzo 2016

Innamorarsi veramente


Si parlava di Spotlight e di preti pedofili stamattina nella trasmissione di Radio Capital "Il geco e la farfalla", condotta da Benny e Vladimir Luxuria. Telefonate in diretta, ex bambini che raccontano di abusi, di silenzi, di incredulità, di qualcosa che somiglia molto all'omertà. Chi ricostruiva ricordi, frasi smezzate e raccomandazioni dei genitori, sensazioni strane, parole al tempo incomprensibili che solo adesso riescono a prendere consistenza. Alcuni hanno razionalizzato, altri inevitabilmente sono ancora un groviglio di emozioni.
Per ultima arriva la telefonata di Alice e lo capisci subito, dal tono della voce, una voce bastonata, che non sarà una telefonata facile. Alice esita, lascia passare un tempo infinito fra una parola e l'altra, ripete la parola già pronunciata per trovare il coraggio di attaccarci quella che segue, allunga le vocali per arrivare il più tardi possibile alla conclusione: È... è successo che facevo catechismo; e e e, e dopo, e dopo mi chiamava, e mi toccava il seno, e mi baciava sulla bocca.
Alice racconta che è una storia che si porta dentro anche adesso che è una donna, dice che anche passare davanti ad una chiesa o vedere un prete le provoca "rabbia, rifiuto", ricorda che all'inizio in famiglia non le avevano creduto, ma poi avevano capito che qualcosa non andava perché lei al catechismo non ci voleva andare più, e che sapeva anche di altri bambini ai quali era successo.
Luxuria le chiede se si è sposata e lei ripete ancora le parole - no, non mi sono sposata -; poi arriva la conclusione come uno schiaffo ghiacciato: "Non sono riuscita ad innamorarmi veramente".
Ti senti attorcigliare le budella. E ai conduttori mancano le parole. In radio quando ti mancano le parole è come se ti avessero tolto all'improvviso la bombola dell'ossigeno. Annaspano. La trasmissione finisce, il senso di disagio no. La rabbia nemmeno, perché questo sacco di merda con il suo sorrisino ipocrita ha rubato prima a quella bambina e poi per sempre a questa donna la possibilità di provare il sentimento più bello (che a volte fa un male cane, ma è l'unico che fa sentire vivi) e perché il sacco di merda al massimo, per "punizione", sarà stato trasferito altrove: a rubare ad altri bambini la capacità di innamorarsi "veramente".

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