Alcuni decenni
fa, traducendo dall'inglese corposi volumi scientifici per una tesi di laurea,
cercavo sul vocabolario persino le parole di cui ero assolutamente certa,
leggendo la "voce" fino alla fine, per avere conferma che il termine
a cui avevo pensato rendesse effettivamente la nuance di significato. Eppure io
non ero una traduttrice professionista, quello non era un testo da dare alle
stampe e sono certa che il laureando non mi avrebbe fatto causa per un vocabolo
non preciso: anche perché era mio marito e sapeva che gli stavo facendo un
favore. Ma io sono fatta così: geneticamente rompicoglioni, con me stessa prima
che con gli altri. Dunque, m'incazzo: con me stessa quando faccio una cazzata,
ma anche con gli altri. Soprattutto se ho la sensazione di essere stata presa
per il culo.
E infatti da un paio di giorni sono incazzata. Perché
ho buttato tre euro e diciassette centesimi per comprare la traduzione farlocca
di un saggio sui metodi usati dai venditori, di merci come di candidati alle
elezioni, per convincerci a comprare qualunque merdata. Testo che fa
riferimento agli anni Cinquanta ("Persuasori occulti" di Vince
Packard) ma ancora attuale, tradotto da un tal Aldo Vincent e pubblicato in
ebook, forse - deduco leggendo la sua biografia soltanto dopo aver accolto la
sòla nel mio kindle - per vendicarsi di tutti quelli da cui lamenta di non
essere stato pagato e soprattutto per fare soldi gratis.
Riporto una delle tanti frasi farneticanti e
sgrammaticate, che sembrano scritte da un astemio dopo essersi scolato
un'intera bottiglia di cognac: "Quando l'azienda è andato a portare questa
altra bottiglia in prova sui mercati, è stata schiacciante la respinta a favore
della vecchia bottiglia, anche da parte di persone che avevano favorito il
cambio in interviste". Sembra una traduzione fatta da un bambino che sta
appena cominciando a studiare l'inglese e a cui viene dato in mano un
vocabolario dicendogli di cercare il significato delle parole una per una. E
non è nemmeno una delle peggiori: c'è anche il caso di "looking for"
tradotto con "cercare per", che almeno ha il merito di evocare
l'immagine di una
delle posizioni più contorte del kamasutra, un intreccio di quelli che
scatenano la fantasia o, a scelta, i ricordi.
Da perdente
quale sono, vorrei dire un paio di parole al signor Vincent, vincente in quanto
furbastro: può accadere che uno non sia molto preparato in una materia, che
abbia difficoltà ad apprendere o a memorizzare, che per quanti sforzi faccia
alcune cose non riesca proprio a capirle; quello che non può accadere è la
disonestà. Nella vita bisogna essere onesti. Sarebbe bastato che tu dicessi: "Mastico
poco l'inglese, però a naso ho capito che questo testo dicesse cose
interessanti e allora ho pensato di metterlo a disposizione di tutti traducendolo
sommariamente e alla meno peggio con l'aiuto di Google translate perché penso
che possa servire alla collettività. Però, siccome so di non avere fatto un
testo letterario, non vi chiedo neanche un centesimo". Perché, altrimenti,
è truffa e forse persino esercizio abusivo della professione di traduttore. Oppure
è che hai assimilato benissimo i dettami del saggio di Packard e quella che non
ha capito un cazzo della vita sono io.
P.S.: Sì, lo so, non c'è bisogno di infierire: la
seconda che ho detto.
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