domenica 22 luglio 2012

Quante volte, padre?

Quante volte, padre? No, dico, quante volte avrebbe potuto andarci a puttane con diecimila euro? E dal vivo per di più. Sì’, alla fine deve essersi fatto due conti pure lui, il prete catanese ripreso da un’amica feisbucchiana mentre si trastullavano in chat e poi ricattato con la minaccia di mettere in rete il filmino; il prete che partì per fottere e finì fottuto: diecimila euro per qualche scopata virtuale effettivamente erano un po’ troppi. E così il prete redento fece mea culpa, ammise di essere caduto in tentazione, affermò di essere stato (porastella!) irretito e di essere caduto in trappola (ma scusi, signor prete, lei – nel senso di ella, don qualcosa - dov’era mentre si faceva le pippe guardando i lati più profondi della signora? o non li guardava e andava a memoria, essendo diventato cieco già quando queste cose le faceva davanti alla foto di carta di qualche madonna terrena?) e alla fine andò alla polizia postale a denunciare la sua ex amica che lo ricattava minacciandolo di mettere il filmato in rete. Confesso che ho provato un brivido lungo la schiena, un sottile piacere anticlericale, nel sentire la storia di questo coglione che – magari preoccupato che andando a puttane vere qualche suo concittadino potesse vederlo – ha rischiato di essere visto da tutto il mondo. Mi permetta, don qualcosa, ma voglio prendermi questa sua gran figura di merda – pur sapendo che lei è vittima e dipendente vessato di quella Società per (male)azioni che pretende di incatenare la natura (e per fortuna lei non si è sfogato sui ragazzini) – come una sorta di rivincita verso questa congrega di ipocriti e corrotti che si arrogano il diritto di dare lezioni di morale agli altri. Qualcuno mi dovrebbe spiegare con quale autorità etica il giardino in cui si coltivano i pedofili accusa il sindaco di Milano di voler tutelare la poligamia soltanto perché ha istituito il registro delle unioni civili. Perché – udite, udite – la curia di Milano è preoccupata che “l'uomo poligamo immigrato a Milano, di fatti, potrebbe richiedere il riconoscimento della propria convivenza con tutte le sue mogli come unione civile”. Secondo me, sono preoccupati per Casini (in quanto prototipo di democristiano poligamo): e se poi tutte le sue mogli gli chiedono di essere registrate? Allora, permettete un suggerimento: voi della curia di Milano e di tutta la SpA, raccoglietevi in meditazione, preferibilmente in eremitaggio il più lontano possibile, provate un po’ di vergogna e non fatevi vedere in giro per qualche tempo. Diciamo per i prossimi duemila anni. Quanto a lei, don qualcosa, non li ascolti. E si faccia una scopata come cristo comanda.

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