In Europa i salari delle donne sono il 17% in meno rispetto a quelli degli uomini, in Italia la disoccupazione femminile è a livelli raccapriccianti (in fondo alla classifica, appena prima di Malta), dopo il primo figlio sono tantissime quelle che perdono il lavoro e dopo il secondo tante di più quelle che tornano a casa definitivamente.
Però il ministro del Welfare, Maurizio Sacconi, in occasione della giornata internazionale della donna (di cui si sono impossessati il mercato e i maschi fascisti, chiamandola “festa”), sostiene che le donne sono penalizzate dalla crisi meno degli uomini. Il ministro non è sfiorato dal dubbio che forse questo dipende dal fatto che i padroni bastardi al momento di assumere – se proprio devono farlo - preferiscono assumere una donna perché costa meno e al momento di licenziare – entusiasti di farlo - preferiscono licenziare un uomo perché costa di più. E soprattutto non è sfiorato dal dubbio che sono meno penalizzate – come dice lui – perché non hanno proprio niente da perdere, dal momento che già il lavoro lo hanno perduto (assunte a tre mesi, sottopagate, non assunte affatto e sfruttate in nero se sono in età fertile, assunte facendo firmare loro contestualmente la lettera di dimissioni da tirare fuori appena restano incinte…) oppure che non lo hanno mai avuto.
Intanto da qualche giorno c’è un bastardo, fascista e negazionista, che su Facebook va sostenendo la falsità della storia dell’incendio dell’8 marzo 1908 in una fabbrica americana in cui morì oltre un centinaio di operaie tessili: il pazzo sostiene che il rogo è una bufala inventata dai comunisti. E dunque, dopo avere negato lo sterminio degli ebrei - così come dopo averci ripetuto per decenni che se una donna viene stuprata è perché indossava una minigonna -, adesso si arriva a negare pure l’assassinio di quelle operaie per mano del loro padrone.
Ormai il gioco è chiaro ed è quello di Berlusconi e dei comunisti, responsabili di tutto: di mangiare i bambini, di farli bolliti, di travestirsi da giudici e volerlo processare, di inventarsi una crisi che non esiste ed è soltanto psicologica….basta lanciarla lì la “notizia”, un petardo fra i piedi dei passanti/polli che ci cascheranno con tutte le scarpe.
E da oggi (e oggi, 8 marzo) ci toccherà sentire pure: tanti auguri (ma de che?), beata te che non senti gli effetti della crisi!
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