lunedì 4 maggio 2020

La disertora

Monsieur le Président
Je vous fais une lettre
Que vous lirez peut-être
Si vous avez le temps
Je viens de recevoir
Votre DPCM
Pour revenir au monde
Tu mi dici, Monsieur le Président, che posso vedere i parenti, i congiunti, compresi i cugini di cui non me ne fotte una mazza e i parenti dell’America con cui abbiamo litigato cinquant’anni fa per ragioni di eredità perché sempre parenti sono, e compreso mio padre se fosse vivo anche se era uno stronzo, la fidanzata o il fidanzato che negli ultimi tempi ti stava sul culo e improvvisamente sono diventati affetti stabili, il capo e i colleghi di lavoro se sto tornando al lavoro (ça va sans dire), ma hai dimenticato un piccolo particolare: les amis et les amies, Monsieur le Président.
Vedi, Monsieur le Président, io finora sono stata zitta, perché penso che in linea di massima stai agendo non benissimo perché sarebbe impossibile, in una situazione simile, ma al meglio, e quindi anche se su alcune cose posso non essere d’accordo, me le faccio andare bene per il bene di tutti.
Ma les amis et les amies no, questa non te la faccio passare. Mica tutti, eh, non quelli feisbucchiani di cui a volte non so nemmeno che faccia abbiano, ma les vrais amis et les vraies amies, che sono quelli e quelle di cui si ha maggiormente bisogno nei momenti di difficoltà: quelli e quelle con cui puoi metterti a piangere e loro non pensano «che palle!», quelli e quelle con cui puoi ridere per cazzate come se aveste ancora dodici anni, quelli e quelle con cui pensi all’unisono e dici la stessa frase con le stesse identiche parole nello stesso identico istante come Qui-Quo-Qua, quelli e quelle che quando ti vedono arrivare con un pullover scuro da cui sbocciano peli bianchi e rossi ne acchiappano uno e ti dicono «hai un gatto, per caso?». Come se non lo sapessero. E come se loro stessi/e non avessero un gatto quasi gemello che dissemina peli dappertutto.
Ecco, Monsieur le Président, quegli amici e quelle amiche lì. Quegli amici e quelle amiche lì che sono amichetta del cuore a prescindere dal genere, che sono fratello e sorella insieme, con cui litigare e mandarsi sonoramente a fare in culo e non parlarsi per settimane ma che ti stanno conficcati/e nel cuore, che sono famiglia e sono soprattutto la famiglia che ti sei scelta, che sono i veri affetti stabili, che sono quei pilastri a cui appoggiarti per farti andare bene anche le cose che in altri momenti non accetteresti e per i quali tu sei il pilastro a cui appoggiarsi per farsi andare bene anche le cose che in altri momenti non accetterebbero.
E francamente non ci credo che tu non sappia di cosa sto parlando, perché sono certa che anche tu hai quel tipo di affetti stabili, altrimenti non potresti sopportare, in questo momento di estrema difficoltà, il disgustoso sciacallaggio di gente come i due Mattei e loro ramificazioni.
No, Monsieur le Président, questa non me la dovevi fare. Proprio perché sono certa che anche tu hai un amico o un’amica a cui confidare anche i momenti di debolezza e lo stress di una situazione come questa e quindi lo sai cosa vuol dire privarmi della mia amichetta del cuore.
E dunque, Monsieur le Président, 
Ma décision est prise
Je m'en vais déserter

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