mercoledì 13 giugno 2012

Tre regali per Cassano

Caro Cassano, voglio farti un regalo. Anzi, tre. Leggi queste tre poesie o frammenti (o fattele leggere da qualcuno che sia andato oltre la quinta elementare) e appena hai finito ne parliamo. "Simile in tutto agli dèi mi appare l'uomo che ti siede dinanzi e ti ascolta così da vicino, mentre parli con lieve sussurro e ridi amabile: questa visione mi sconvolge il cuore in petto. Basta che ti getti uno sguardo e mi si spezza la voce, la lingua s'inceppa, subito un fuoco sottile corre sotto la pelle, gli occhi non vedono più, le orecchie rombano, un freddo sudore mi scorre, un tremore tutta mi afferra, sono più verde dell'erba, e poco manca che muoia..." "Avrei davvero voluto morire quando lei mi lasciò in affannoso pianto tra molte cose dicendomi ancora: "Come soffriamo atrocemente, Saffo, io ti lascio contro il mio volere." Ed io a lei rispondevo: "Va' serena e di me serba il ricordo. Sai quanto ti ho amata. Se mai tu lo dimenticassi, sempre io ricorderò i bei momenti che vivemmo. Quando di corone di viole e di rose e di croco, accanto a me ti cingevi il capo gentile, e mettevi intorno al collo ghirlande intrecciate di fiori. E cosparsa di essenze profumate sul morbido letto ti saziavi, né mai vi furono danze nei sacri boschi a cui fossimo assenti..." "Che cosa brama ancora il tuo folle cuore? Chi devo, Saffo, ancora persuadere a darti ricompensa nell'amore? Chi ti fa soffrire? Se adesso fugge, poi ti cercherà; se sdegna i tuoi doni, presto ne farà; se non ti ama, presto ti amerà, anche se non vuole..." Eccomi. Allora. Sai chi le ha scritte queste poesie che hanno fatto innamorare perdutamente (o espresso ciò che sentivamo ma non sapevamo dire) le donne come me che ancora si ostinano ad amare gli uomini, gli uomini che non odiano le donne, le donne delle donne e gli uomini degli uomini? No, che non lo sai, tu sai solo dare calci a un pallone e non ti do della capra solo perché almeno la capra caca e concima. Questi versi li ha scritti (nel VII secolo avanti Cristo) Saffo, che non era un maschio anche se finisce per "o". Saffo era una poetessa greca originaria dell'isola di Lesbo, praticamente il "prototipo" letterario della lesbica, ma tu non hai potuto goderne perché sei un asino (con tutto il rispetto per l'asino, che è un animale sensibile) e tutti i tuoi soldi non basteranno a comprare intelligenza e cultura. Saffo era lesbica, ma non per questo non poteva esprimere il sentimento dell'amore e tutte quelle sensazioni e quei brividi lungo la schiena che, per paradosso, ti fanno sentire vicino alla morte eppure più che mai vivo. E non penso che nessuno ventotto secoli fa si sia mai sognato di pensare che lei non potesse scrivere perché lesbica. Invece tu che sei "normale", ma innaturalmente bestia, pensi che un tuo compagno di partita non possa segnare un goal perché omosessuale. Sai, un calcio a una palla - con un po' di allenamento, molta coca, molti anabolizzanti e fiumi di soldi e scommesse illegali - lo sanno tirare tutti, anche un omosessuale e persino un cretino come te. E' pensare che non tutti sono in grado di fare.

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