venerdì 13 aprile 2012

Tutta colpa di Giove pluvio






Sì, lo so: il clima è cambiato; le piogge a metà aprile che fanno diventare pazzo chiunque abbia vissuto almeno quarant'anni sono destinate a diventare norma, la terra andrà incontro ad alternanze di alluvioni e siccità, e il buco nell'ozono non si potrà tappare mai più nemmeno se ciascuno di noi ci mette una pezza.
Il problema però è che a Catania è capitata un'altra calamità naturale, di nome Raffaele Stancanelli, grazie alla quale ogni pioggia diventa una tragedia e un'impresa degna di Garibaldi. Prendete un tragitto medio, una decina di minuti a piedi diciamo: pozzanghere sui marciapiedi, torrenti ai lati delle strade, allagamenti.
E non è che il sindaco ci può venire a raccontare che la colpa è del destino cinico e baro o di Giove pluvio che dovrebbe fulminarlo (non una cosa violenta: solo una scossetta elettrica, giusto per vedere se il cervello riparte): la colpa, senatore, è soltanto sua, della sua giunta e dei suoi collaboratori e dei suoi consulenti. Perché, vede, le spiego una cosa semplice semplice che può capire anche lei: i tombini, se sono completamente otturati, non fanno defluire l'acqua con la conseguenza che le strade si allagano (e l'asfalto, soprattutto se mischiato con la merda, si affossa e i sanpietrini saltano). E magari se fra i tanti consulenti inutili pagati a peso d'oro avesse "scritturato" anche un tombinologo forse non avrebbe buttato i nostri soldi.
Poi, certo, al disagio per i guasti creati da un sindaco che è riuscito nella difficilissima impresa di fare peggio del mariuolo di prima, perché la pietanza sia veramente gustosa bisognerà aggiungere alcune spezie. E a quello pensano i catanesi (oi barbaroi, dei quali credo di sapere per chi hanno votato), burloni che accelerano apposta per farti la doccia o - poveretti - tutti con gravi disabilità motorie tanto da aver bisogno di posteggiare sul marciapiede per fare meno strada possibile e bagnarsi il meno possibile (che i pedoni e i disabili veri non possano passare perché ci sono le loro auto di merda ad occupare il marciapiede, è ininfluente).
Ma oggi Catania ha superato se stessa, grazie al "combinato disposto" di "oi barbaroi" e di vigili urbani distratti. Verso le 9,30 ho notato - anche perché mi impediva il passaggio - una macchina posteggiata completamente sul marciapiede sotto i portici di via Santa Maddalena, che lì dov'era fra l'altro c'era arrivata attraverso lo scivolo per i disabili. Ho cominciato inutilmente a cercare un vigile per segnalare la cosa: e che volevate, che uscissero con questo tempo a rischio di beccarsi un raffreddore? Niente vigile, dunque. Vado, sbrigo le mie cose, torno e - miraggio - poco distante da quell'auto ormai stanziale vedo l'agognato pizzardone: "Scusi, è normale quella macchina messa lì?". Risposta con aria svagata: "Ah, non l'avevo vista". E s'incammina verso la vettura. Mi allontano, torno indietro di qualche passo, tiro fuori la macchina fotografica, scatto e me ne rivado. E in lontananza sento un urlo: "Signora, ci devo cambiare l'olio".
Ah, sì? E se ce lo cambi sulla strada ti bagni i piedini? E poi, scusa, l'olio lo devi cambiare pure a quegli altari che imbandisci ciclicamente per vendere pupazzetti, cuoricini, cadaveri di mimose, rose matrigne e minchiate varie per le varie feste del cazzo?
Ho preferito andarmene, per non svelare la mia natura di maschio catanese "sciarrino".

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