mercoledì 25 aprile 2012
Il "faro" della democrazia, dove si arrestano i bambini
Un popolo di guerrafondai, un Paese dove vige la pena di morte, una legislazione punitiva.... chissà quale nazione afflitta da regime autoritario, vero? Magari di quelle dove bisogna "esportare la democrazia", no?
E invece no: quella che tutti ritengono la civilissima America, il faro della democrazia, gli Stati uniti di cui tutti si riempiono la bocca quando devono parlare di tecnologia. Sapete che c'è? C'è che gli americani sono scemi. Nel migliore dei casi.
Come lo vorremmo chiamare altrimenti un Paese dove i bambini si schiaffano in prigione come pericolosi criminali? E' successo di nuovo, a Shelbyville, una cittadina dello stato dell'Indiana: un bimbo di sei anni (sei anni!) arrestato con l'accusa di avere aggredito a morsi e calci il preside della sua scuola.
La stessa età ha la bambina ammanettata e portata via dagli agenti meno di dieci giorni fa a Milledgeville, in Georgia, dopo che - in preda a una specie di attacco isterico - aveva colpito il preside e danneggiato alcune suppellettili della scuola.
Ammanettata! In un Paese civile ci si porrebbe il problema di capire di chi è la responsabilità se un bambino dà di matto e diventa un energumeno come Hulk. E non è che ci sono tante possibilità di scelta: o è la scuola o sono i genitori. O tutti e due insieme, oltre a un intero sistema che esalta la violenza: una specie di miscela esplosiva.
E loro, invece di autoarrestarsi da soli o, almeno, di dichiarare il loro totale fallimento come educatori, li ammanettano.
Come se non bastasse imprigionarli in corpi deformi e restringere, rinchiudere ingabbiare (fino a impedire qualunque possibilità di funzionamento) i loro cervelli nel lardo McDonald.
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