mercoledì 25 aprile 2012

Forniconi

Ve lo ricordate Berlusconi quando diceva che sarebbe rimasto fino a fine legislatura e che i poteri forti ce l'avevano con lui? Hic manebimus optime. Evidentemente dev'essere una specie di marchio di fabbrica, perché ora lo stesso mantra lo ripete Roberto Formigoni, il governatore della Lombardia finito nella merda per i suoi rapporti con il traffichino Piero Daccò, arrestato per i fondi neri del San Raffaele. E naturalmente Roberto Formigoni - come il capo del suo partito - non manca di prendersela con i giornalisti, sostenendo che non dovrebbero fare domande e addirittura strappando di mano il microfono a una cronista che si ostinava a farle. Ma la cosa più divertente è che l'uomo di Comunione e Liberazione, una delle più potenti congreghe cattoliche e fra i gruppi di pressione più influenti in ambito politico, si appunta su questa storia dei poteri forti che vorrebbero farlo fuori. Più forti di Cl? Anzi, fa di più, profondendosi in una performance da teatro dell'assurdo, come un funambolo che balli il tip tap su un piede solo: "interessi materiali ed economico-finanziari che vogliono che nell'Italietta non ci siano più impedimenti di tipo democratico". E chi sarebbe questa paratia, questo scudo (crociato) umano alla corruzione? Magari ora ci viene a raccontare - il figlio di un fascista con le mani sporche del sangue di quattro partigiani - di essere anche il tutore dei valori del'antifascismo. Non contento, ribadisce il concetto: "La mia vita è specchiata". Scusi, Formigoni, è sicuro di quello che dice? No, perché se fosse specchiata, lei guardandosi vomiterebbe da solo davanti al colore pesca digerita delle sue giacche. A meno che non sia daltonico. E quindi: "fango mediatico che spero cessi". Cessi? Spero cessi? Credo cesso. Comunque, alla fine di tutta una discussione in similberlusconi prende la ceralacca e appone il sigillo (papale): "Non intendo cedere alla deriva scandalistica e gossippara dei giornali". Dopo di che ti vai a fare una ricerchina su Internet e trovi un'intervista a Vanity fair, settimanale gossipparo per definizione, che il cattolicissimo Formigoni scambia per un confessionale ammettendo: sono un peccatore. La discussione verteva su voto di castità e minchiate simili che contrasterebbe con quello che afferma - anche qui perfettamente "in linea" con il vecchio maniaco - sul suo amore per le donne. E come si concilia il fatto che gli piacciono le donne con il voto di castità? Semplice, è come la storia della bestemmia contestualizzata: "L’impegno a osservare il voto c’è. Dopodiché siamo nel mondo". Vuoi mettere che dieci donne attratte come api da una delle sue cravatte in fiore gli si avventano addosso e, mentre una lo tiene, le altre gli aprono la patta? Che volete che faccia il povero Forniconi?

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