tag:blogger.com,1999:blog-734830418016280862024-03-05T00:24:54.433-08:00patrizia maltesepatrizia maltesehttp://www.blogger.com/profile/04822777739370533228noreply@blogger.comBlogger762125tag:blogger.com,1999:blog-73483041801628086.post-5577641286573340192021-08-01T10:09:00.002-07:002021-08-01T10:09:43.474-07:00Libero?<p><span style="font-family: "Times New Roman", serif; font-size: 14pt; line-height: 22.399999618530273px;">Sono due settimane che ci penso (che </span><span style="font-family: "Times New Roman", serif; font-size: 14pt; font-style: italic; line-height: 22.399999618530273px;">ti </span><span style="font-family: "Times New Roman", serif; font-size: 14pt; line-height: 22.399999618530273px;">penso). Tutti i giorni. Un po’ ce l’ho con te, perché mi sono sentita tradita. Tu per me incarnavi Giancarlo Siani, quello che sfidava la camorra. E uno che sfida la camorra muore ammazzato dalla camorra, non da una dose di eroina pagata alla camorra o a qualunque altra organizzazione mafiosa. Non me lo spiego, non mi do pace, non trovo una ragione. Secondo i canoni della nostra cosiddetta civiltà, non ti mancava niente: facevi un lavoro bellissimo, eri uno dei più bravi, non avevi (immagino) problemi economici, avevi persino degli ideali – privilegio raro ormai –, avevi una compagna e due cuccioli cucciolissimi, che vuol dire aggiungere vita alla vita. Due cuccioli cucciolissimi sono un’ipoteca: non te ne puoi andare fin quando il mutuo non sarà estinto. Dura almeno una quarantina d’anni, fidati. E avevi anche tu uno sguardo da cucciolo, che mi faceva guardare a te con tenerezza. Quella tenerezza con cui si guarda una figlia o un figlio, anche quando sono diventati grandi. Hai (avevi?) quasi la stessa età di mia nipote e pochi anni in più di mio figlio ed è forse per questo che non mi do pace, perché questo ci interroga come genitori: quanto stanno male le nostre figlie e i nostri figli grandi con sguardi bambini senza che ce ne accorgiamo? Quanto stavi male, compagno Libero, soggiogato dalle tue paure?</span></p><p class="MsoNormal" style="font-family: Calibri, sans-serif; font-size: 10pt; font-style: italic; line-height: 16px; margin: 0cm 0cm 10pt;"><span style="font-family: "Times New Roman", serif; font-size: 14pt; font-style: normal; line-height: 22.399999618530273px;"><o:p></o:p></span></p>patrizia maltesehttp://www.blogger.com/profile/04822777739370533228noreply@blogger.com1tag:blogger.com,1999:blog-73483041801628086.post-41766634283079876312020-12-29T06:02:00.001-08:002020-12-29T06:02:36.111-08:00Lui, solo<p> <span style="font-family: "Times New Roman", serif; font-size: 14pt;">«Voglio che lui senta qualcosa».</span></p><p class="MsoNormalCxSpMiddle"><span style="font-family: "Times New Roman", serif; font-size: 14pt; line-height: 22.399999618530273px;">Dice così Andrea. Dice che ogni giorno sale sul palco e si mette a parlare a voce alta oppure a cantare, malgrado sia stonato, perché vuole «che lui senta qualcosa». Come si fa con l’amico o il parente più caro, ricoverato in coma in un reparto di terapia intensiva, quando gli parli e gli parli e gli parli perché ti hanno detto che la tua voce e i ricordi possono rianimarlo e tu ci credi, ci vuoi credere, e non te ne importa di passare le ore a parlare da solo come un pazzo se c’è anche una sola, debolissima speranza che lui possa ritornare a vivere.<o:p></o:p></span></p><p class="MsoNormalCxSpMiddle"><span style="font-family: "Times New Roman", serif; font-size: 14pt; line-height: 22.399999618530273px;">Anche Alberto ci va ogni giorno, lo accarezza, lo saluta, un po’ sta in silenzio a guardarlo, un po’ gli parla, accende una luce per provare a rianimarlo, per le feste comandate mette gli addobbi come se fosse casa, porta i suoi bambini a trovarlo, come se fosse nonno.<o:p></o:p></span></p><p class="MsoNormalCxSpMiddle"><span style="font-family: "Times New Roman", serif; font-size: 14pt; line-height: 22.399999618530273px;">Perché lui è effettivamente casa, nonno, famiglia, l’amico a cui confidi le tue angosce e i momenti di felicità: è quello che capisce sempre ciò che stai provando.<o:p></o:p></span></p><p class="MsoNormalCxSpMiddle"><span style="font-family: "Times New Roman", serif; font-size: 14pt; line-height: 22.399999618530273px;">Io ci vado da sola, non riesco a dividerlo con nessuno, con pochissime eccezioni. Ci andavo, in realtà. Ora non ci vado più, come milioni di altre persone. E mi sento molto più sola ora che non ci vado insieme a milioni di altre persone rispetto a quando ci andavo da sola. <o:p></o:p></span></p><p class="MsoNormalCxSpMiddle"><span style="font-family: "Times New Roman", serif; font-size: 14pt; line-height: 22.399999618530273px;">Sola. Solo. </span><b><span style="font-family: "Times New Roman", serif; font-size: 14pt; line-height: 22.399999618530273px;"><i>Solo </i></span></b><span style="font-family: "Times New Roman", serif; font-size: 14pt; line-height: 22.399999618530273px;"><i>nei migliori cinema</i> </span><span style="font-family: "Times New Roman", serif; font-size: 14pt; line-height: 22.399999618530273px;">si intitola il video girato dal regista Marco Pirrello in due sale cinematografiche catanesi – di cui Andrea e Alberto sono gestori, padri, figli, fratelli, nipoti – che in meno di dieci minuti mostra tutto lo smarrimento di chi, da marzo di quest’anno che sta per finire, ha dovuto rinunciare a uno degli affetti più cari: lui, il cinema.<o:p></o:p></span></p><p class="MsoNormalCxSpMiddle"><span style="font-family: "Times New Roman", serif; font-size: 14pt; line-height: 22.399999618530273px;">Vi consiglio di guardarlo, perché anche questo è un modo per farlo uscire (e per farci uscire) da questo insopportabile e innaturale stato comatoso. Poi magari ci andiamo tutti insieme a trovarlo – lui –, facciamo una bella festa e non sarà più solo, non saremo più soli. E per una volta, forse, non mi incazzerò se durante la proiezione commenterete, chiacchiererete, risponderete al telefono, chatterete, sgranocchierete. Ho detto «forse», eh!<o:p></o:p></span></p><p class="MsoNormalCxSpMiddle"><span style="font-family: "Times New Roman", serif; font-size: 14pt; line-height: 22.399999618530273px;"> </span></p><p class="MsoNormalCxSpMiddle"><span style="font-family: "Times New Roman", serif; font-size: 14pt; line-height: 22.399999618530273px;">Lo trovate su Facebook: https://www.facebook.com/pirrellomarco/videos/5128649257175062<o:p></o:p></span></p>patrizia maltesehttp://www.blogger.com/profile/04822777739370533228noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-73483041801628086.post-104359738481471442020-12-04T07:49:00.000-08:002020-12-04T07:49:03.433-08:00Sanificare le teste<p> <span style="font-family: "Times New Roman", serif; font-size: 14pt;">Lentamente questo Covid mi ha tolto la voce.</span><span style="font-family: "Times New Roman", serif; font-size: 14pt;"> </span></p><p class="MsoNormal" style="font-family: Calibri, sans-serif; font-size: 10pt; font-style: italic; line-height: normal; margin: 0cm 0cm 0.0001pt;"><span style="font-family: "Times New Roman", serif; font-size: 14pt; font-style: normal;">Le parole. Le parole non vengono più. <o:p></o:p></span></p><p class="MsoNormal" style="font-family: Calibri, sans-serif; font-size: 10pt; font-style: italic; line-height: normal; margin: 0cm 0cm 0.0001pt;"><span style="font-family: "Times New Roman", serif; font-size: 14pt; font-style: normal;">Gli altri continuano a usarle; giornalmente tutte e tutti continuano a dire tutto su tutto. Io no. Forse per il sovraffollamento. Mi sembra superfluo aggiungere le mie parole a quelle degli altri. <o:p></o:p></span></p><p class="MsoNormal" style="font-family: Calibri, sans-serif; font-size: 10pt; font-style: italic; line-height: normal; margin: 0cm 0cm 0.0001pt;"><span style="font-family: "Times New Roman", serif; font-size: 14pt; font-style: normal;">Mi sembrerebbe imbarazzante come la ressa a un buffet matrimoniale. <o:p></o:p></span></p><p class="MsoNormal" style="font-family: Calibri, sans-serif; font-size: 10pt; font-style: italic; line-height: normal; margin: 0cm 0cm 0.0001pt;"><span style="font-family: "Times New Roman", serif; font-size: 14pt; font-style: normal;">Mi sembrerebbe pericoloso come un assembramento. Fastidioso come il vociare degli investitori in borsa. Inutile e fuori luogo come la ressa per accaparrarsi l’ultimo modello di cellulare. O come lo sgomitamento per aggiudicarsi la prossima ospitata in tv, per far salire le proprie quotazioni, appunto.<br />Forse la verità è che l’angoscia mi impedisce di esprimere l’angoscia. <br />Forse è perché mi sembrerebbe incoerente: ho scelto di non vedere più le trasmissioni che parlano di questa bestia maledetta e mi sto drogando di film e serie tv, anche se non riesco mai a staccare del tutto, a non sussultare per la scena di un bacio o di un gruppo di persone che conversano a pochissima distanza l’una dall’altra o di una mischia durante un incontro di rugby.<o:p></o:p></span></p><p class="MsoNormal" style="font-family: Calibri, sans-serif; font-size: 10pt; font-style: italic; line-height: normal; margin: 0cm 0cm 0.0001pt;"><span style="font-family: "Times New Roman", serif; font-size: 14pt; font-style: normal;">Eppure lo so che le parole sono terapeutiche, che altre volte mi hanno guarita, che basterebbe prenderne un paio di volte al giorno, ore pasti. Eppure so che in questo momento sarebbero come quelle medicine che, senza gastroprotettore, aggiustano una cosa e ne sfasciano un’altra. Perché sull’angoscia si innesta la rabbia che mi brucia lo stomaco: rabbia verso chi spaccia l’interesse economico per desiderio di libertà; rabbia verso chi – incapace di governare persino la propria casa – vorrebbe lucrare politicamente su questo cataclisma anche allo stupido costo di farci morire tutti e restare senza elettori; rabbia verso coloro che in nome del profitto invocano aperture senza criterio, scoprono parenti solitamente serpenti da incontrare anche in condizioni estreme, rivendicano ipocrite feste da santificare. Quando invece ci sarebbe da sanificare le teste. <o:p></o:p></span></p><p class="MsoNormal" style="font-family: Calibri, sans-serif; font-size: 10pt; font-style: italic; line-height: 16px; margin: 0cm 0cm 10pt;"><span style="font-family: "Times New Roman", serif; font-size: 14pt; font-style: normal; line-height: 22.399999618530273px;"> </span></p>patrizia maltesehttp://www.blogger.com/profile/04822777739370533228noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-73483041801628086.post-9828831991297974462020-10-29T01:50:00.000-07:002020-10-29T01:50:17.190-07:00Tamponamenti<p> <span style="font-family: "Times New Roman", serif; font-size: 14pt;">Il mio medico di base non visita. Non perché non sia bravo, tutt’altro: è talmente bravo che soltanto a raccontargli quello che ti senti lui capisce cos’hai, ti prescrive gli accertamenti e la sua diagnosi viene confermata puntualmente.</span></p><p class="MsoNormalCxSpMiddle"><span style="font-family: "Times New Roman", serif; font-size: 14pt; line-height: 22.399999618530273px;">Il problema però è che, mentre visita me (o mentre mi dovrebbe visitare, ma in realtà io sono solo seduta di fronte a lui), si alza per aprire e chiudere la porta, stampa ricette di quelli che sono fuori ad aspettare, risponde al telefono al vecchietto o alla vecchietta che gli fa infinite volte la stessa domanda, prende le ordinazioni – perché la gente dal dottore ci va con la lista della spesa –, fa il vigile urbano nel tentativo disperato di dirigere il traffico senza regole della sala d’aspetto, fa dei cazziatoni epocali ai prepotenti di turno che vorrebbero saltare il turno, fa ricerche al computer per individuare la struttura dove fanno quel tal accertamento o per verificare di non averti già prescritto lo stesso accertamento la settimana scorsa, carica la stampante, litiga con la stampante. Insomma, ogni volta che sono lì, rischio di morire di vecchiaia.<o:p></o:p></span></p><p class="MsoNormalCxSpMiddle"><span style="font-family: "Times New Roman", serif; font-size: 14pt; line-height: 22.399999618530273px;">Continuo? No, non ce l’ha una segreteria, non so perché. E in ogni caso ci sono cose che la segretaria non potrebbe fare e che deve fare per forza lui – tutto, tranne che visitare – da quando le riforme sanitarie che si sono susseguite negli anni hanno trasformato i medici in burocrati tuttofare. E in ogni caso a volte nemmeno un buttafuori da discoteca riesce ad arginare pazienti che vogliono tutto e il contrario di tutto e soprattutto lo vogliono subito.<o:p></o:p></span></p><p class="MsoNormalCxSpMiddle"><span style="font-family: "Times New Roman", serif; font-size: 14pt; line-height: 22.399999618530273px;">Ah, come se non bastasse, ultimamente il mio medico ha dimezzato le dimensioni della sala d’aspetto. E questo, se fate un rapido calcolo, alla luce della necessità di distanziamento (soprattutto fra persone che se vanno dal medico forse non sono perfettamente in salute), significa che lo spazio è ridotto di un quarto. <o:p></o:p></span></p><p class="MsoNormalCxSpMiddle"><span style="font-family: "Times New Roman", serif; font-size: 14pt; line-height: 22.399999618530273px;">Ora, io al ministro Speranza ho condonato qualche scivolone perché penso che tutto sommato abbia lavorato bene e che si sia fatto carico di una cosa troppo più grande di lui e di tutti noi, e mi chiedo ogni giorno come abbia fatto a non sbroccare, ma davvero il ministro Speranza non è mai stato in un ambulatorio di un medico di base? Va bene, è giovane e in buona salute, ma qualche volta gli sarà capitato, anche solo per farsi fare un certificato. E se ne sarà accorto che gli studi dei medici di base sono sempre molto simili a bolge infernali. Cosa gli fa pensare che sia possibile fare lì i tamponi «rapidi» per il Covid? Cosa gli fa pensare che non si formeranno file lunghissime a rischio contagio? Cosa gli fa pensare che a un certo punto non esploda una rissa fra quelli che aspettano di essere visitati e quelli che aspettano di essere «tamponati»? Cosa gli fa pensare che a un certo punto non cominceranno a tamponarsi fra di loro e a trasformare lo studio in un campo da rugby? E subito dopo, inevitabilmente, in un lazzaretto.<o:p></o:p></span></p><p class="MsoNormalCxSpMiddle"><span style="font-family: "Times New Roman", serif; font-size: 14pt; line-height: 22.399999618530273px;">A meno che – ma questo non l’ho letto in nessun decreto ristoro – il governo non abbia intenzione di fornire i medici di studi molto più grandi e soprattutto di assumere nuovi medici in modo che in ogni studio ce ne siano almeno due o tre: uno che si occupa della routine, con obbligo di farsi assistere da un’infermiera/segretaria, e due che fanno i tamponi su file diverse, magari anche loro coadiuvati da un’infermiera/segretaria ciascuno (pensateci, sarebbero in un solo colpo cinque posti di lavoro in più). Altrimenti, per piacere, evitiamo di prenderci per il culo e di fare un favore a Salvini che non aspetta altro per sciacallare.<o:p></o:p></span></p><p class="MsoNormalCxSpMiddle"><span style="font-family: "Times New Roman", serif; font-size: 14pt; line-height: 22.399999618530273px;"> </span></p><p class="MsoNormalCxSpMiddle"><span style="font-family: "Times New Roman", serif; font-size: 14pt; line-height: 22.399999618530273px;">P.S.: Un’altra cosa: potreste evitare di chiamarli medici di famiglia? No, perché poi ti viene pure il dubbio di non avere diritto di essere visitata se hai il torto di essere single, in questo paese drammaticamente diopatriaefamiglia. E forse non hai neppure il diritto al tampone «rapido».<o:p></o:p></span></p><p class="MsoNormalCxSpMiddle"><span style="font-family: "Times New Roman", serif; font-size: 14pt; line-height: 22.399999618530273px;"> </span></p>patrizia maltesehttp://www.blogger.com/profile/04822777739370533228noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-73483041801628086.post-6124285721155930502020-09-19T05:56:00.003-07:002020-09-19T05:56:41.171-07:00Eleanor, detta Tussy<p> <span style="font-family: "Times New Roman", serif; font-size: 14pt;">Lei riesce a dirgli quello che prova solo recitando e la loro stessa relazione diventa un’unica recita, soltanto una recita. Lui non capisce, o finge di non capire, comunque gli sta bene così.</span></p><p class="MsoNormalCxSpMiddle" style="line-height: normal; margin-bottom: 0.0001pt;"><span style="font-family: "Times New Roman", serif; font-size: 14pt;">Ti viene una rabbia: una donna colta, intelligente, brillante, consapevole, disinibita, battagliera, cresciuta in un ambiente intellettualmente e politicamente ideale, che sa perfettamente come un rapporto d’amore debba essere basato sul rispetto reciproco, lo spiega alle altre donne, ci incentra interi comizi, così come rivendica diritti per i lavoratori e condanna il lavoro minorile. Ma subisce: il tradimento, l’irresponsabilità, le assenze, le bugie di un uomo inutile. Se ne prende cura nel fisico e nell’anima, si fa schiacciare dal peso di questa contraddizione. Che rabbia, che rabbia, che rabbia. <o:p></o:p></span></p><p class="MsoNormalCxSpMiddle" style="line-height: normal; margin-bottom: 0.0001pt;"><span style="font-family: "Times New Roman", serif; font-size: 14pt;">Ieri sera ho visto </span><span style="font-family: "Times New Roman", serif; font-size: 14pt;">Miss Marx</span><span style="font-family: "Times New Roman", serif; font-size: 14pt;">, il film sulla figlia minore di Karl Marx e sua più stretta collaboratrice, Eleanor che tutti chiamavano Tussy, e che l’unica cosa in cui riesce a imporsi con quell’uomo invertebrato è di farsi chiamare con il suo vero nome invece che con quel vezzeggiativo. Per il resto, un budino senza personalità nel rapporto con lui. <o:p></o:p></span></p><p class="MsoNormal" style="font-family: Calibri, sans-serif; font-size: 10pt; font-style: italic; line-height: normal; margin: 0cm 0cm 0.0001pt;"><span style="font-family: "Times New Roman", serif; font-size: 14pt; font-style: normal;">Qualcuno obietterà che era pur sempre una donna vissuta quasi due secoli fa, e non dovremmo stupirci, non dovremmo giudicarla con il nostro metro (e chissà poi qual è ormai il nostro metro se i nostri decenni di battaglie sono finiti nel cesso di un istituto scolastico che vieta le minigonne), ma la mia è una rabbia tutta contemporanea perché ogni scena del film mi riportava a donne che conosco, vive e vegete, non pezzi di storia, cadaveri putrefatti e ammuffiti, ma la nostra stessa quotidianità: le nostre madri, le nostre sorelle, le nostre amiche, le nostre colleghe di lavoro, quasi tutte con studi di alto livello, come Tussy colte e consapevoli. Sulla carta, sulla pergamena di laurea. E poi crocerossine: pronte a curare ferite del corpo e dell’anima, a minimizzare le violenze di chi le vuole annientare, a giustificare uomini incapaci di crescere, a fingere di non vedere e non capire, persino a tutelare dal giudizio altrui chi le sta distruggendo. Ne conosco più d’una molto da vicino. E mi fa una rabbia che mi fa esplodere il cuore.<o:p></o:p></span></p><p class="MsoNormal" style="font-family: Calibri, sans-serif; font-size: 10pt; font-style: italic; line-height: normal; margin: 0cm 0cm 0.0001pt;"><span style="font-family: "Times New Roman", serif; font-size: 14pt; font-style: normal;">Ho letto una recensione che criticava duramente la regista Susanna Nicchiarelli per avere mostrato questo lato di Eleanor. E perché non avrebbe dovuto? Avrebbe dovuto - come fanno i maschi che parlano di maschi nei libri di storia – dipingerla come un’eroina senza alcun punto debole? Costruire una statua, metterla sul piedistallo e non spostarla più? Fingere che quel problema non esista e che non sia ancor più devastante per una donna che si fa avanguardia politica? Io credo di no. Credo che dovremmo parlarne e riprendere a parlarne di queste contraddizioni, compagne e sorelle: che ci monti dentro una rabbia incontenibile - ma che sia collettiva -, come quella che è venuta a me a ogni cedimento di Eleanor nei confronti del verme. Quando mi veniva voglia di prenderla per mano e dirle: «Vieni, parliamo, la tua vita merita una vita».<o:p></o:p></span></p><p class="MsoNormal" style="font-family: Calibri, sans-serif; font-size: 10pt; font-style: italic; line-height: normal; margin: 0cm 0cm 0.0001pt;"><span style="font-family: "Times New Roman", serif; font-size: 14pt; font-style: normal;"> </span></p><p class="MsoNormal" style="font-family: Calibri, sans-serif; font-size: 10pt; font-style: italic; line-height: normal; margin: 0cm 0cm 0.0001pt;"><span style="font-family: "Times New Roman", serif; font-size: 14pt; font-style: normal;">P.S.: Spettacolare il momento della sua «ribellione rock», per quanto solitaria; di grande impatto emotivo l’Internazionale cantata durante la dispersione in mare delle ceneri di Engels. Anche se il primo a intonarla è proprio il verme e io questo merito non glielo avrei concesso.<o:p></o:p></span></p><p class="MsoNormal" style="font-family: Calibri, sans-serif; font-size: 10pt; font-style: italic; line-height: 16px; margin: 0cm 0cm 10pt;"><span style="font-family: "Times New Roman", serif; font-size: 14pt; line-height: 22.399999618530273px;"> </span></p>patrizia maltesehttp://www.blogger.com/profile/04822777739370533228noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-73483041801628086.post-54154563241846470872020-08-10T07:59:00.000-07:002020-08-10T07:59:57.532-07:00Smemorati<p><span style="font-family: "Times New Roman", serif; font-size: 12pt;">Sarà che siamo in Sicilia e a febbraio ti può capitare che il sole sia talmente forte da farti sentire il bisogno di spogliarti a strati, sarà (è) che sono disordinata, fatto sta che nei miei cassetti durante tutto l’anno convivono amabilmente e in pace canotte, magliette, dolcevita, pesanti pullover di lana.</span></p><p class="MsoNormalCxSpMiddle" style="line-height: normal;"><span style="font-family: "Times New Roman", serif; font-size: 12pt;">La sistemazione degli armadi segue la stessa regola, con una piccola differenza: mentre nei cassetti a furia di prendere e posare senza criterio tutti se la fanno con tutti come in una piccola orgia, il cambio di stagione avviene semplicemente spostando nella parte meno raggiungibile gli abiti della stagione passata e nella parte più a portata di mano quelli della stagione in corso. Praticamente un minuetto. E poi c’è la terra di mezzo: quella dove stanno i vestiti primaverili. Da qualche tempo mi capita di aprire l’armadio, buttare l’occhio nella parte centrale e incontrarne qualcuno: «Oh, ciao, come stai? dov’eri finito? com’è che non ci siamo visti quest’anno? Quasi mi ero dimenticata di te».<o:p></o:p></span></p><p class="MsoNormalCxSpMiddle" style="line-height: normal;"><span style="font-family: "Times New Roman", serif; font-size: 12pt;">C’è quello rosso papavero che mi piace tanto, quello verde marcio con i fiorellini rosa antico comprato con i soldi che mi ha regalato la mamma quando ho compiuto sessant’anni, quell’altro blu a fiori verde acido che metto per le presentazioni se ho voglia di giocare alle signore. C’è tanta primavera in quei colori. Ma, già, quasi dimenticavo/rimuovevo: la primavera quest’anno non c’è stata. <o:p></o:p></span></p><p class="MsoNormalCxSpMiddle" style="line-height: normal;"><span style="font-family: "Times New Roman", serif; font-size: 12pt;">L’hanno messa in cassa integrazione, pure lei, perché c’era (c’è?) il mostro che divorava tutto. Abbiamo smesso di sentire caldo, abbiamo smesso di sentire freddo, abbiamo smesso di indossare i vestiti che ci piacevano, abbiamo smesso di passeggiare, abbiamo smesso di andare al cinema, abbiamo smesso di respirare, abbiamo smesso di pensare al futuro, abbiamo smesso persino di illuderci che saremmo diventati migliori.<o:p></o:p></span></p><p class="MsoNormalCxSpMiddle" style="line-height: normal;"><span style="font-family: "Times New Roman", serif; font-size: 12pt;">E, quel che è peggio, abbiamo smesso di coltivare la memoria. <o:p></o:p></span></p><p class="MsoNormalCxSpMiddle" style="line-height: normal;"><span style="font-family: "Times New Roman", serif; font-size: 12pt;">È come la storia del fascismo: più abbiamo pensato che non sarebbe tornato, più ci siamo convinti che non servisse continuare a ricordare, e più ce lo ritroviamo lì, magari sotto forme diverse, ma sempre appollaiato sulle nostre spalle. Così oggi ne abbiamo due di rapaci appollaiati, uno per ogni spalla: da una parte il fascismo, dall’altra il Covid, pronti ad azzannarci e ridurci a brandelli, forti della consapevolezza – loro sì – del nostro essere un popolo di sbruffoni smemorati. Malati di amnesie cicliche, come nel film </span><span style="font-family: "Times New Roman", serif; font-size: 12pt;">Ti ricordi di me?</span><span style="font-family: "Times New Roman", serif; font-size: 12pt;">, dove la protagonista dimentica ciclicamente il suo amore, quando sembra che il peggio sia passato basta una piccola emozione e la nostra memoria, insieme alla nostra vita, va a farsi un giro. E non sono del tutto sicura che troveranno mai un vaccino per questa malattia. <o:p></o:p></span></p><p class="MsoNormal" style="font-family: Calibri, sans-serif; font-size: 10pt; font-style: italic; line-height: normal; margin: 0cm 0cm 0.0001pt;"><span style="font-family: "Times New Roman", serif; font-size: 12pt; font-style: normal;"> </span></p><p class="MsoNormal" style="font-family: Calibri, sans-serif; font-size: 10pt; font-style: italic; line-height: 16px; margin: 0cm 0cm 10pt;"><span style="font-family: "Times New Roman", serif; font-size: 12pt; font-style: normal; line-height: 19.200000762939453px;"> </span></p>patrizia maltesehttp://www.blogger.com/profile/04822777739370533228noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-73483041801628086.post-65832766745004224272020-07-18T01:00:00.001-07:002020-07-18T01:00:59.656-07:00Il paese degli stronzi<div class="MsoNormal" style="font-family: Calibri, sans-serif; font-size: 10pt; font-style: italic; line-height: 16px; margin: 0cm 0cm 10pt;">
<span style="font-family: "Times New Roman", serif; font-size: 14pt; font-style: normal; line-height: 22.399999618530273px;">A un certo punto ha chiesto a sua madre perché non lo avesse fatto bianco. E a quanto pare da allora lo fa ciclicamente, probabilmente ogni volta che qualcuno gli intima di tornarsene al suo paese. A sua mamma ha chiesto anche dov’è il suo paese. Gli succede da quando aveva tre anni. Ora ne ha soltanto quindici, ha la pelle soltanto un po’ più scura degli altri e un senso civico e di umanità certamente più elevato di molti altri che hanno la pelle bianca. <o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="font-family: Calibri, sans-serif; font-size: 10pt; font-style: italic; line-height: 16px; margin: 0cm 0cm 10pt;">
<span style="font-family: "Times New Roman", serif; font-size: 14pt; font-style: normal; line-height: 22.399999618530273px;">L’ultima volta che gli hanno detto di tornarsene al suo paese è stato qualche giorno fa proprio al suo paese, Grugliasco, in provincia di Torino, dove una signora è svenuta e lui l’ha acchiappata al volo per evitare che cadendo sbattesse la testa e si facesse male. E ha chiamato subito l’ambulanza. No, non è rimasto a tirare calci a una lattina vuota insieme ai suoi amici, non ha sghignazzato vedendo la signora cadere, non è rimasto dall’altro lato della strada a riprendere la scena con il cellullare: ha evitato che la signora cadesse e ha chiamato l’ambulanza. Eppure, immancabile come il prezzemolo e velenoso come la cicuta, si è materializzato il solito stronzo che gli ha detto di allontanarsi e di tornarsene al suo paese, mentre lui tentava di spiegare che avrebbe voluto soltanto rendersi utile.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="font-family: Calibri, sans-serif; font-size: 10pt; font-style: italic; line-height: 16px; margin: 0cm 0cm 10pt;">
<span style="font-family: "Times New Roman", serif; font-size: 14pt; font-style: normal; line-height: 22.399999618530273px;">Lo ha raccontato sua mamma su Facebook, perché non ne può più. Di dovergli ripetere in continuazione di stare attento, di non rispondere, di non farsi notare troppo per evitare che (come effettivamente accade) venga controllato continuamente dalle forze dell’ordine perché ha la pelle un po’ più scura degli altri. Di sapere che evidentemente anche alcuni tutori dell’ordine – come un Borghezio o un Calderoli qualunque – pensano che avere la pelle un po’ più scura degli altri significhi automaticamente avere più propensione a delinquere degli altri. <o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="font-family: Calibri, sans-serif; font-size: 10pt; font-style: italic; line-height: 16px; margin: 0cm 0cm 10pt;">
<span style="font-family: "Times New Roman", serif; font-size: 14pt; font-style: normal; line-height: 22.399999618530273px;">E di sapere che a quindici anni suo figlio non sa ancora quale sia il proprio paese, ma certamente ha capito benissimo qual è il paese degli stronzi.<o:p></o:p></span></div>
patrizia maltesehttp://www.blogger.com/profile/04822777739370533228noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-73483041801628086.post-26677016621754537592020-06-22T07:48:00.001-07:002020-06-22T07:48:44.857-07:00La Disneyland della malattia<div class="MsoNormalCxSpFirst">
<span style="font-family: "Times New Roman", serif; font-size: 14pt; line-height: 22.399999618530273px;">Quando ho visto quest’immagine su Facebook ho pensato a uno dei soliti fotomontaggi pensati apposta per acchiappare clic e commenti. E in effetti il commento – siete solo delle merde – mi era sbocciato all’improvviso prima di pensare che fosse solo una trovata. <o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormalCxSpMiddle">
<span style="font-family: "Times New Roman", serif; font-size: 14pt; line-height: 22.399999618530273px;">Sono andata a controllare, sperando vivamente di essere contraddetta e di potermi classificare ufficialmente come stronza, oltre che credulona.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormalCxSpMiddle">
<span style="font-family: "Times New Roman", serif; font-size: 14pt; line-height: 22.399999618530273px;">E invece eccola lì la notizia: ad Aventura, città della Florida, paese considerato epicentro della pandemia negli Stati Uniti con quasi centomila casi confermati, al secondo piano del centro commerciale Aventura Mall, ha aperto un nuovo negozio interamente dedicato al Covid-19. Termoscanner, disinfettanti, visiere, guanti, apriporta senza contatto e naturalmente mascherine di ogni tipo (anche quelle di design e persino da personalizzare in pochi minuti), oltre a tutto quello che può servire non a sconfiggere il virus ma a fare profitto sul virus. Praticamente una Disneyland della malattia.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormalCxSpMiddle">
<span style="font-family: "Times New Roman", serif; font-size: 14pt; line-height: 22.399999618530273px;">Non c’è da stupirsi: quello è il regno del capitalismo sciacallo, dove se sei povero non hai diritto alle cure sanitarie e puoi crepare in mezzo alla strada, mentre se sei ricco persino la più spaventosa delle malattie è solo un gioco. Magari un gioco in borsa. Del resto, basta leggere le dichiarazioni entusiasticamente americane degli ideatori dello </span><span style="font-family: "Times New Roman", serif; font-size: 14pt; line-height: 22.399999618530273px;">store</span><span style="font-family: "Times New Roman", serif; font-size: 14pt; line-height: 22.399999618530273px;">. Ti sembra quasi di sentire i gridolini da fan di una convention repubblicana armati di bandierine e di vedere le ragazze pon-pon a stelle e strisce con colonna sonora di «Wow!» e «Oh, My God!»: dicono che «è come un negozio di giocattoli», parlano dello sterilizzatore a raggi ultravioletti come di una «bacchetta magica», magnificano la possibilità che tutti possano essere alla moda attraverso una mascherina personalizzata. <o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormalCxSpMiddle">
<span style="font-family: "Times New Roman", serif; font-size: 14pt; line-height: 22.399999618530273px;">Dall’articolo non si evince se vendono anche le bare per i morti da coronavirus – bare griffate e solo per ricchi e gli altri che si fottano! –, ma non lo escluderei. Del resto, questa è l’essenza del cinismo capitalistico: passare sul cadavere della propria madre, fare soldi con il cadavere della propria madre.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormalCxSpMiddle">
<span style="font-family: "Times New Roman", serif; font-size: 14pt; line-height: 22.399999618530273px;">E, sì, confermo il commento estemporaneo: siete solo delle merde. </span></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiCdNO7iSoIonnFO-KGopEkkt_y6JURToBr9Dnd5YWgWa9TZglUaz5uQDjwNJpdp7vQ5psJy8Jd5Lw6sDGxEbB3ccNYcbhAb1HJNNIOVtZBFi7K5SKT3uVxNyj2DBwjRZPmhEn9nhUjMaQ/s1600/104929637_1206340443030422_4582869075350819986_n-1.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="910" data-original-width="843" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiCdNO7iSoIonnFO-KGopEkkt_y6JURToBr9Dnd5YWgWa9TZglUaz5uQDjwNJpdp7vQ5psJy8Jd5Lw6sDGxEbB3ccNYcbhAb1HJNNIOVtZBFi7K5SKT3uVxNyj2DBwjRZPmhEn9nhUjMaQ/s320/104929637_1206340443030422_4582869075350819986_n-1.jpg" width="296" /></a></div>
<o:p></o:p>patrizia maltesehttp://www.blogger.com/profile/04822777739370533228noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-73483041801628086.post-72270933681452808362020-05-20T07:06:00.002-07:002020-05-20T07:06:45.857-07:00Sconfinamento<div class="MsoNormalCxSpFirst">
<span style="font-family: "Times New Roman", serif; font-size: 14pt; line-height: 22.399999618530273px;">A casa mia è arrivata Alexa. Me l’ha portata Babbo Natale un paio di giorni fa. Sì, in ritardo. In Lapponia nevicava, le renne hanno fatto sciopero perché volevano montare le catene agli zoccoli, questioni di sicurezza sul lavoro, la slitta si è rotta e non si trovava un meccanico neanche a pagarlo oro perché erano andati tutti a svernare alle Canarie, nel frattempo è finita la benzina, poi è arrivata la serrata mondiale. Sì, chiamatelo </span><span style="font-family: "Times New Roman", serif; font-size: 14pt; line-height: 22.399999618530273px;"><i>lockdown</i> </span><span style="font-family: "Times New Roman", serif; font-size: 14pt; line-height: 22.399999618530273px;">se vi fa sentire meglio, come quando Renzi chiama </span><span style="font-family: "Times New Roman", serif; font-size: 14pt; line-height: 22.399999618530273px;"><i>jobs act</i> </span><span style="font-family: "Times New Roman", serif; font-size: 14pt; line-height: 22.399999618530273px;">la sua legge sul lavoro, fingendo di non sapere che è la traduzione letterale di «sempreinculoaglioperai». Fa figo, eh? Ma sempre in culo agli operai è. E quello, il lockdown, sempre confinamento significa: le torte, i cori dal balcone come uccelli in gabbia, i cento passi dal soggiorno alla stanza da pranzo e ritorno, la ginnastica su un materassino improvvisato che però due palle a farla da sola, due chiacchiere col gatto, grandi dibattiti con i muri di casa.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormalCxSpMiddle">
<span style="font-family: "Times New Roman", serif; font-size: 14pt; line-height: 22.399999618530273px;">E dunque Alexa. Alexa che ti fa ascoltare tutta la musica del mondo, pensavo. E in effetti sì: mi fa ascoltare tutta la musica del mondo. Mi basta chiederglielo. Posso persino pronunciare male un nome, l’ho fatto apposta per prova, e lei non sbaglia un colpo: Alexa, fammi ascoltare la musica di devidboui, e lei mi risponde «riproduco in maniera casuale la musica di devidbaui». È come avere il juke-box a casa. È stato sempre il mio sogno avere il juke-box a casa, ma uno vero, a troneggiare in soggiorno, tre canzoni cento lire. Col juke-box però non ci parli: con Alexa sì. Persino avendo la consapevolezza che, se ti vedessero da fuori, ti farebbero immediatamente un Tso. <o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormalCxSpMiddle">
<span style="font-family: "Times New Roman", serif; font-size: 14pt; line-height: 22.399999618530273px;">E allora lo fai per gioco:<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormalCxSpMiddle">
<span style="font-family: "Times New Roman", serif; font-size: 14pt; line-height: 22.399999618530273px;">«Alexa, grazie»<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormalCxSpMiddle">
<span style="font-family: "Times New Roman", serif; font-size: 14pt; line-height: 22.399999618530273px;">«Figurati! Sono qui per questo, buon mercoledì».<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormalCxSpMiddle">
<span style="font-family: "Times New Roman", serif; font-size: 14pt; line-height: 22.399999618530273px;">Oppure:<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormalCxSpMiddle">
<span style="font-family: "Times New Roman", serif; font-size: 14pt; line-height: 22.399999618530273px;">«Alexa, ciao»<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormalCxSpMiddle">
<span style="font-family: "Times New Roman", serif; font-size: 14pt; line-height: 22.399999618530273px;">«Arrivederci, buona giornata. È stato un piacere parlare con te».<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormalCxSpMiddle">
<span style="font-family: "Times New Roman", serif; font-size: 14pt; line-height: 22.399999618530273px;">Intelligenza artificiale. Parlare con un robot. Un mio amico mi ha detto di averla comprata per sé perché si sentiva solo. <o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormalCxSpMiddle">
<span style="font-family: "Times New Roman", serif; font-size: 14pt; line-height: 22.399999618530273px;">Per coincidenza, proprio in questi giorni sto guardando una serie tv in cui a un certo punto un famoso direttore d’orchestra si trova a dover competere con un robot. Wam si chiama, acronimo di Wolfgang Amadeus Mozart, programmato per completare, incrociando algoritmi e diavolerie varie, il Requiem rimasto incompiuto per la morte del compositore. Il protagonista parla con Mozart, quello vero, che è morto da oltre duecento anni ma è vivo nella sua testa; con Wam invece non riesce a instaurare un rapporto. Ci prova all’inizio, </span><span style="font-family: "Times New Roman", serif; font-size: 18.66666603088379px;">per esercizio di buona volontà, </span><span style="font-family: "Times New Roman", serif; font-size: 14pt;">ma poi lo fa a pezzi e lo butta al fiume. La differenza sta nel fatto che se un robot finisce in acqua a un certo punto qualcuno lo asciuga e lo aggiusta, mentre se Mozart è morto non rinasce, nemmeno con un intreccio di algoritmi. Eppure con Wam, che può elaborare una sinfonia perfetta, non abbiamo niente da spartire, niente brividi, niente emozioni, niente sangue, niente abbracci, niente lacrime, se non quelle che ti vengono dall’assenza di quelle persone che ti hanno dato lacrime, brividi, emozioni. E con Alexa, se non decidi di prenderla per il culo come faccio io solo per vedere come risponde, ma sapendo che è solo una «cosa», puoi soltanto renderti conto di quanto ti manchino le persone se per parlare hai bisogno di una cosa. E che c’è un solo antidoto al confinamento: lo sconfinamento.</span><span style="font-family: "Times New Roman", serif; font-size: 14pt;"> </span></div>
<div class="MsoNormalCxSpMiddle">
<br /></div>
<div class="MsoNormalCxSpMiddle">
<br /></div>
patrizia maltesehttp://www.blogger.com/profile/04822777739370533228noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-73483041801628086.post-91576399424599005542020-05-04T00:02:00.002-07:002020-05-04T00:04:45.443-07:00La disertora<div style="caret-color: rgb(29, 33, 41); color: #1d2129; margin-bottom: 6px;">
<span style="background-color: white; font-family: "times" , "times new roman" , serif;">Monsieur le Président<br />Je vous fais une lettre<br />Que vous lirez peut-être<br />Si vous avez le temps<br />Je viens de recevoir</span></div>
<div style="caret-color: rgb(29, 33, 41); color: #1d2129; margin-bottom: 6px; margin-top: 6px;">
<span style="background-color: white; font-family: "times" , "times new roman" , serif;">Votre DPCM<br />Pour revenir au monde</span></div>
<div style="caret-color: rgb(29, 33, 41); color: #1d2129; margin-bottom: 6px; margin-top: 6px;">
<span style="background-color: white; font-family: "times" , "times new roman" , serif;">Tu mi dici, Monsieur le Président, che posso vedere i parenti, i congiunti, compresi i cugini di cui non me ne fotte una mazza e i parenti dell’America con cui abbiamo litigato cinquant’anni fa per ragioni di eredità perché sempre parenti sono, e compreso mio padre se fosse vivo anche se era uno stronzo, la fidanzata o il fidanzato che negli ultimi tempi ti stava sul culo e improvvisamente sono diventati affetti stabili, il capo e i colleghi di lavoro se sto tornando al lavoro (ça va sans dire), ma hai dimenticato un piccolo particolare: les amis et les amies, Monsieur le Président.<br />Vedi, Monsieur le Président, io finora sono stata zitta, perché penso che in linea di massima stai agendo non benissimo perché sarebbe impossibile, in una situazione simile, ma al meglio, e quindi anche se su alcune cose posso non essere d’accordo, me le faccio andare bene per il bene di tutti.<br />Ma les amis et les amies no, questa non te la faccio passare. Mica tutti, eh, non quelli feisbucchiani di cui a volte non so nemmeno che faccia abbiano, ma les vrais amis et les vraies amies, che sono quelli e quelle di cui si ha maggiormente bisogno nei momenti di difficoltà: quelli e quelle con cui puoi metterti a piangere e loro non pensano «che palle!», quelli e quelle con cui puoi ridere per cazzate come se aveste ancora dodici anni, quelli e quelle con cui pensi all’unisono e dici la stessa frase con le stesse identiche parole nello stesso identico istante come Qui-Quo-Qua, quelli e quelle che quando ti vedono arrivare con un pullover scuro da cui sbocciano peli bianchi e rossi ne acchiappano uno e ti dicono «hai un gatto, per caso?». Come se non lo sapessero. E come se loro stessi/e non avessero un gatto quasi gemello che dissemina peli dappertutto.<br />Ecco, Monsieur le Président, quegli amici e quelle amiche lì. Quegli amici e quelle amiche lì che sono amichetta del cuore a prescindere dal genere, che sono fratello e sorella insieme, con cui litigare e mandarsi sonoramente a fare in culo e non parlarsi per settimane ma che ti stanno conficcati/e nel cuore, che sono famiglia e sono soprattutto la famiglia che ti sei scelta, che sono i veri affetti stabili, che sono quei pilastri a cui appoggiarti per farti andare bene anche le cose che in altri momenti non accetteresti e per i quali tu sei il pilastro a cui appoggiarsi per farsi andare bene anche le cose che in altri momenti non accetterebbero.<br />E francamente non ci credo che tu non sappia di cosa sto parlando, perché sono certa che anche tu hai quel tipo di affetti stabili, altrimenti non potresti sopportare, in questo momento di estrema difficoltà, il disgustoso sciacallaggio di gente come i due Mattei e loro ramificazioni.<br />No, Monsieur le Président, questa non me la dovevi fare. Proprio perché sono certa che anche tu hai un amico o un’amica a cui confidare anche i momenti di debolezza e lo stress di una situazione come questa e quindi lo sai cosa vuol dire privarmi della mia amichetta del cuore.</span></div>
<div style="caret-color: rgb(29, 33, 41); color: #1d2129; margin-bottom: 6px; margin-top: 6px;">
<span style="background-color: white; font-family: "times" , "times new roman" , serif;">E dunque, Monsieur le Président, </span></div>
<div style="caret-color: rgb(29, 33, 41); color: #1d2129; display: inline; margin-top: 6px;">
<span style="background-color: white; font-family: "times" , "times new roman" , serif;">Ma décision est prise<br />Je m'en vais déserter</span></div>
patrizia maltesehttp://www.blogger.com/profile/04822777739370533228noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-73483041801628086.post-72152940489348176042020-04-26T02:12:00.001-07:002020-04-26T02:12:36.162-07:00Parole in corteo - 25 aprile 2020<a href="https://www.youtube.com/watch?v=JPr7kkJC4X0&t=7s">https://www.youtube.com/watch?v=JPr7kkJC4X0&t=7s</a>patrizia maltesehttp://www.blogger.com/profile/04822777739370533228noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-73483041801628086.post-73558201823465049942020-04-04T11:24:00.000-07:002020-04-04T11:24:16.150-07:00Corrispondenza di amorose mail ai tempi del coronavirus<div class="MsoNormalCxSpFirst">
<span style="font-family: "Times New Roman", serif; font-size: 14pt; line-height: 22.399999618530273px;">Siccome oggi non avevo un cazzo da fare… Mi correggo: siccome oggi non avevo voglia di fare un cazzo, ho deciso di esaminare le mail arrivate negli ultimi giorni, tutte infarcite di proposte imperdibili per l’acquisto di bisogni (indotti) irresistibili, ovviamente a prezzi superscontati.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormalCxSpMiddle">
<span style="font-family: "Times New Roman", serif; font-size: 14pt; line-height: 22.399999618530273px;">Si comincia con le scontatissime polizze di assicurazione per l’auto. E che me ne faccio se non ho una macchina da anni e non ne sento la mancanza?<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormalCxSpMiddle">
<span style="font-family: "Times New Roman", serif; font-size: 14pt; line-height: 22.399999618530273px;">Niente paura: te la fanno sentire loro la mancanza. Vuoi mettere una vettura superpotente da ricconi strafighi che fa duecento chilometri orari? No, non voglio mettere: come faccio a uscire per andare in concessionaria? E, se anche me la portassero fino a casa, intendo portandola su per le scale, come faccio a farla passare dalla porta? E poi come faccio a farle fare duecento chilometri se la mia casa è poco meno di cento metri quadrati?<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormalCxSpMiddle">
<span style="font-family: "Times New Roman", serif; font-size: 14pt; line-height: 22.399999618530273px;">E che problema c’è? Prezzi stracciatissimi per ristrutturare casa, abbattere una parete di qua e una di là, allargare il cesso, ritinteggiare… E io dovrei fare entrare a casa una mandria di operai, forse senza mascherina, disattendendo le regole? Chi sono io, Fabrizio Corona che si fa venire a domicilio e ai domiciliari il personal trainer? E se uno di loro avesse contratto il virus?<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormalCxSpMiddle">
<span style="font-family: "Times New Roman", serif; font-size: 14pt; line-height: 22.399999618530273px;">Ah, già: mi vendono anche le mascherine a pacchi che negli ospedali non ci sono ma in rete sì, ettolitri di disinfettanti e, già che ci sono, quintali di blister di medicinali miracolosi che uccidono il virus, mi tolgono anche il mal di schiena diventato cronico a furia di stare davanti a questo cazzo di computer a scrivere stronzate e, sempre già che ci sono, mi fanno diventare giovane, alta e magra. <o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormalCxSpMiddle">
<span style="font-family: "Times New Roman", serif; font-size: 14pt; line-height: 22.399999618530273px;">Dopo questa cura, naturalmente sarò esteticamente pronta per acquistare un viaggio aereo per una località esotica, quindici giorni tutto compreso al prezzo di un week-end. Portandomi dietro vestiti estivi e sandali arrivati direttamente da Wuhan.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormalCxSpMiddle">
<span style="font-family: "Times New Roman", serif; font-size: 14pt; line-height: 22.399999618530273px;">Ma se proprio dovessi decidere di restare a casa, Amazon mi offre tre mesi (tre mesi? sanno qualcosa che noi non sappiamo?) gratis di musica, posso comprare impastatrici e un forno nuovo per preparare torte e mi vendono anche un attrezzo per misurarmi l’inevitabile diabete «senza pungerti», mi posso ubriacare con ettolitri di vino e, siccome ci hanno spiegato che siamo in guerra, mi vendono quasi gratis una torcia militare e un drone tascabile grazie al quale potrò stanare comodamente dal balcone quelli che escono senza permesso e provare l’ebbrezza della delazione.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormalCxSpMiddle">
<span style="font-family: "Times New Roman", serif; font-size: 14pt; line-height: 22.399999618530273px;">E infine, ancora in tema di ebbrezza e sinonimi, il vincitore è senz’altro il sito che ti prospetta notti (e pure giorni, visto che ormai non sappiamo più che anno è, che giorno è, questo è il tempo di vivere con te, anche se i giardini di marzo ce li siamo già giocati e presto ci giocheremo anche quelli di aprile) di sesso sfrenato. Il nome suona, più o meno, facendo il verso a Faccialibro, come Scopalibro e ti chiede espressamente se «vuoi incontrare qualcuno per scopare». Ora, non sarebbe una brutta idea, però avrei bisogno di un chiarimento: dovendo rispettare la distanza di sicurezza di almeno un metro, siete sicuri di avere a disposizione «materiale» omologato? <o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormalCxSpMiddle">
<br /></div>
patrizia maltesehttp://www.blogger.com/profile/04822777739370533228noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-73483041801628086.post-38871182047457213462020-03-17T00:56:00.000-07:002020-03-17T01:34:31.409-07:00Elenco delle paure<div class="MsoNormal" style="-webkit-text-size-adjust: auto; -webkit-text-stroke-width: 0px; caret-color: rgb(0, 0, 0); color: black; font-family: Calibri, sans-serif; font-size: 10pt; font-style: italic; font-variant-caps: normal; font-weight: normal; letter-spacing: normal; line-height: 16px; margin: 0cm 0cm 10pt; orphans: auto; text-align: start; text-decoration: none; text-indent: 0px; text-transform: none; white-space: normal; widows: auto; word-spacing: 0px;">
<span style="font-family: "times new roman" , serif; font-size: 14pt; font-style: normal;">Magari scambiarsele serve a esorcizzarle un po’ e farle pesare meno.</span></div>
<div class="MsoListParagraphCxSpFirst" style="mso-list: l0 level1 lfo1; text-indent: -18.0pt;">
<!--[if !supportLists]--><span style="font-family: "times new roman" , serif; font-size: 14.0pt; font-style: normal; line-height: 120%;"><span style="mso-list: Ignore;">-<span style="font: 7.0pt "Times New Roman";"> </span></span></span><!--[endif]--><span style="font-family: "times new roman" , serif; font-size: 14pt; font-style: normal; line-height: 22.399999618530273px;">Paura di lasciare da soli i miei gatti. Comincio da loro perché sono i più indifesi e perché non sanno cosa sta accadendo. Non si spiegherebbero la mia assenza, non ci sono abituati. Anche nella migliore delle ipotesi (ospedale per qualche settimana e rientro a casa), chi si occuperebbe di loro nel frattempo se nessuno può uscire?<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoListParagraphCxSpMiddle" style="mso-list: l0 level1 lfo1; text-indent: -18.0pt;">
<!--[if !supportLists]--><span style="font-family: "times new roman" , serif; font-size: 14.0pt; font-style: normal; line-height: 120%;"><span style="mso-list: Ignore;">-<span style="font: 7.0pt "Times New Roman";"> </span></span></span><!--[endif]--><span style="font-family: "times new roman" , serif; font-size: 14pt; font-style: normal; line-height: 22.399999618530273px;">Paura di non vedere più mio figlio e la sua compagna, mia madre, mia sorella, mia nipote e tutta la truppa, mia zia, care amiche e cari amici, perché ho<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoListParagraphCxSpMiddle" style="mso-list: l0 level1 lfo1; text-indent: -18.0pt;">
<!--[if !supportLists]--><span style="font-family: "times new roman" , serif; font-size: 14.0pt; font-style: normal; line-height: 120%;"><span style="mso-list: Ignore;">-<span style="font: 7.0pt "Times New Roman";"> </span></span></span><!--[endif]--><span style="font-family: "times new roman" , serif; font-size: 14pt; font-style: normal; line-height: 22.399999618530273px;">Paura che questa cosa sia circolare e continuerà a tenerci in questa prigione per l’eternità<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoListParagraphCxSpMiddle" style="mso-list: l0 level1 lfo1; text-indent: -18.0pt;">
<!--[if !supportLists]--><span style="font-family: "times new roman" , serif; font-size: 14.0pt; font-style: normal; line-height: 120%;"><span style="mso-list: Ignore;">-<span style="font: 7.0pt "Times New Roman";"> </span></span></span><!--[endif]--><span style="font-family: "times new roman" , serif; font-size: 14pt; font-style: normal; line-height: 22.399999618530273px;">Paura di non poter mai più fare pace con l’ultima persona con cui avrei voluto litigare (e fra un po' saranno tre mesi che non ci parliamo), perché ho <o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoListParagraphCxSpMiddle" style="mso-list: l0 level1 lfo1; text-indent: -18.0pt;">
<!--[if !supportLists]--><span style="font-family: "times new roman" , serif; font-size: 14.0pt; font-style: normal; line-height: 120%;"><span style="mso-list: Ignore;">-<span style="font: 7.0pt "Times New Roman";"> </span></span></span><!--[endif]--><span style="font-family: "times new roman" , serif; font-size: 14pt; font-style: normal; line-height: 22.399999618530273px;">Paura che questa cosa sia circolare e continuerà a tenerci in questa prigione per l’eternità<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoListParagraphCxSpMiddle" style="mso-list: l0 level1 lfo1; text-indent: -18.0pt;">
<!--[if !supportLists]--><span style="font-family: "times new roman" , serif; font-size: 14.0pt; font-style: normal; line-height: 120%;"><span style="mso-list: Ignore;">-<span style="font: 7.0pt "Times New Roman";"> </span></span></span><!--[endif]--><span style="font-family: "times new roman" , serif; font-size: 14pt; font-style: normal; line-height: 22.399999618530273px;">Paura che l’attività di mio figlio, in cui ha speso tutte le sue energie, vada a carte quarantotto<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoListParagraphCxSpMiddle" style="mso-list: l0 level1 lfo1; text-indent: -18.0pt;">
<!--[if !supportLists]--><span style="font-family: "times new roman" , serif; font-size: 14.0pt; font-style: normal; line-height: 120%;"><span style="mso-list: Ignore;">-<span style="font: 7.0pt "Times New Roman";"> </span></span></span><!--[endif]--><span style="font-family: "times new roman" , serif; font-size: 14pt; font-style: normal; line-height: 22.399999618530273px;">Paura che non riapra la mia casa editrice, che chiamo «mia» non perché ne sia proprietaria, ma perché la considero famiglia e le voglio bene<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoListParagraphCxSpMiddle" style="mso-list: l0 level1 lfo1; text-indent: -18.0pt;">
<!--[if !supportLists]--><span style="font-family: "times new roman" , serif; font-size: 14.0pt; font-style: normal; line-height: 120%;"><span style="mso-list: Ignore;">-<span style="font: 7.0pt "Times New Roman";"> </span></span></span><!--[endif]--><span style="font-family: "times new roman" , serif; font-size: 14pt; font-style: normal; line-height: 22.399999618530273px;">Paura che mia sorella non riesca più a vendere la vigna, perché ho<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoListParagraphCxSpMiddle" style="mso-list: l0 level1 lfo1; text-indent: -18.0pt;">
<!--[if !supportLists]--><span style="font-family: "times new roman" , serif; font-size: 14.0pt; font-style: normal; line-height: 120%;"><span style="mso-list: Ignore;">-<span style="font: 7.0pt "Times New Roman";"> </span></span></span><!--[endif]--><span style="font-family: "times new roman" , serif; font-size: 14pt; font-style: normal; line-height: 22.399999618530273px;">Paura che questa cosa sia circolare e continuerà a tenerci in questa prigione per l’eternità<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoListParagraphCxSpMiddle" style="mso-list: l0 level1 lfo1; text-indent: -18.0pt;">
<!--[if !supportLists]--><span style="font-family: "times new roman" , serif; font-size: 14.0pt; font-style: normal; line-height: 120%;"><span style="mso-list: Ignore;">-<span style="font: 7.0pt "Times New Roman";"> </span></span></span><!--[endif]--><span style="font-family: "times new roman" , serif; font-size: 14pt; font-style: normal; line-height: 22.399999618530273px;">Paura di non rivedere il mare<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoListParagraphCxSpMiddle" style="mso-list: l0 level1 lfo1; text-indent: -18.0pt;">
<!--[if !supportLists]--><span style="font-family: "times new roman" , serif; font-size: 14.0pt; font-style: normal; line-height: 120%;"><span style="mso-list: Ignore;">-<span style="font: 7.0pt "Times New Roman";"> </span></span></span><!--[endif]--><span style="font-family: "times new roman" , serif; font-size: 14pt; font-style: normal; line-height: 22.399999618530273px;">Paura dei gesti senza ritorno di chi lavorava in nero e non potrà rivendicare nessuna forma di risarcimento, ma forse crederà di uscirne mettendo la propria vita nelle mani degli usurai e sarà peggio che avere preso la malattia o che avere scelto di darsi la morte<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoListParagraphCxSpMiddle" style="mso-list: l0 level1 lfo1; text-indent: -18.0pt;">
<!--[if !supportLists]--><span style="font-family: "times new roman" , serif; font-size: 14.0pt; font-style: normal; line-height: 120%;"><span style="mso-list: Ignore;">-<span style="font: 7.0pt "Times New Roman";"> </span></span></span><!--[endif]--><span style="font-family: "times new roman" , serif; font-size: 14pt; font-style: normal; line-height: 22.399999618530273px;">Paura che, se non ci prende questa malattia, ci prenderà quell’altra altrettanto terribile che si chiama depressione perché ho<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoListParagraphCxSpMiddle" style="mso-list: l0 level1 lfo1; text-indent: -18.0pt;">
<!--[if !supportLists]--><span style="font-family: "times new roman" , serif; font-size: 14.0pt; font-style: normal; line-height: 120%;"><span style="mso-list: Ignore;">-<span style="font: 7.0pt "Times New Roman";"> </span></span></span><!--[endif]--><span style="font-family: "times new roman" , serif; font-size: 14pt; font-style: normal; line-height: 22.399999618530273px;">Paura che questa cosa sia circolare e continuerà a tenerci in questa prigione per l’eternità<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoListParagraphCxSpMiddle" style="mso-list: l0 level1 lfo1; text-indent: -18.0pt;">
<!--[if !supportLists]--><span style="font-family: "times new roman" , serif; font-size: 14.0pt; font-style: normal; line-height: 120%;"><span style="mso-list: Ignore;">-<span style="font: 7.0pt "Times New Roman";"> </span></span></span><!--[endif]--><span style="font-family: "times new roman" , serif; font-size: 14pt; font-style: normal; line-height: 22.399999618530273px;">Paura quando l’urlo di un’ambulanza lacera il silenzio<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoListParagraphCxSpMiddle" style="mso-list: l0 level1 lfo1; text-indent: -18.0pt;">
<!--[if !supportLists]--><span style="font-family: "times new roman" , serif; font-size: 14.0pt; font-style: normal; line-height: 120%;"><span style="mso-list: Ignore;">-<span style="font: 7.0pt "Times New Roman";"> </span></span></span><!--[endif]--><span style="font-family: "times new roman" , serif; font-size: 14pt; font-style: normal; line-height: 22.399999618530273px;">Paura che non riapriranno librerie, cinema, teatri, negozi, fabbriche, scuole e milioni di persone perderanno il lavoro e perderanno il senno perché ho<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoListParagraphCxSpMiddle" style="mso-list: l0 level1 lfo1; text-indent: -18.0pt;">
<!--[if !supportLists]--><span style="font-family: "times new roman" , serif; font-size: 14.0pt; font-style: normal; line-height: 120%;"><span style="mso-list: Ignore;">-<span style="font: 7.0pt "Times New Roman";"> </span></span></span><!--[endif]--><span style="font-family: "times new roman" , serif; font-size: 14pt; font-style: normal; line-height: 22.399999618530273px;">Paura che non andrà tutto bene e anzi è andato già tutto male<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoListParagraphCxSpMiddle" style="mso-list: l0 level1 lfo1; text-indent: -18.0pt;">
<!--[if !supportLists]--><span style="font-family: "times new roman" , serif; font-size: 14.0pt; font-style: normal; line-height: 120%;"><span style="mso-list: Ignore;">-<span style="font: 7.0pt "Times New Roman";"> </span></span></span><!--[endif]--><span style="font-family: "times new roman" , serif; font-size: 14pt; font-style: normal; line-height: 22.399999618530273px;">Paura che non riapra il bar di un caro amico che frequento poco ma a cui voglio bene<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoListParagraphCxSpMiddle" style="mso-list: l0 level1 lfo1; text-indent: -18.0pt;">
<!--[if !supportLists]--><span style="font-family: "times new roman" , serif; font-size: 14.0pt; font-style: normal; line-height: 120%;"><span style="mso-list: Ignore;">-<span style="font: 7.0pt "Times New Roman";"> </span></span></span><!--[endif]--><span style="font-family: "times new roman" , serif; font-size: 14pt; font-style: normal; line-height: 22.399999618530273px;">Paura che una nuova calamità ci costringa a scegliere se riversarci nelle strade andando incontro al contagio o restare sotto le macerie<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoListParagraphCxSpMiddle" style="mso-list: l0 level1 lfo1; text-indent: -18.0pt;">
<!--[if !supportLists]--><span style="font-family: "times new roman" , serif; font-size: 14.0pt; font-style: normal; line-height: 120%;"><span style="mso-list: Ignore;">-<span style="font: 7.0pt "Times New Roman";"> </span></span></span><!--[endif]--><span style="font-family: "times new roman" , serif; font-size: 14pt; font-style: normal; line-height: 22.399999618530273px;">Paura di avere paura degli altri esseri umani<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoListParagraphCxSpMiddle" style="mso-list: l0 level1 lfo1; text-indent: -18.0pt;">
<!--[if !supportLists]--><span style="font-family: "times new roman" , serif; font-size: 14.0pt; font-style: normal; line-height: 120%;"><span style="mso-list: Ignore;">-<span style="font: 7.0pt "Times New Roman";"> </span></span></span><!--[endif]--><span style="font-family: "times new roman" , serif; font-size: 14pt; font-style: normal; line-height: 22.399999618530273px;">Paura di odiare la tua casa che ami tanto, la tua tana, perché ho<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoListParagraphCxSpMiddle" style="mso-list: l0 level1 lfo1; text-indent: -18.0pt;">
<!--[if !supportLists]--><span style="font-family: "times new roman" , serif; font-size: 14.0pt; font-style: normal; line-height: 120%;"><span style="mso-list: Ignore;">-<span style="font: 7.0pt "Times New Roman";"> </span></span></span><!--[endif]--><span style="font-family: "times new roman" , serif; font-size: 14pt; font-style: normal; line-height: 22.399999618530273px;">Paura che questa cosa sia circolare e continuerà a tenerci in questa prigione per l’eternità<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoListParagraphCxSpMiddle" style="mso-list: l0 level1 lfo1; text-indent: -18.0pt;">
<!--[if !supportLists]--><span style="font-family: "times new roman" , serif; font-size: 14.0pt; font-style: normal; line-height: 120%;"><span style="mso-list: Ignore;">-<span style="font: 7.0pt "Times New Roman";"> </span></span></span><!--[endif]--><span style="font-family: "times new roman" , serif; font-size: 14pt; font-style: normal; line-height: 22.399999618530273px;">Paura di non sentire più il rumore della vita, con i suoi aspetti positivi e quelli negativi, dai bambini che giocano in un parco agli automobilisti maleducati che suonano il clacson senza motivo<o:p></o:p></span><br />
<span style="font-family: "times new roman" , serif; font-size: medium;">- </span><span style="font-family: "times new roman" , serif; font-size: 18.66666603088379px; text-indent: -18pt;">Paura di non avere più voglia di scrivere</span></div>
<div class="MsoListParagraphCxSpMiddle" style="mso-list: l0 level1 lfo1; text-indent: -18.0pt;">
<!--[if !supportLists]--><span style="font-family: "times new roman" , serif; font-size: 14.0pt; font-style: normal; line-height: 120%;"><span style="mso-list: Ignore;">-<span style="font: 7.0pt "Times New Roman";"> </span></span></span><!--[endif]--><span style="font-family: "times new roman" , serif; font-size: 14pt; font-style: normal; line-height: 22.399999618530273px;">Paura che la musica ad alto volume non basti più a coprire l’alto volume della paura<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoListParagraphCxSpMiddle" style="-webkit-text-size-adjust: auto; -webkit-text-stroke-width: 0px; caret-color: rgb(0, 0, 0); color: black; font-family: Calibri, sans-serif; font-size: 10pt; font-style: italic; font-variant-caps: normal; font-weight: normal; letter-spacing: normal; line-height: 16px; margin: 0cm 0cm 0.0001pt 36pt; orphans: auto; text-align: start; text-decoration: none; text-indent: 0px; text-transform: none; white-space: normal; widows: auto; word-spacing: 0px;">
<br /></div>
<div class="MsoListParagraphCxSpMiddle" style="mso-list: l0 level1 lfo1; text-indent: -18.0pt;">
<!--[if !supportLists]--><span style="font-family: "times new roman" , serif; font-size: 14.0pt; font-style: normal; line-height: 120%;"><span style="mso-list: Ignore;">-<span style="font: 7.0pt "Times New Roman";"> </span></span></span><!--[endif]--><span style="font-family: "times new roman" , serif; font-size: 14pt; font-style: normal; line-height: 22.399999618530273px;">Paura di impazzire<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoListParagraphCxSpMiddle" style="-webkit-text-size-adjust: auto; -webkit-text-stroke-width: 0px; caret-color: rgb(0, 0, 0); color: black; font-family: Calibri, sans-serif; font-size: 10pt; font-style: italic; font-variant-caps: normal; font-weight: normal; letter-spacing: normal; line-height: 16px; margin: 0cm 0cm 0.0001pt 36pt; orphans: auto; text-align: start; text-decoration: none; text-indent: 0px; text-transform: none; white-space: normal; widows: auto; word-spacing: 0px;">
<br /></div>
<style class="WebKit-mso-list-quirks-style">
<!--
/* Style Definitions */
p.MsoNormal, li.MsoNormal, div.MsoNormal
{mso-style-unhide:no;
mso-style-qformat:yes;
mso-style-parent:"";
margin-top:0cm;
margin-right:0cm;
margin-bottom:10.0pt;
margin-left:0cm;
line-height:120%;
mso-pagination:widow-orphan;
font-size:10.0pt;
font-family:"Calibri",sans-serif;
mso-ascii-font-family:Calibri;
mso-ascii-theme-font:minor-latin;
mso-fareast-font-family:Calibri;
mso-fareast-theme-font:minor-latin;
mso-hansi-font-family:Calibri;
mso-hansi-theme-font:minor-latin;
mso-bidi-font-family:"Times New Roman";
mso-bidi-theme-font:minor-bidi;
mso-fareast-language:EN-US;
font-style:italic;}
p.MsoListParagraph, li.MsoListParagraph, div.MsoListParagraph
{mso-style-priority:34;
mso-style-unhide:no;
mso-style-qformat:yes;
margin-top:0cm;
margin-right:0cm;
margin-bottom:10.0pt;
margin-left:36.0pt;
mso-add-space:auto;
line-height:120%;
mso-pagination:widow-orphan;
font-size:10.0pt;
font-family:"Calibri",sans-serif;
mso-ascii-font-family:Calibri;
mso-ascii-theme-font:minor-latin;
mso-fareast-font-family:Calibri;
mso-fareast-theme-font:minor-latin;
mso-hansi-font-family:Calibri;
mso-hansi-theme-font:minor-latin;
mso-bidi-font-family:"Times New Roman";
mso-bidi-theme-font:minor-bidi;
mso-fareast-language:EN-US;
font-style:italic;}
p.MsoListParagraphCxSpFirst, li.MsoListParagraphCxSpFirst, div.MsoListParagraphCxSpFirst
{mso-style-priority:34;
mso-style-unhide:no;
mso-style-qformat:yes;
mso-style-type:export-only;
margin-top:0cm;
margin-right:0cm;
margin-bottom:0cm;
margin-left:36.0pt;
margin-bottom:.0001pt;
mso-add-space:auto;
line-height:120%;
mso-pagination:widow-orphan;
font-size:10.0pt;
font-family:"Calibri",sans-serif;
mso-ascii-font-family:Calibri;
mso-ascii-theme-font:minor-latin;
mso-fareast-font-family:Calibri;
mso-fareast-theme-font:minor-latin;
mso-hansi-font-family:Calibri;
mso-hansi-theme-font:minor-latin;
mso-bidi-font-family:"Times New Roman";
mso-bidi-theme-font:minor-bidi;
mso-fareast-language:EN-US;
font-style:italic;}
p.MsoListParagraphCxSpMiddle, li.MsoListParagraphCxSpMiddle, div.MsoListParagraphCxSpMiddle
{mso-style-priority:34;
mso-style-unhide:no;
mso-style-qformat:yes;
mso-style-type:export-only;
margin-top:0cm;
margin-right:0cm;
margin-bottom:0cm;
margin-left:36.0pt;
margin-bottom:.0001pt;
mso-add-space:auto;
line-height:120%;
mso-pagination:widow-orphan;
font-size:10.0pt;
font-family:"Calibri",sans-serif;
mso-ascii-font-family:Calibri;
mso-ascii-theme-font:minor-latin;
mso-fareast-font-family:Calibri;
mso-fareast-theme-font:minor-latin;
mso-hansi-font-family:Calibri;
mso-hansi-theme-font:minor-latin;
mso-bidi-font-family:"Times New Roman";
mso-bidi-theme-font:minor-bidi;
mso-fareast-language:EN-US;
font-style:italic;}
p.MsoListParagraphCxSpLast, li.MsoListParagraphCxSpLast, div.MsoListParagraphCxSpLast
{mso-style-priority:34;
mso-style-unhide:no;
mso-style-qformat:yes;
mso-style-type:export-only;
margin-top:0cm;
margin-right:0cm;
margin-bottom:10.0pt;
margin-left:36.0pt;
mso-add-space:auto;
line-height:120%;
mso-pagination:widow-orphan;
font-size:10.0pt;
font-family:"Calibri",sans-serif;
mso-ascii-font-family:Calibri;
mso-ascii-theme-font:minor-latin;
mso-fareast-font-family:Calibri;
mso-fareast-theme-font:minor-latin;
mso-hansi-font-family:Calibri;
mso-hansi-theme-font:minor-latin;
mso-bidi-font-family:"Times New Roman";
mso-bidi-theme-font:minor-bidi;
mso-fareast-language:EN-US;
font-style:italic;}
.MsoChpDefault
{mso-style-type:export-only;
mso-default-props:yes;
font-size:11.0pt;
mso-ansi-font-size:11.0pt;
mso-bidi-font-size:11.0pt;
font-family:"Calibri",sans-serif;
mso-ascii-font-family:Calibri;
mso-ascii-theme-font:minor-latin;
mso-fareast-font-family:Calibri;
mso-fareast-theme-font:minor-latin;
mso-hansi-font-family:Calibri;
mso-hansi-theme-font:minor-latin;
mso-bidi-font-family:"Times New Roman";
mso-bidi-theme-font:minor-bidi;
mso-fareast-language:EN-US;}
.MsoPapDefault
{mso-style-type:export-only;
margin-bottom:10.0pt;
line-height:120%;}
@page WordSection1
{size:595.0pt 842.0pt;
margin:70.85pt 2.0cm 2.0cm 2.0cm;
mso-header-margin:35.4pt;
mso-footer-margin:35.4pt;
mso-paper-source:0;}
div.WordSection1
{page:WordSection1;}
/* List Definitions */
@list l0
{mso-list-id:1396663543;
mso-list-type:hybrid;
mso-list-template-ids:468872708 -1243696268 68157443 68157445 68157441 68157443 68157445 68157441 68157443 68157445;}
@list l0:level1
{mso-level-start-at:8;
mso-level-number-format:bullet;
mso-level-text:-;
mso-level-tab-stop:none;
mso-level-number-position:left;
text-indent:-18.0pt;
font-family:"Times New Roman",serif;
mso-fareast-font-family:Calibri;
mso-fareast-theme-font:minor-latin;}
@list l0:level2
{mso-level-number-format:bullet;
mso-level-text:o;
mso-level-tab-stop:none;
mso-level-number-position:left;
text-indent:-18.0pt;
font-family:"Courier New";}
@list l0:level3
{mso-level-number-format:bullet;
mso-level-text:;
mso-level-tab-stop:none;
mso-level-number-position:left;
text-indent:-18.0pt;
font-family:Wingdings;}
@list l0:level4
{mso-level-number-format:bullet;
mso-level-text:;
mso-level-tab-stop:none;
mso-level-number-position:left;
text-indent:-18.0pt;
font-family:Symbol;}
@list l0:level5
{mso-level-number-format:bullet;
mso-level-text:o;
mso-level-tab-stop:none;
mso-level-number-position:left;
text-indent:-18.0pt;
font-family:"Courier New";}
@list l0:level6
{mso-level-number-format:bullet;
mso-level-text:;
mso-level-tab-stop:none;
mso-level-number-position:left;
text-indent:-18.0pt;
font-family:Wingdings;}
@list l0:level7
{mso-level-number-format:bullet;
mso-level-text:;
mso-level-tab-stop:none;
mso-level-number-position:left;
text-indent:-18.0pt;
font-family:Symbol;}
@list l0:level8
{mso-level-number-format:bullet;
mso-level-text:o;
mso-level-tab-stop:none;
mso-level-number-position:left;
text-indent:-18.0pt;
font-family:"Courier New";}
@list l0:level9
{mso-level-number-format:bullet;
mso-level-text:;
mso-level-tab-stop:none;
mso-level-number-position:left;
text-indent:-18.0pt;
font-family:Wingdings;}
</style>
--><br />
<div class="MsoListParagraphCxSpLast" style="mso-list: l0 level1 lfo1; text-indent: -18.0pt;">
<!--[if !supportLists]--><span style="font-family: "times new roman" , serif; font-size: 14.0pt; font-style: normal; line-height: 120%;">-<span style="font-family: "times new roman"; font-size: 7pt; font-stretch: normal; line-height: normal;"> </span></span><!--[endif]--><span style="font-family: "times new roman" , serif; font-size: 14pt; font-style: normal; line-height: 22.399999618530273px;">Paura da impazzire<o:p></o:p></span></div>
patrizia maltesehttp://www.blogger.com/profile/04822777739370533228noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-73483041801628086.post-63761161733287921802020-03-08T05:03:00.000-07:002020-03-08T05:03:02.846-07:00Volersi bene a distanza<div class="MsoNormalCxSpFirst" style="line-height: normal;">
<span style="font-family: "Times New Roman", serif; font-size: 14pt;">Facciamo che oggi è il 29 marzo. Da qualche anno non è una bella data per la mia famiglia, però stavolta sì: ieri abbiamo festeggiato il compleanno della mamma, che in realtà lo fa il 27, ma abbiamo aspettato che arrivassero tutti. Gabriella è arrivata da Orvieto, Carlo e Ines da Bologna, Elena Emiliano Ludovico e Jacopo da Roma, zia Tata da Modica. Mancava solo Daniele, manca da quell’altro 29 marzo e la sua assenza è sempre presente e devastante.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormalCxSpMiddle" style="line-height: normal;">
<span style="font-family: "Times New Roman", serif; font-size: 14pt;">Sono mesi che organizziamo questa cosa: quelli che arrivavano da fuori hanno preso i biglietti per tempo. E ieri è stata proprio una bella festa. La mamma era davvero contenta di avere intorno figlie, sorella, nipoti e pronipoti, ha fatto un po’ di citazioni in latino che una volta a casa nostra durante il pranzo non mancavano mai, ha battibeccato con suo marito, ha rimproverato più volte lo chef che sbagliava i congiuntivi, ha parlato di quando i ricevimenti li faceva a casa e cucinava tutto lei e non al ristorante ché le cose non saranno mai buone come le vorrebbe e come le fa lei, ha ricostruito letterariamente le epidemie nei secoli, ci ha spiegato cosa avrebbe dovuto fare il governo nell’emergenza corona virus, ha detto che comunque lei sta benissimo e non la scalfisce niente. E io, come sempre, un po’ mi sono incazzata e un po’ ho riso per queste sue incrollabili certezze che non lasciano mai spazio al dubbio.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormalCxSpMiddle" style="line-height: normal;">
<span style="font-family: "Times New Roman", serif; font-size: 14pt;">Oggi è il 29 marzo, sono già ripartiti tutti e siamo tutti un po’ tristi, però siamo anche contenti perché ce l’abbiamo fatta, ci siamo arrivati tutti e siamo riusciti a festeggiare, malgrado nelle ultime settimane non ne fossimo più così sicuri e il volo di ritorno di Carlo e Ines era stato annullato tanto che ne hanno comprato un altro, perché non si poteva mancare al compleanno della nonna, perché – come dice lei stessa – «io novant’anni una volta sola li faccio». E sì, lo sappiamo e lo sa anche lei che pure venti, trenta o quaranta si fanno una volta, ma novanta è un’altra cosa.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormalCxSpMiddle" style="line-height: normal;">
<br /></div>
<div class="MsoNormalCxSpMiddle" style="line-height: normal;">
<span style="font-family: "Times New Roman", serif; font-size: 14pt;">Oggi non è il 29 marzo, è appena l’8 e già sappiamo con venti giorni di anticipo che la festa non ci sarà, non quando avevamo fissato almeno: nelle ultime ore la situazione è precipitata in tutta Italia, il governo ha preso delle decisioni senza consultare mia madre, qualcuno le ha rese note prima che avessero l’ufficialità della firma, qualcun altro in Lombardia ha dato l’assalto ai treni, camminiamo per le strade e sentiamo la frustrazione di non poter abbracciare gli amici, se uno per strada starnutisce per una semplice influenza o per l’allergia lo guardiamo con odio. <o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormalCxSpMiddle" style="line-height: normal;">
<span style="font-family: "Times New Roman", serif; font-size: 14pt;">Noi abbiamo dovuto fare una scelta di buon senso e di razionalità: non puoi rischiare di partire da una zona quasi rossa portandoti dietro il virus e scaricandolo ai piedi di una persona di novant’anni, anche se lei è convinta di essere invulnerabile. Quindi per quest’anno ci vorremo bene a distanza. <o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormalCxSpMiddle" style="line-height: normal;">
<span style="font-family: "Times New Roman", serif; font-size: 14pt;">E però io adesso avrei voglia di abbracciare tutti quelli che stavano preparando da tempo un qualche festeggiamento, che in un punto lontano del cuore avevano il timore inconfessabile di qualcosa (l’età, una malattia grave) che avrebbe potuto impedirlo ma andavano avanti nei preparativi, ci credevano e dimostravano di crederci, o forse fingevano di crederci, e adesso invece sanno con certezza di doverci rinunciare, che la festa non c’è stata e che oggi non è l’indomani della festa. E che chissà quando potremo ricominciare ad abbracciarci.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormalCxSpMiddle" style="line-height: normal;">
<br /></div>
patrizia maltesehttp://www.blogger.com/profile/04822777739370533228noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-73483041801628086.post-28719380567972223922020-02-05T01:42:00.000-08:002020-02-05T02:05:04.795-08:00Mi toccheranno i campi di lavoro (ho visto Sanremo)<div class="MsoNormalCxSpFirst">
<span style="font-family: "times new roman" , serif; font-size: 14pt; line-height: 22.399999618530273px;">Premessa: non ho mai detto che non l’avrei visto. E non perché non creda nel valore del boicottaggio, ma perché sarebbe stato come pensare di boicottare l’inquinamento non respirando. <o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormalCxSpMiddle">
<span style="font-family: "times new roman" , serif; font-size: 14pt; line-height: 22.399999618530273px;">Sanremo è da settant’anni un pezzo di vita degli italiani con cui, vuoi o non vuoi, anche senza guardarlo, devi fare i conti perché tanto l’indomani ne parleranno tutti e perché è comunque uno specchio della società così come la società è uno specchio di Sanremo. <o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormalCxSpMiddle">
<span style="font-family: "times new roman" , serif; font-size: 14pt; line-height: 22.399999618530273px;">Dunque lo guardo, anche se qualcuna convinta di possedere la verità rivelata aveva deciso che le femministe non dovessero guardarlo e aveva dettato la linea dalla quale non si poteva derogare e deragliare (temo che adesso ci toccheranno i campi di lavoro). <o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormalCxSpMiddle">
<span style="font-family: "times new roman" , serif; font-size: 14pt; line-height: 22.399999618530273px;">Lo guardo per «interesse sociologico» - come dice una mia amica -, ma a pezzetti e oltre una certa ora non vado. Quindi se entro la prima ora/ora e mezza succede qualcosa di buono, mi sarà andata di lusso; altrimenti ciccia e l’indomani vengo a sapere cosa mi sono perso. <o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormalCxSpMiddle">
<span style="font-family: "times new roman" , serif; font-size: 14pt; line-height: 22.399999618530273px;">Ho avuto qualche discreta botta di culo negli anni: avevo la tv accesa e mi aggiravo per casa senza prestare troppa attenzione, per esempio, nel febbraio del 1994, quando all’improvviso…minchia! Si parlava di mafia, si parlava delle stragi del 1992 e ’93, si parlava di agenti di scorta, quelli che nei tg vengono chiamati solo «agenti di scorta», come se non avessero nome, che rischiano la vita per due lire. Minchia, signor tenente! E ancora mi vengono i brividi quando ci ripenso, quando ricordo che rimasi paralizzata e senza fiato. Faletti aveva fatto una doppia operazione in un colpo solo: aveva parlato di uno degli argomenti più scabrosi nel paese della mafia che «non c’è» e in più aveva sdoganato davanti a milioni di spettatori e fatto diventare italiana una parola (una parolaccia) che prima era solo siciliana. <o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormalCxSpMiddle">
<span style="font-family: "times new roman" , serif; font-size: 14pt; line-height: 22.399999618530273px;">Qualche anno prima, nel 1988, guardavo e non guardavo: arrivò Luca Barbarossa e mi si raggelò il sangue. L’amore rubato si chiamava la sua canzone di cui forse non si ricorda più nessuno ed era forse una delle prime a Sanremo (se non la prima) che affrontasse il tema della violenza sessuale. <o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormalCxSpMiddle">
<span style="font-family: "times new roman" , serif; font-size: 14pt; line-height: 22.399999618530273px;">Arrivo al 2017 (per non farla troppo lunga), tre anni fa, quando sul palco dell’Ariston arriva un ragazzo di talentuosità e sensibilità potenti, che ci sbatte in faccia la violenza sulle donne: Vietato morire. Milioni di spettatori, milioni di ragazzini e ragazzine sentono parole semplici e imparano il femminicidio: io stessa quel brano di Ermal Meta l’ho portato nelle scuole tutte le volte che potevo per introdurre un libro sulla violenza di genere e grazie a quel brano entravo immediatamente in sintonia con le studentesse e gli studenti. Vuol dire che funzionava.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormalCxSpMiddle">
<span style="font-family: "times new roman" , serif; font-size: 14pt; line-height: 22.399999618530273px;">E allora perché oggi non dovrei postare sui social lo straordinario monologo di Rula Jebreal? Ieri sera sono andata a letto troppo presto e non l’ho visto, ma è stata la prima cosa che ho fatto stamattina e non rimpiango quei dodici minuti spesi. Mi sembrava un dovere civico e persino professionale. E no, non l’ho fatto per poterne parlare sui social: l’ho fatto perché possano vederlo e possano parlarne quelli che - per una ragione qualunque che non ho intenzione di giudicare - non l’hanno visto ieri sera. Anche le parole di Jebreal funzionavano, senza intellettualismi e accademicità. E dunque l’ho postato sui social, per quei pochi che non l’hanno visto. Perché è giusto e doveroso che quel dolore vero che molte di noi conoscono, che quelle lacrime che scorrono senza chiedere permesso e fanno da sottofondo a parole lucide e razionali diventino le lacrime di tutti e soprattutto le parole di tutti: la presa di coscienza di tutti. Non è forse quello che auspichiamo da tempo? E se Sanremo è lo strumento, va bene così.<o:p></o:p></span></div>
patrizia maltesehttp://www.blogger.com/profile/04822777739370533228noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-73483041801628086.post-6615991739947810682020-01-29T09:20:00.000-08:002020-01-29T09:20:02.175-08:00Feltri e il Prostamol<div class="MsoNormalCxSpFirst">
<span style="font-family: "Times New Roman", serif; font-size: 14pt; line-height: 22.399999618530273px;">Il povero Feltri, che ormai presumibilmente e anche visivamente ha difficoltà a contenersi, l’ha fatta ancora una volta fuori dal vaso.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormalCxSpMiddle">
<span style="font-family: "Times New Roman", serif; font-size: 14pt; line-height: 22.399999618530273px;">In mancanza di meglio (e forse proprio per questo) lo eccita particolarmente seminare odio contro le donne e dunque oggi sul suo giornale, Libero (!), se n’è uscito con un titolo a nove colonne in prima pagina per raccontarci la balla che i maschicidi – così li chiama – sarebbero più dei femminicidi. Mettendo nel calderone del presunto maschicidio omicidi di ogni tipo, fingendo di non sapere che di solito sono gli uomini che uccidono altri uomini, che sono rarissimi gli omicidi commessi da una partner, che il termine femminicidio indica l’uccisione di una donna da parte di un uomo – come spiega l’Accademia della Crusca – in ragione della sua mancata sottomissione, e che per questo il termine femminicidio indica non solo che una donna è stata uccisa (no, non ci provate: non lo usiamo per indicare l’uccisione di una donna nel corso di una rapina in banca) ma il motivo per cui è stata uccisa e cioè appunto perché un uomo voleva tenerla sottomessa, controllarne la vita, averne il pieno possesso come se si trattasse di una cosa. <o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormalCxSpMiddle">
<span style="font-family: "Times New Roman", serif; font-size: 14pt; line-height: 22.399999618530273px;">Ma evidentemente Vittorio Feltri, che dirige un giornale, non frequenta i corsi di formazione per giornalisti in cui si parla di violenza di genere, non legge i dati, non li analizza, non si informa pretendendo di informare, butta lì una frase senza sapere di cosa sa parlando e per il solo gusto di provocare. Soltanto perché a un certo punto gli scappa e deve trovare una scusa per farla, appunto. E non sarà un caso se nella stessa prima pagina del suo giornale c’è la pubblicità del Prostamol. <o:p></o:p></span></div>
patrizia maltesehttp://www.blogger.com/profile/04822777739370533228noreply@blogger.com1tag:blogger.com,1999:blog-73483041801628086.post-75777358600351844582020-01-12T07:05:00.000-08:002020-01-12T07:13:32.771-08:00Follia e odio<div class="MsoNormalCxSpFirst" style="line-height: normal;">
<span style="font-family: "times new roman" , serif; font-size: 14pt;">Prendete uno studente di ingegneria, meridionale, presumibilmente destinato – che sia figlio di proletari o di borghesi, ormai non fa quasi più differenza – a lasciare la propria terra per riuscire ad avere una vita decente. E prendete il lavoratore di un call center, presumibilmente sfruttato e senza tutele, magari costretto ad accettare quel lavoro lì perché è stato licenziato cinquantenne oppure perché, pur essendo giovane, e malgrado laurea e specializzazioni, non lo vuole nessuno.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormalCxSpMiddle" style="line-height: normal;">
<span style="font-family: "times new roman" , serif; font-size: 14pt;">Dovrebbero stare dalla stessa parte, no? E invece no.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormalCxSpMiddle" style="line-height: normal;">
<span style="font-family: "times new roman" , serif; font-size: 14pt;">La vicenda è stata raccontata dallo stesso ragazzo: Alberto, napoletano, ha un problema con il pagamento della bolletta Tim e telefona al 187. Gli risponde un uomo con accento settentrionale che, invece di aiutarlo a risolvere il problema (dovrebbe rientrare fra le sue competenze, se non sbaglio) – come invece fanno migliaia e forse milioni di suoi colleghi, gentilissimi nonostante un lavoro di merda –, comincia a insultarlo: tutti da Napoli questi problemi, i napoletani danno solo problemi all’Italia, i napoletani vogliono che gli altri risolvano i loro problemi, i napoletani non fanno un cazzo, i napoletani campano sulle spalle degli altri. Insomma, linea Salvini. Peraltro da poco condannato per razzismo con decreto penale proprio per avere insultato i napoletani. Ricordate il coretto del 2009 «Senti che puzza, scappano anche i cani, stanno arrivando i napoletani»? Ecco, proprio quello. <o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormalCxSpMiddle" style="line-height: normal;">
<span style="font-family: "times new roman" , serif; font-size: 14pt;">Secondo il racconto dello studente, come se non bastasse, il solerte operatore salvinizzato si è anche profuso in insulti omofobi nei suoi confronti, e ha completato l’opera con minacce in perfetto stile mafioso quando lui ha annunciato l’intenzione di querelarlo: «Io so chi sei. Ho i tuoi dati qui. Ti faccio un culo così». <o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormalCxSpMiddle" style="line-height: normal;">
<span style="font-family: "times new roman" , serif; font-size: 14pt;">Alberto ha parlato di quattro minuti di pura follia e odio. Pura follia e odio. Gli stessi che gli italiani stanno subendo da anni, da quando esiste la Lega che inneggiava alla potenza distruttrice dell’Etna e da quando si è incattivita ulteriormente con l’arrivo di Salvini. Follia e odio. Questo è riuscito a creare Salvini, con la sua «Bestia», con i suoi seguaci sguinzagliati a vomitare insulti attraverso i social: follia e odio, contro i migranti, contro le donne, contro gli omosessuali; follia e odio degli italiani contro gli italiani, dei poveri contro i poveri. Ad Alberto la Tim ha chiesto scusa, dichiarandosi basita e sorpresa. Agli italiani chi chiederà scusa per avere permesso a un razzista di governare il paese? E magari i meridionali dovrebbero pensare alla storia di Alberto prima di votare per uno che alla fine, proprio come quell'operatore del call center, ha solo l'obiettivo di farci un culo così.</span></div>
<div class="MsoNormalCxSpMiddle" style="line-height: normal;">
<br /></div>
patrizia maltesehttp://www.blogger.com/profile/04822777739370533228noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-73483041801628086.post-44658211699882742062020-01-03T08:13:00.002-08:002020-01-03T08:39:17.960-08:00Ucciso da un robot<div class="MsoNormalCxSpFirst">
<span style="font-family: "times new roman" , serif; font-size: 14pt; line-height: 22.399999618530273px;">«Io lo so che prima o poi sarò sostituito da un robot». Eravamo andate, mia sorella e io, qualche giorno fa in un grande negozio di elettrodomestici a chiedere informazioni: ovviamente avevamo già visto quello che ci interessava su internet e glielo abbiamo detto, ma avevamo bisogno di confrontarci con un essere umano. Lui, appunto: umanissimo, più o meno trentenne, con uno sguardo dolce e rassegnato, conveniva sul fatto che parlare era meglio che «navigare». E però «io lo so che prima o poi sarò sostituito da un robot». Non c’è bisogno di essere luddisti per sapere che le macchine sostituite indiscriminatamente alle donne e agli uomini, sacrificati sull’altare del profitto, quelle macchine che non chiedono ferie, diritti, congedi di maternità o di paternità, sicurezza sul lavoro, prima o poi quel lavoro lo uccideranno. In qualche caso non metaforicamente.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormalCxSpMiddle">
<span style="font-family: "times new roman" , serif; font-size: 14pt; line-height: 22.399999618530273px;">Eppure quello che è successo ieri, 2 gennaio, ad Atessa, in una fabbrica di manutenzione degli stabilimenti ex Fiat, sembra proprio la metafora di quello che succederà, delle macchine che uccideranno i lavoratori: Cristian Perilli aveva 29 anni, forse era contento di non essere stato costretto a emigrare come tanti suoi coetanei ed è stato schiacciato da un robot. Ucciso da una macchina, lui e il suo lavoro. E in questa foga di stilare classifiche – il primo bambino nato nel 2020, l’ultima centenaria sopravvissuta al 2019, la prima mano amputata per i botti – a lui è toccato il titolo di primo morto sul lavoro di quest’anno. Magari avrebbe fatto volentieri a meno di questo primato.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormalCxSpMiddle">
<span style="font-family: "times new roman" , serif; font-size: 14pt; line-height: 22.399999618530273px;">Magari avrebbe fatto volentieri a meno della solita ipocrita nota di Fca che esprime «profondo cordoglio e vicinanza alla famiglia per la tragica scomparsa».<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormalCxSpMiddle">
<span style="font-family: "times new roman" , serif; font-size: 14pt; line-height: 22.399999618530273px;">Magari avrebbe preferito che l’azienda, invece di battersi il petto dopo, avesse investito prima in misure di sicurezza e che qualcuno ne controllasse il rispetto. E magari che qualcuno prevenisse in maniera seria questo sterminio sistematico di massa: altrimenti può darsi che ci venga il sospetto che tutto ciò serva a farci preferire di essere sostituiti da un robot piuttosto che esserne uccisi. <o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormalCxSpMiddle">
<br /></div>
patrizia maltesehttp://www.blogger.com/profile/04822777739370533228noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-73483041801628086.post-79456327209607618862019-11-21T05:02:00.000-08:002019-12-14T06:07:53.998-08:00That is the question<div class="MsoNormalCxSpFirst">
<span lang="EN-US" style="font-family: "times new roman" , serif; font-size: 14pt; line-height: 22.399999618530273px;">Pilchards or not pilchards? That is the question. </span><span style="font-family: "times new roman" , serif; font-size: 14pt; line-height: 22.399999618530273px;">Se sia più nobile sopportare le percosse e le ingiurie di un fascio di merda oppure prendere le armi dell’ironia contro un mare di guai che ci siamo procurati da soli e risalire la china.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormalCxSpMiddle">
<span style="font-family: "times new roman" , serif; font-size: 14pt; line-height: 22.399999618530273px;">Scrivo senza certezze, confusa e infelice, perché a me questa cosa di una manifestazione spontanea magari poco politicizzata (o, per essere precisi, poco “partitizzata”) e però consapevole che il problema è questo nuovo fascismo, questa piazza che cantava </span><span style="font-family: "times new roman" , serif; font-size: 14pt; line-height: 22.399999618530273px;">Bella ciao </span><span style="font-family: "times new roman" , serif; font-size: 14pt; line-height: 22.399999618530273px;">ben sapendo che significa proprio Resistenza al fascismo e ai fascismi, beh, a me questa cosa piaceva. Mi piacciono moltissimo le piazze dove si canta </span><span style="font-family: "times new roman" , serif; font-size: 14pt; line-height: 22.399999618530273px;">Bella ciao</span><span style="font-family: "times new roman" , serif; font-size: 14pt; line-height: 22.399999618530273px;">, dalla Francia alla Grecia al Cile, perché sono quanto di più politico e consapevole possa esserci. Come succedeva fino a qualche anno fa anche da noi, in Italia. Io me lo ricordo bene quando uscivamo in macchina a fare speakeraggio durante le campagne elettorali e, appena partiva </span><span style="font-family: "times new roman" , serif; font-size: 14pt; line-height: 22.399999618530273px;">Bella ciao</span><span style="font-family: "times new roman" , serif; font-size: 14pt; line-height: 22.399999618530273px;">, c’era un mondo che cantava con noi: dai marciapiedi qualcuno – pochi – salutava a pugno chiuso, ma tutti, proprio tutti, cantavano. E dal labiale si capiva che conoscevano a memoria tutte le parole, come si conviene a un “inno nazionale”. Era un segnale che ci autorizzava ad aumentare il volume e credo che nessuno (a parte i fascisti, che borbottavano e ci guardavano torvi) di quelli che cantavano o battevano le mani a tempo pensasse che quel canto partigiano potesse dividere o dubitasse del fatto che si trattava di un’ode alla democrazia.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormalCxSpMiddle">
<span style="font-family: "times new roman" , serif; font-size: 14pt; line-height: 22.399999618530273px;">Ho avuto – e credo di avere ancora – alcune riserve sulla piazza delle sardine. Intanto il timore che poi si ripeta la storia dei girotondi, svaniti nell’aria come bolle di sapone. Poi che si tratti soltanto di un piccolissimo segnale di ripresa di un corpo in coma, che alimenta la speranza e al tempo stesso fa temere che si tratti del miglioramento di un attimo prima che il cuore si fermi. Ma soprattutto: ci sono quelli del Pd in mezzo o addirittura dietro? È possibile e non mi rende felice, perché il Pd – per quanto derenzizzato – continua a essere il partito di Minniti che fa accordi con la Libia sulla pelle dei migranti o che troppo spesso è stato dalla parte dei padroni e non da quella dei lavoratori, come la definizione di “sinistra” richiederebbe. E quindi, no: se hanno intenzione di metterci il cappello non mi piace. Ci sono quelli dei 5Stelle in mezzo, che pensano o sperano di ricostruire il loro imene politico? Grazie, no. Qualcuno ha obiettato che forse ci sono, ma sono quelli “di sinistra”. Di sinistra? E se erano di sinistra perché non si sono (metaforicamente) fatti esplodere sotto casa di Di Maio quando il Movimento ha deciso di andare al governo con Salvini?<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormalCxSpMiddle">
<span style="font-family: "times new roman" , serif; font-size: 14pt; line-height: 22.399999618530273px;">C’è qualcosa che non torna. E però, c’è anche qualcos’altro che non torna, che per di più mi fa essere incerta, confusa e infelice. Parlo della mia parte; parlo a voi, compagni, e vorrei che qualcuno mi aiutasse a capire: perché da qualche giorno sembra che la vostra principale occupazione sia quella di denigrare e affossare questo nuovo movimento? Sono confusa perché ho visto post di compagni che stimo molto vomitare disprezzo verso le sardine e quindi mi chiedo e vi chiedo: cos’è che non ho capito? Ma non posso fare a meno anche di pensare che forse tutto questo rancore è il segno della nostra frustrazione: perché noi non riusciamo più a parlare con tanta gente e a mobilitare tanta gente; perché noi siamo quelli che ai cortei i volantini ce li diamo fra di noi e ai sit-in rivolgiamo il megafono verso noi stessi invece che verso la strada e la gente che passa. Siamo sicuri, compagni, che invece di essere così manifestamente ostili non dovremmo con umiltà cercare di capire dov’è che abbiamo sbagliato, perché non riusciamo più a parlare né fisicamente né virtualmente con il nostro popolo? Siamo sicuri che il nostro popolo non sia anche là, in mezzo a tutte quelle sardine, a mobilitarsi contro un pericolo reale, pratico, mentre noi facciamo teoria? E che magari vorrebbe che ci fossimo anche noi a fare le sardine, a stringerci tutti insieme contro i nuovi fascismi? Siete sicuri che non siamo pieni di rabbia perché non riusciamo più a “fare egemonia” e perché magari anche noi – come quegli altri – avremmo voluto metterci il cappello?<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormalCxSpMiddle">
<br /></div>
<div class="MsoNormalCxSpMiddle">
<br /></div>
<div class="MsoNormalCxSpMiddle">
<br /></div>
<div class="MsoNormalCxSpMiddle">
<br /></div>
<div class="MsoNormalCxSpMiddle">
<br /></div>
<div class="MsoNormalCxSpMiddle">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="font-family: Calibri, sans-serif; font-size: 10pt; font-style: italic; line-height: 16px; margin: 0cm 0cm 10pt;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="font-family: Calibri, sans-serif; font-size: 10pt; font-style: italic; line-height: 16px; margin: 0cm 0cm 10pt;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="font-family: Calibri, sans-serif; font-size: 10pt; font-style: italic; line-height: 16px; margin: 0cm 0cm 10pt;">
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhlKMEUWAa0FQui8jqHxChX-ScYHyrJm24tIinb_W_hSeGVCjM63s4LZYeoleyMwZJhrlyBvTqYkwfgesgudR0FWXwuWdUYCqFm_6B3pV-DEbRShhaL1ypjPMKrP3YjJaxA45cG2nvdEPA/s1600/images.jpeg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="183" data-original-width="275" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhlKMEUWAa0FQui8jqHxChX-ScYHyrJm24tIinb_W_hSeGVCjM63s4LZYeoleyMwZJhrlyBvTqYkwfgesgudR0FWXwuWdUYCqFm_6B3pV-DEbRShhaL1ypjPMKrP3YjJaxA45cG2nvdEPA/s1600/images.jpeg" /></a></div>
<br /></div>
patrizia maltesehttp://www.blogger.com/profile/04822777739370533228noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-73483041801628086.post-57781462920624498642019-10-26T02:54:00.000-07:002019-10-26T02:54:11.025-07:00Fallimenti<div class="MsoNormalCxSpFirst">
<span style="font-family: "Times New Roman", serif; font-size: 14pt; line-height: 22.399999618530273px;">Sembra un enorme groviglio di fallimenti la vicenda dell’omicidio a Roma di un giovane di 24 anni. Come un gomitolo finito fra le grinfie di un gattino giocherellone, e non sai come venirne a capo.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormalCxSpMiddle">
<span style="font-family: "Times New Roman", serif; font-size: 14pt; line-height: 22.399999618530273px;">C’è il fallimento di un’intera società se due ragazzi di 21 anni se ne vanno in giro con una P38 convinti di stare dentro un videogioco e mirano alla testa pensando, forse, che la vittima alla scena successiva si sarà già rialzata e il gioco potrà riprendere.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormalCxSpMiddle">
<span style="font-family: "Times New Roman", serif; font-size: 14pt; line-height: 22.399999618530273px;">C’è il fallimento di un’intera società e anche della stampa se altri due – un ragazzo e una ragazza, la vittima e la “sua” ragazza - se ne vanno in giro con duemila euro in mazzette da venti e cinquanta euro in uno zainetto per comprare una partita di droga e lei, insieme a un avvocato e ai giornali che fanno da megafono, può inventarsi la storia del bravo ragazzo che non fa uso di stupefacenti (e che anzi si trova davanti a un pub per tenere d’occhio il fratellino) ucciso come un cavaliere d’altri tempi per proteggere dai malintenzionati la pulzella indifesa.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormalCxSpMiddle">
<span style="font-family: "Times New Roman", serif; font-size: 14pt; line-height: 22.399999618530273px;">C’è il fallimento dello Stato se un poliziotto di esperienza come Antonio Del Greco, che ha indagato sulla banda della Magliana, dice delle cose che possono risultare pericolosissime. L’ho letta e riletta l’intervista rilasciata a Carlo Bonini di Repubblica, perché c’è un passaggio che trovo inquietante e non credevo ai miei occhi. Speravo di avere capito male, continuo a sperarlo. Del Greco parlava di quello che chiama «il grande disordine» in contrapposizione all’ordine dei decenni passati: un «doppio, capillare controllo», quello garantito dallo Stato, dalle forze di polizia, e quello in mano alla criminalità organizzata, l’altro Stato. È un fallimento se un poliziotto pronuncia parole che possono essere interpretate come rimpianto: «</span><span style="font-family: "Times New Roman", serif; font-size: 14pt; line-height: 22.399999618530273px;">Noi sapevamo a quali porte bussare dopo una rapina, dopo una rissa, dopo una morte per overdose. E dall’altra parte avevamo chi, a sua volta, aveva interesse a che la strada non fosse lasciata in balia di ragazzini fuori di testa».</span><span style="font-family: "Times New Roman", serif; font-size: 14pt; line-height: 22.399999618530273px;"><o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormalCxSpMiddle">
<span style="font-family: "Times New Roman", serif; font-size: 14pt; line-height: 22.399999618530273px;">C’è il fallimento (ma anche il grande coraggio e lo strazio di riconoscerlo) di una madre, che sa di non essere riuscita a seguire il proprio figlio come avrebbe dovuto e sceglie di andare a denunciare il ragazzo e, con lui, la propria stessa incapacità. Sembra che la mamma del giovane assassino, presentandosi in commissariato, abbia detto: «Temo che mio figlio abbia fatto una cazzata». E c’è un contrasto stridente come un gessetto sulla lavagna fra la prima e l’ultima parola di questa frase, fra quelle prime due sillabe – temo –, timide e timorose, e la durezza rabbiosa di quelle due zeta che solitamente si nascondono dietro due asterischi per ipocrisia e falso pudore.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormalCxSpMiddle">
<span style="font-family: "Times New Roman", serif; font-size: 14pt; line-height: 22.399999618530273px;">C’è infine persino il fallimento della vittima, «uno sportivo» secondo un collega della palestra in cui faceva il personal trainer (come se essere uno sportivo fosse a prescindere garanzia assoluta), che invece non soltanto evidentemente si accompagnava a gente poco raccomandabile, ma non disdegnava di pubblicare sulla sua pagina Facebook i post razzisti dell’assassino di umanità Matteo Salvini: Luca Sacchi non è stato ammazzato dai “negri” che odiava tanto, ma da due bianchi esattamente come lui. <o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormalCxSpMiddle">
<span style="font-family: "Times New Roman", serif; font-size: 14pt; line-height: 22.399999618530273px;">Bisognerà cercare di districarla tutti insieme questa matassa di fallimenti, individuare il bandolo e tentare di riavvolgerla, lentamente, sciogliendo i nodi. Ammesso che non sia troppo tardi; ammesso che a imbrogliarla non sia stato un gattino giocherellone, ma una belva impazzita. E in questo caso l’unica soluzione è buttarla via questa matassa che è il nostro paese, portare i libri contabili in tribunale, chiudere per fallimento.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormalCxSpMiddle">
<br /></div>
patrizia maltesehttp://www.blogger.com/profile/04822777739370533228noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-73483041801628086.post-53422680809680562852019-10-03T06:30:00.000-07:002019-10-03T06:30:11.379-07:00Pari stereotipità<div class="MsoNormalCxSpFirst">
<span style="font-family: "Times New Roman", serif; font-size: 14pt; line-height: 22.399999618530273px;">Non ci volevo credere. Ho visto uno screenshot su Facebook e ho pensato che fosse una bufala, una provocazione, una burla, insomma Lercio e succedanei. <o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormalCxSpMiddle">
<span style="font-family: "Times New Roman", serif; font-size: 14pt; line-height: 22.399999618530273px;">Comune di Codogno, provincia di Lodi, amministrazione a trazione leghista. Ma mi sembrava troppo pure per loro. Sicuramente qualcuno si era divertito a costruire una notizia falsa per farci ridere o per farci indignare. E invece. Invece sono andata sul sito del comune e ho letto le “linee programmatiche” per il quinquennio 2016-2021, alla voce “Pari opportunità”: «Nell’obiettivo di perseguire la parità di genere» eccetera, fino a «iniziative di informazione e socializzazione nei luoghi particolarmente frequentati dalle donne». E già un po’ ti preoccupi: esclusi l’andrologo e il ginecologo, ci sono luoghi frequentati da uomini e luoghi frequentati da donne? Una specie di apartheid o di ballo di paese anni cinquanta? Niente paura, te lo spiegano loro, fra parentesi ma te lo spiegano: «supermercati, estetiste, parrucchiere». Se tanto mi dà tanto, i luoghi frequentati dagli uomini dovrebbero essere bordelli, barbieri (con tanto di calendari con foto di donnine nude), stadi di calcio. Per pari stereotipità.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormalCxSpMiddle">
<span style="font-family: "Times New Roman", serif; font-size: 14pt; line-height: 22.399999618530273px;">E credete che sia finita qui? «Si proseguirà inoltre la collaborazione con le associazioni per quanto concerne l’organizzazione di cineforum e iniziative». Immagino, date le premesse, che i film in cartellone saranno commediole rosa con tanto di lacrime ed happy end (il matrimonio, presumo) e che le “iniziative” prevedano corsi di burraco e scala quaranta, oltre che ricette di cucina.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormalCxSpMiddle">
<span style="font-family: "Times New Roman", serif; font-size: 14pt; line-height: 22.399999618530273px;">Sì, lo so quello che state pensando: che sono la solita rompicoglioni, che non è detto necessariamente che stessero pensando a queste cose, che vedo maschilismo anche dove non c’è, eccetera. Fidatevi, ho una certa età.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormalCxSpMiddle">
<span style="font-family: "Times New Roman", serif; font-size: 14pt; line-height: 22.399999618530273px;">Anche perché, parlando di violenza e graniticamente certe che avvenga solo fuori dalle mura domestiche, subito dopo le linee guida ci guidano lungo i binari di una ferrovia annunciando l’intenzione di prendere contatto con associazioni di pendolari «per valutare le azioni da mettere in atto per tutelare le donne che utilizzano il treno». Tutelare. Capito? Minus habens. Tutelare.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormalCxSpMiddle">
<span style="font-family: "Times New Roman", serif; font-size: 14pt; line-height: 22.399999618530273px;">Non vi basta? Vi racconto quello che segue e poi vediamo se avrete ancora il coraggio di dirmi che sono esagerata. Sempre in tema di violenza, ma proprio il rigo appresso, fra le azioni di prevenzione da intraprendere si parla di corsi di autodifesa e insieme di «corsi per riscoprire attività in disuso quali uncinetto e lavoro a maglia».<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormalCxSpMiddle">
<span style="font-family: "Times New Roman", serif; font-size: 14pt; line-height: 22.399999618530273px;">Quindi se uno mi aggredisce lo posso prendere a colpi di aghi di calza? Oppure il suggerimento, neanche troppo velato, è di rinchiudermi a casa a fare la maglia invece di andarmela a cercare fuori?<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormalCxSpMiddle">
<span style="font-family: "Times New Roman", serif; font-size: 14pt; line-height: 22.399999618530273px;">Ah, ho un amico che non sa come si avvita una lampadina: potreste, per piacere, inserire nelle linee guida anche corsi base di elettricità per uomini? Per pari stereotipità, s’intende.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormalCxSpMiddle">
<br /></div>
patrizia maltesehttp://www.blogger.com/profile/04822777739370533228noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-73483041801628086.post-82819495405935430172019-08-01T03:48:00.002-07:002019-08-01T03:48:09.246-07:00Sulle spalle di un bambino<div class="MsoNormalCxSpFirst">
<span style="font-family: "Times New Roman", serif; font-size: 12pt; line-height: 19.200000762939453px;">Quanto sono larghe le spalle di un bambino di tre anni? Voi lo sapete? Io sono andata a controllare su quei siti che ti danno tutte le misure per cucire un vestitino a casa: le spalle di un bambino di tre anni sono larghe una ventina di centimetri, millimetro più millimetro meno. Prendete un righello, se non avete a portata di mano un bambino, e guardate con i vostri occhi quanto possono essere pochi venti centimetri. Non sono spalle per sollevare pesi quelle di un bambino di tre anni, nemmeno quando il bambino è tutto intero e le spalle sono ben nutrite e tornite: mettiamo un bambino occidentale, di famiglia agiata, che già fa piscina e allena i muscoli.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormalCxSpMiddle">
<span style="font-family: "Times New Roman", serif; font-size: 12pt; line-height: 19.200000762939453px;">Poi c’è un bambino che viene dalla Libia, fame, guerra, detenzioni, salvato insieme ad altri 39 naufraghi dalla nave </span><span style="font-family: "Times New Roman", serif; font-size: 12pt; line-height: 19.200000762939453px;"><i>Alan Kurdi</i> </span><span style="font-family: "Times New Roman", serif; font-size: 12pt; line-height: 19.200000762939453px;">della ong Sea Eye: ha tre anni (proprio come il bimbo siriano morto annegato a cui l’imbarcazione è intitolata), ha più o meno anche lui una ventina di centimetri di spalle, ma un c’è un problema: di quello spazietto che si misura con un righello metà è squarciato da una ferita. Dieci centimetri di ferita alla spalla provocata da un’arma da fuoco proprio in Libia. Dieci centimetri. Tre anni. Mentre Salvini prende e mostra le proprie misure da macho impotente facendo lo sguardo truce e impedendo (ancora una volta) di sbarcare nei porti italiani ai quaranta naufraghi salvati da Sea Eye che preferirebbero annegare pur di non tornare in Libia, c’è un bambino di tre anni che sulle proprie spalle porta tutto l’orrore del mondo.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormalCxSpMiddle">
<span style="font-family: "Times New Roman", serif; font-size: 12pt; line-height: 19.200000762939453px;">Forse dovrebbe bastare questo a qualunque essere umano per vergognarsi di esistere. Forse dovrebbe bastare questo per fare svegliare un intero paese e dire che no, noi sulle nostre spalle il peso di tutta questa cattiveria non vogliamo più portarlo. <o:p></o:p></span></div>
patrizia maltesehttp://www.blogger.com/profile/04822777739370533228noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-73483041801628086.post-69912214068385031432019-07-15T00:24:00.000-07:002019-10-26T10:47:53.324-07:00Boubakar stanco di guerra<div class="MsoNormalCxSpFirst">
<span style="font-size: 12pt; line-height: 19.200000762939453px;">Boubakar non sopporta di vedere le persone morire. Il suo è quasi un riflesso condizionato: se vede uno che si getta sotto un treno, gli si tuffa appresso e non schioda finché non l’ha tirato via da lì sano e salvo. Quest’anno lo ha fatto già due volte in pochi mesi: all’inizio di luglio si è lanciato sui binari, si è spalmato a mo’ di coperta (come testimoniano i filmati esaminati dalla polizia ferroviaria) su una donna che aspettava l’arrivo del treno, è rimasto fermo e presumibilmente senza respirare insieme a lei fin quando non ha visto il convoglio allontanarsi e poi l’ha riportata a galla. Fra «stare sotto un treno», con il carico di disperazione che questa espressione porta con sé, e «passare sotto un treno», in mezzo c’è la vita che riprende a vivere.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormalCxSpMiddle">
<span style="font-size: 12pt; line-height: 19.200000762939453px;">Boubakar questa storia probabilmente non l’avrebbe raccontata, se non fosse che gettandosi sui binari si era ferito a un piede ed è stato necessario portarlo al pronto soccorso, come non aveva raccontato quella di cui è stato protagonista circa sette mesi fa quando insieme a un amico aveva trascinato fuori dalla strada ferrata un uomo, poco prima che venisse falciato da un treno: quella volta erano arrivate subito l’ambulanza e la polizia e lui si era dileguato prima che qualcuno potesse capire chi aveva salvato quell’uomo disperato. <o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormalCxSpMiddle">
<span style="font-size: 12pt; line-height: 19.200000762939453px;">Boubakar ha soltanto diciannove anni, è arrivato ancora minorenne dalla Libia su un barcone: la Sicilia, poi la Liguria, lo Sprar di Arenzano dove vive con un permesso di soggiorno che fra non molto scadrà.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormalCxSpMiddle">
<span style="font-size: 12pt; line-height: 19.200000762939453px;">Boubakar non ama il clamore e le luci dei riflettori, quando gli dicono che ha fatto un grande gesto (due grandi gesti in pochi mesi), lui si schermisce, dice che non è niente: «Niente di speciale» dice. Niente di speciale: è solo che non ne può più di vedere morti, Boubakar stanco di guerra, dopo aver visto gli amici morire a grappoli in Libia; Boubakar che in meno di diciannove anni ha visto morire più persone che se avesse vissuto cent’anni. «Non sopportavo l’idea di vedere una persona morire davanti a me», ha detto a chi gli chiedeva perché l’avesse fatto. Ma anche questa domanda dovrebbe farci riflettere: chiedere a Boubakar perché l’ha fatto e non a tutti gli altri – a tutti quelli che «aiutiamoli a casa loro» e Carola «amica degli scafisti» – perché non l’hanno fatto. <o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormalCxSpMiddle">
<span style="font-size: 12pt; line-height: 19.200000762939453px;">E forse per questi, da Salvini in giù, bisognerebbe organizzare una specie di viaggio premio con «cura Ludovico» compresa nel pacchetto: giorni in Libia, costretti a vedere quello che succede, come lo ha visto Boubakar, a non chiudere gli occhi fino ad esserne straziati.<o:p></o:p></span></div>
patrizia maltesehttp://www.blogger.com/profile/04822777739370533228noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-73483041801628086.post-79244052162157872752019-06-21T03:55:00.000-07:002019-06-21T03:55:04.423-07:00Liberate quei libri<div class="MsoNormalCxSpFirst">
<span style="font-size: 14pt; line-height: 22.399999618530273px;">A Stromboli c’è solo un istituto scolastico, dove vanno i bambini delle elementari e quelli delle medie. A volte, d’inverno, può capitare che la lezione salti perché a causa del mare mosso non arriva l’aliscafo e di conseguenza qualche insegnante. <o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormalCxSpMiddle">
<span style="font-size: 14pt; line-height: 22.399999618530273px;">Però c’è una biblioteca, che per i bambini isolani e isolati è un punto di riferimento. Ha un nome bellissimo: Scuola in mezzo al mare si chiama, gestita dall’omonima associazione di volontari, e offre ai bambini, in un’isola dove non c’è nient’altro che il mare, una serie di servizi, attività extrascolastiche, lezioni di vulcanologia, laboratori di ceramica, museo del cinema, proiezioni di film e naturalmente tanti libri, oltre 3.500 donati nel corso degli anni dai residenti.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormalCxSpMiddle">
<span style="font-size: 14pt; line-height: 22.399999618530273px;">Bello, no? Beh, non proprio: perché in realtà la biblioteca non c’è più, chiusa da mesi e, se non si trova in fretta una soluzione, svanirà la speranza di riaprirla.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormalCxSpMiddle">
<span style="font-size: 14pt; line-height: 22.399999618530273px;">La questione è che per otto anni la Scuola in mezzo al mare è stata ospitata gratuitamente all’interno di un edificio di proprietà della curia di Messina, che però a un certo punto pare abbia deciso di farci altro e non risponde alle richieste dei volontari, malgrado abbiano dichiarato la volontà di «regolarizzare» la loro presenza come scritto sul loro profilo Facebook. Il risultato è che da mesi i libri e tutto il resto sono prigionieri dentro quella casa senza che nessuno possa aprire la porta e liberarli. <o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormalCxSpMiddle">
<span style="font-size: 14pt; line-height: 22.399999618530273px;">Dalle informazioni in rete non è possibile capire cosa intenda fare la curia, se affittare a un prezzo che i volontari non potrebbero permettersi oppure vendere escludendo in automatico l’associazione. <o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormalCxSpMiddle">
<span style="font-size: 14pt; line-height: 22.399999618530273px;">Ma ciò che risulta più oscuro, almeno per me e a meno di smentite, è il perché l’amministrazione comunale non si sia attivata per trovare un posto alternativo da destinare a sede dell’associazione. A meno che l’obiettivo non sia sempre il solito: negare la cultura ai bambini per non rischiare di trovarsi in futuro ad avere a che fare con adulti pensanti. <o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormalCxSpMiddle">
<span style="font-size: 14pt; line-height: 22.399999618530273px;">Intanto i volontari hanno lanciato su Change una petizione, che appare più come un grido di aiuto, un disperato grido di aiuto come sono spesso le petizioni: ultima spiaggia per tentare di ottenere risposte da istituzioni indifferenti o insensibili, quando non in mala fede.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormalCxSpMiddle">
<span style="font-size: 14pt; line-height: 22.399999618530273px;">Lascia il tempo che trova, ma forse farla diventare virale può servire. Io ho firmato: https://www.change.org/p/amici-la-biblioteca-di-stromboli-non-deve-chiudere<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormalCxSpMiddle">
<br /></div>
patrizia maltesehttp://www.blogger.com/profile/04822777739370533228noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-73483041801628086.post-25164675713011610752019-06-14T09:14:00.000-07:002019-06-14T10:19:17.878-07:00La lettura dei giornali in classe? Una perdita di tempo<div class="MsoNormalCxSpFirst">
<span style="font-size: 14pt; line-height: 22.399999618530273px;">C’è una prof, in un liceo di provincia, che fa leggere i giornali ai suoi alunni del biennio. Tutti i giorni: «preghiera laica del mattino» la chiamava Hegel. A turno, in ordine alfabetico, mi ha raccontato, a ciascuno o a ciascuna tocca portare un quotidiano – sì quello di carta - in classe. A scelta dello stessa ragazza o dello stesso ragazzo. Pluralismo dell’informazione.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormalCxSpMiddle">
<span style="font-size: 14pt; line-height: 22.399999618530273px;">Ovviamente non è l’unica in Italia, altrimenti questo paese sarebbe definitivamente perduto, e mi ha fatto ripensare alla mia insegnante di Lettere del ginnasio che, ormai quasi cinquant’anni fa, ci faceva fare la lettura comparata dei giornali stimolando il nostro spirito critico, che poi dovrebbe essere il compito primario della Scuola. Insegnante fra le più brave di quel liceo molto ambito della mia città, dove (quasi) tutti gli insegnanti erano di alto livello. E dove quel metodo allora innovativo era molto apprezzato dal corpo docente, dagli alunni e dalle alunne, e dai genitori.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormalCxSpMiddle">
<span style="font-size: 14pt; line-height: 22.399999618530273px;">Ma il metodo della prof di quel liceo di provincia evidentemente dà fastidio, tanto che qualcuno con una lettera anonima l’ha accusata di trascurare il programma (oh, il programma, totem inviolabile della mediocrità e spesso alibi per non affrontare la vita) e di «perdere tempo» con la lettura dei giornali. Il che la dice lunga sulla mutazione genetica del nostro paese, dove una volta i genitori mandavano i figli a scuola perché si affrancassero, perché progredissero, imparassero a stare al mondo, diventassero donne e uomini migliori. E dove oggi invece genitori cresciuti (e rincretiniti) a merendine prefabbricate e grandi fratelli credono alle fake-news degli odiatori di professione ma non agli insegnanti, soprattutto a quelli bravi (e sono tanti), che vengono umiliati, insultati, puniti solo perché cercano, malgrado stipendi offensivi, di fare al meglio il loro lavoro. Visti come nemici che potrebbero minare il precario potere da quattro soldi che esercitano sui propri figli. <o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormalCxSpMiddle">
<span style="font-size: 14pt; line-height: 22.399999618530273px;">Del resto, è emblematica la vicenda non ancora conclusa della professoressa palermitana Rosa Maria Dell’Aria, privata per quindici giorni non solo dello stipendio ma soprattutto della possibilità di incontrare i suoi ragazzi e confrontarsi con loro, e poi derisa, presa in giro, usata mediaticamente da ministri che non hanno alcun senso delle istituzioni e che i ragazzi li vogliono, appunto, ignoranti e ottusi, a loro immagine e somiglianza. E che vivono l’informazione e la cultura come una bestemmia. Altro che preghiera laica.<o:p></o:p></span></div>
patrizia maltesehttp://www.blogger.com/profile/04822777739370533228noreply@blogger.com0