venerdì 29 agosto 2014

Strike

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Un giorno ti alzi e non trovi più nell'atlante geografico Cannero Riviera, comune di un migliaio di anni e di altrettante anime sul lago Maggiore dove nel XVI secolo si consumò la rivalità fra gli Sforza e i Visconti. Lo cerchi meglio, ma non c'è: non c'è su Google maps, non c'è sul mappamondo, non c'è sul sito della provincia. Semplicemente sparito, cancellato.
L'indomani ti alzi, controlli meglio e Cannero non c'è ma scopri che non c'è più nemmeno Fratte Rosa: 1.011 marchigiani di cui si parla fin dalle guerre puniche. Nel sito del comune, prima che sparisse, si leggeva: "Fratte Rosa è arroccata sulla cima di un colle, in una cornice panoramica tra le più belle della provincia di Pesaro e Urbino, posta a cavaliere tra le medie valli del Cesano e del Metauro". Era arroccata. Poi un giorno ti svegli ed è sparita.
Lo stesso per Fiumara, in provincia di Reggio Calabria: 1.011 abitanti, il feudalesimo che si respira per la strade, unico neo l'aver dato i natali a Mino Reitano. Ma non si può avere tutto dalla vita.
Ecco, immaginateveli così questi comuni da mille abitanti: con i loro cittadini disposti come birilli al bowling. Ogni giorno qualcuno infila le dita nella boccia, la lancia e fa strike: mille persone giù in una botta sola.
Mille persone, un piccolo comune italiano, che ogni giorno - secondo i dati diffusi oggi dall'Istat - perdono il lavoro in Italia. Altro che uscita dalla crisi, elemosine elettorali e rilancio dei consumi. Oggi l'istituto di statistica ci dice come sono andate le cose. Ce lo dice piano piano, con gli zerovirgola e le percentuali, prima di darci il colpo vero: "A luglio gli occupati scendono dello 0,2% rispetto a giugno" - comincia. Poi aggiunge: "in calo di 35mila unità". Alla fine la mazzata, che dà il senso concreto della cosa: "è come se si fossero persi più di mille occupati al giorno".
Mille persone sparite dall'atlante geografico dell'occupazione, dal Google maps del lavoro, dal mappamondo dell'impiego.
Mille giorni aveva chiesto Renzi per far ripartire l'Italia. Al momento si prende mille vittime sacrificali al giorno, mille disoccupati in più al giorno per completare l'opera dei suoi predecessori e radere al suolo il Paese. Continuate così: alla fine non resteranno neanche macerie dalle quali partire per ricostruire. Sarà contento: dopo avere vinto cinquanta milioni alla Ruota della fortuna, ha fatto strike al bowling del lavoro.

domenica 24 agosto 2014

Ernesto


Diciannove anni. Non credo siano stati in molti ad avere la fortuna di vivere insieme per 19 anni così: mai uno screzio, mai un rimbrotto. A volte, nel mio correre frenetico e nevrotico da un capo all'altro della casa, ti urtavo, o ti pestavo qualcosa, tu dicevi "ahi!", ti scansavi un po' e meno di due secondi dopo eri di nuovo lì, a dirmi quanto mi volevi bene.
Se ne andavano tutti, tu no. Piangevo e c'erano i tuoi gommini a posarsi sulla mia faccia, proprio lì, sulla lacrima, per impedirle di continuare il suo cammino. Ero triste, avevo la febbre, avevo freddo: c'eri sempre tu sotto le coperte a tenermi per mano. Tu non mi lasciavi mai. Fosse dipeso da te, non lo avresti fatti nemmeno adesso.
E ora non ha più senso nemmeno piangere, se non ci sono le tue manine pelose a fermare le mie lacrime.

domenica 17 agosto 2014

Argilla


A pagina 90 di un romanzo poliziesco ho trovato una poesia di una poetessa cinese vissuta fra il XIII e il XIV secolo. Mi piace molto il numero 90, per un calcolo tutto mio che non ho alcuna intenzione di svelarvi. E comunque lo trovo esteticamente perfetto: contemporaneamente lezioso, sensuale e austero. Elegante. Chissà perché lo hanno identificato con il concetto di paura.
Avrebbero dovuto associarlo all'armonia. E alla poesia, anche se io non amo il genere letterario: trovo che la prosa spesso sia più poetica. E non sopporto quelli che si atteggiano a poeti mettendo quattro rime insulse in fila o usando parole che puzzano di muffa: puoi farlo fra i 13 e i 15 anni al massimo. Dopo, sei solo un coglione. A meno che tu non ti chiami Dante Alighieri, Giacomo Leopardi, Jacques Prévert, Rainer Maria Rilke, o non sia uno di quei pochi cantautori (poeti) eccelsi che sanno esattamente in quale millimetro quadrato del mio corpo e dei miei pensieri mi si avvita un brivido.
E a meno che tu non ti chiami Guan Daosheng, poeta e pittrice cinese vissuta fra il 1262 e il 1319, la cui poesia - quella trovata a pagina 90 - è un tale sapiente miscuglio di sensualità, modernità e armonia da essere bella come fosse prosa.

Tu e io

Tu e io siamo davvero pazzi

uno dell'altra,

caldi come il fuoco del vasaio.

Dallo stesso pezzo

di argilla, la tua forma,

la mia forma. Ci schiaccia di nuovo

facendoci ridiventare argilla, la mescola

con acqua, riplasma

te e riplasma me.

E così io ho te nel mio corpo,

e anche tu avrai me nel tuo, per sempre.



Purtroppo non ho trovato molte notizie e nemmeno un'antologia di questa poetessa (se non in altre lingue), ma adesso so che ogni pagina 90, per essere perfetta, meriterebbe la plasticità idilliaca di due corpi che si fanno uno con parole semplici: prosa poetica, armoniosa e creativa come fosse argilla.

La ragione, la Regione e la religione


Mia madre oggi era incazzata nera. Ha detto che, se fosse stata più giovane, avrebbe fatto la rivoluzione. Non ci credo: non l'ha fatta nel '48 (nel senso di Ottocento), perché non c'era; non l'ha fatta nel '68 (nel senso di Novecento), perché ama troppo le comodità. Ma - come dire? - basta il pensiero.
E il pensiero che ha fatto risvegliare in lei i moti rivoluzionari dell'8 (nel senso di agosto) è che a quanto sembra il comune di Pedara, con grande gioia del sindaco democratico (e cristiano) "Entoni" Barbagallo e del parroco e con i soldi della Regione - dunque, nostri -, ha comprato per due milioni di euro la casa della cosiddetta Beata Peppina, cioè Giuseppina Faro, una "serva di dio" nata proprio un anno prima dei moti ottocenteschi nella cui biografia slash agiografia si parla di un elenco dettagliato di grazie (almeno tre, I suppose: Grazia, Graziella e grazie al...) "ottenute da diverse decine di fedeli in varie parti della Sicilia e anche all'estero per intercessione della Faro", aggiungendo che fece voto di verginità ma solo "temporanea" (e chiamala scema!) suscitando con il suo esempio "in molte fanciulle il desiderio di consacrarsi al Signore nella verginità e nella carità". E qui, in effetti, si potrebbe configurare il miracolo.
Il pensiero, la ragione che ha fatto scattare l'indignazione di mia madre è questo - ragionevolmente e in sintesi - e non fa una grinza: buttano i soldi per rilevare la casa di questa tipa per farne conoscere le opere e ottundere le menti mentre a Racalmuto la casa di Sciascia cade a pezzi, non c'è un cent per ristrutturarla trasformandola in museo e c'è il pericolo che per poche decine di migliaia di euro finisca in mano a privati che chissà cosa ne faranno.
Questo dice la ragione. La Regione invece deve trovare tutto questo normale, così come deve trovare normale tagliare i fondi - decretandone nei fatti la chiusura - all'Istituto Gramsci dove, oltre a tutto il resto, è custodito l'archivio di Pio La Torre, cioè uno dei pochi che hanno tentato di restituire dignità alla Sicilia e di aprire le menti dei siciliani. E la religione se ne pasce. Già, ma la casa di Sciascia o il Gramsci quanti voti vuoi che spostino?
Naturalmente, anche se le puttanate ormai le fanno in ogni stagione, continuano a privilegiare l'8 - cioè agosto - così la gente non ci pensa, perché o si sta godendo le vacanze o sta bestemmiando perché l'unica vacatio rimasta è quella del lavoro. E non basterebbe nemmeno un miracolo della vergine temporanea per trovare un posto: nemmeno temporaneo.

domenica 10 agosto 2014

Il Partito dei baci e delle brioches

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Ho letto stamattina su Facebook alcune considerazioni di un caro amico e compagno, avvocato che - come molti suoi colleghi - coltiva un atavico e viscerale odio nei confronti dei magistrati.
Il compagno, della cui compagnitudine non dubito sebbene sia da tempo in fase di avvicinamento al Pd, scriveva in estrema sintesi che a frenare la sua marcia verso quel partito è stato il tentativo di designazione del magistrato antimafia Nicola Gratteri a Ministro della Giustizia del governo Renzi. Designazione peraltro prontamente bloccata dal garante solo di se stesso e dunque mai andata in porto.
Solita storia di contrapposizione fra garantisti e giustizialisti: il mio caro amico se la prende con Gratteri, presunto giustizialista, che se la prende con il neonato giornale di Piero Sansonetti, "Il garantista", presunto garantista. Sansonetti, allegramente transitato da sinistra a destra passando attraverso buchi di bilancio e licenziamenti di giornalisti antimafia (evidentemente fa curriculum), sembra sia solito prendersela con i magistrati impegnati in inchieste sulla 'ndrangheta e Gratteri sembra abbia messo in guardia gli altri giornalisti che invece sostengono il lavoro della magistratura contro quegli attacchi che li delegittimano e li isolano.
Ebbene, il mio caro amico con sarcasmo sostiene che Gratteri sarebbe stato un "ottimo Ministro della giustizia sommaria" e aggiunge che il Pd sarebbe "il megafono delle procure".
Ohibò! Il Pd megafono delle procure? E da quando? Le foto ci mostrano piuttosto un partito dei baci schifosi, quegli stessi baci che hanno un precedente tristemente noto e "autorevole" in Sicilia. Baci con trasporto degno di uno scatto di Alfred Eisenstaedt, elargiti da una signora che ha la stessa puzza sotto il naso, lo stesso rapporto con la realtà e la stessa fratellanza con il popolo che aveva la signora delle brioches.
Ecco, io che non sono necessariamente giustizialista, ma preferisco sicuramente i magistrati ai mafiosi, in casi come questi proporrei di ripristinare la ghigliottina. Non quella parlamentare: quella vera.

sabato 9 agosto 2014

Redazione Cazzate

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Arriva dalla redazione Cultura dell'agenzia Ansa una notizia senza la quale non potremmo vivere. Hanno trovato un manoscritto inedito di Gabriel Garcia Marquez? Hanno scoperto che Dante Alighieri aveva copiato pari pari la Divina commedia da un oscuro e sconosciuto scribacchino fiorentino esattamente come Michael Jackson avrebbe fatto con Albano Carrisi? E' venuto fuori che Giacomo Leopardi era un figo da paura e si fingeva malaticcio per fare colpo sulle donne?
Niente di tutto questo: la redazione Cultura della principale agenzia di stampa italiana ci informa con grande entusiasmo che è aperto il concorso per il più bel sorriso d'Italia il cui (ambitissimo?) premio - udite, udite - sarà "un fine settimana gratuito" per due persone alla finale di Miss Italia. Immagino - visto che la notizia ce la dà la redazione Cultura - che il soggiorno a Jesolo sia finalizzato a far discettare di letteratura, cinema, teatro e pittura il proprietario del più bel sorriso e le proprietarie dei più bei culi e delle più belle tette.
La fondamentale notizia si completa con informazioni sul sito del concorso, "pronto a ricevere migliaia di immagini"; su una prova già fatta a Roma con altrettanti aspiranti; sulla possibilità - anche questa fondamentale - di incontrare la Miss Italia in carica.
Va bene, anche queste sono notizie che bisogna dare, insieme a quella sul prossimo mariage di George Clooney, però c'è qualcosa che non mi torna: perché se ne occupa la redazione Cultura? L'Ansa non ce l'ha una redazione Cazzate?

venerdì 1 agosto 2014

Performante


Certo ha un che di inconsueto parlare di peli fra un uomo e una donna.
Mi spiego: avete presente quei discorsi del cazzo che fanno fra di loro le "femmine"? Tipo: "Ma tu usi ancora la ceretta? Noooo, troppo male. Io ho risolto de-fi-ni-ti-va-meeeen-te".
Ecco, in questo genere di discorsi del cazzo - che si fanno mentre ci si lamenta di una litigata con il compagno che non ci capisce più (e dove sarebbe la novità, scusate?) e intanto si parla di politica, libri, fumetti, film, cibo - sono precipitata all'improvviso trovandomi al bar con un amico. Un senz'apostrofo, amico con la o finale: maschile.
Il quale amico (che è uomo di spirito e non se la prenderà se lo prendo un po' per il culo) a un certo punto, invece di dirmi che adesso sarebbe andato - che so - in ufficio, in banca, all'agenzia delle entrate, mi ha spiegato che stava andando a depilarsi, scendendo nel dettaglio dei sistemi usati e delle "località" interessate dall'operazione.
Sarà che a me le cose facili non piacciono e i fichidindia senza semi e senza spine e magari pure senza buccia mi sembrano un'americanata, insomma la mia faccia deve essere stata eloquente. Sicché, per convincermi, mi ha spiegato che "è più performante" (dando dunque per scontato che la sua e quella di tutti gli uomini depilati total body sia un'attività artistica e/o sportiva). E siccome io obiettavo che, da qualunque parte la giri, o hai la sensazione di farlo con un neonato oppure - appena comincia la ricrescita - ti ritrovi a letto un gigantesco porcospino, lui ha ripetuto: "E' più performante".
Ma cosa vuol dire che è più performante? Ti si drizza più facilmente senza il peso del pelo? O forse mi vuoi far capire che alle donne di oggi (delle quali sono felice di non far parte) piace scopare con un'anguilla e così rimorchi alla grande? Insomma, senza pilu, cchiu pilu ppi tutti?
Performante? Agghiacciandeeeee!!!