venerdì 21 luglio 2017

La Lista Ossimoro

Dunque Rosario Crocetta – convinto del suo ruolo taumaturgico (sembra che nel film che si è fatto nella sua testa la Sicilia, grazie a lui, sia diventata il migliore dei mondi possibili: niente disoccupazione, niente illegalità) – si ricandida alla guida della Regione sventolando la bandiera dell’autonomismo al grido (più o meno) di «Raffaele Lombardo c’est moi». E siccome le minchiate sono come le ciliegie, ecco spuntare - non sappiamo se con l’intenzione di sostenerlo ma più probabilmente per fare a chi ce l’ha più autonomista – i nuovi rivoluzionari indipendentisti pronti a fare una lista tutta loro e a candidarsi alle elezioni regionali del prossimo novembre.
Si richiamano espressamente ai Vespri e si chiamano sfrontatamente “Abusivi onesti Siciliani”. Onesti, sì, avete letto bene. Potevano chiamarla direttamente “Lista ossimoro” e sarebbe stato tutto più semplice.
I suddetti abusivi onesti sono quelli che hanno costruito per anni in spregio alle leggi (e al buon senso), magari anche pagando mazzette per le sanatorie, e ora annunciano: «Dopo più di trent’anni di false promesse, dopo averci addossato tutte le responsabilità della distruzione del territorio siciliano, dopo averci definito mafiosi ed illegali, adesso è arrivato il momento di agire». Quindi l’appello: «Se sei abusivo, se hai un’età compresa tra i 35 e i 55 anni, se hai una laurea in materie tecniche, economico o giuridiche, se hai esperienza amministrativa e soprattutto se vuoi che la Sicilia rimanga dei Siciliani, CANDIDATI!!!». A parte che non si capisce perché questa discriminazione verso quelli che hanno meno di 35 anni o più di 55; a parte che no, la distruzione del territorio siciliano non è solo colpa degli abusivi, ma anche dei politici votati a mani basse dagli abusivi; adesso mi aspetto che il prossimo passo sia la revisione dell’articolo 1 dello Statuto siciliano: «La Sicilia, con le Isole Eolie, Egadi, Pelagie, Ustica e Pantelleria, è costituita in Regione abusiva, fornita di personalità giuridica, entro l’unità politica dello Stato Italiano, sulla base dei principi democratici che ispirano la vita della Nazione». Tutto il potere al popolo (degli abusivi)!
Attendiamo con ansia ora che si faccia avanti la lista dei parcheggiatori abusivi. E quelli, è sicuro, faranno il botto.


mercoledì 19 luglio 2017

L'apostrofo azzurro

«Si dovrebbe spiegare a questi pazienti, eventualmente con l’aiuto di mediatori culturali, che le mediche sono brave quanto i medici maschi, e spesso di più. Che il nostro è un Paese generoso, dove il diritto alla salute non è negato a nessuno. Ma in cambio si dovrà fare lo sforzo di adeguarsi alle regole di una civiltà in cui alle donne, quanto meno in linea di principio, sono riconosciute opportunità pari a quelle concesse agli uomini, e non ci possono essere richiesti passi indietro».
Lo scriveva nel 2014 la giornalista Marina Terragni a proposito di un episodio verificatosi all’Unità Sanitaria Locale 16 di Padova, dove i dirigenti avevano deciso di richiamare in servizio tre medici maschi in pensione perché alcuni immigrati musulmani si erano rifiutati di farsi visitare da mediche, ricevendo la stizzita intimazione del sindaco leghista Massimo Bitonci: «Vogliono medici uomini? Vadano a casa loro!»
Perché ve lo sto raccontando? Perché è successo di nuovo, stavolta all’ospedale San Paolo di Savona.
Solo che stavolta a rifiutare di farsi operare, appena saputo che l’anestesista era una donna, è stato un italianissimo settantenne (fra l’altro assecondato dalla moglie), che ha preferito firmare e andare via.
Ora, a parte che non si capisce perché un profugo dovrebbe adeguarsi alle nostre regole di civiltà e invece un italiano possa esserne esonerato, a uno così, da quale “mediatore culturale” glielo fai spiegare che le donne – statisticamente, e non perché lo sostenga io – sia a scuola che nelle professioni sono mediamente più brave degli uomini? E in quale “casa sua” dovrebbe tornare quest’uomo delle caverne?
Peraltro, non mi risulta di aver mai sentito una notizia in cui si parli di un’anestesista che abusi dei propri pazienti, mentre purtroppo ne ho sentite in cui si parla di un anestesista che abusa delle proprie pazienti. È solo una questione di apostrofi. E infatti il maschilismo è l’apostrofo azzurro fra le parole «sei» e «un cretino».


martedì 18 luglio 2017

L'olocausto dei bambini

Il buon nome dell’«Istituzione», con la I maiuscola, vale più della vita di un bambino. Anzi, di 547 bambini. Per questo, per tutelare il buon nome dell’Istituzione, bisognava tacere sulle violenze subite dai bambini del Coro maschile della Cattedrale di Ratisbona dal 1945 agli inizi degli anni Novanta.
Preti e insegnanti che abusavano del loro potere e dei loro allievi, studenti di terza e quarta elementare; preti e insegnanti che sapevano e tacevano. Omertosi, in Germania come in Sicilia, dove ancora alcuni non hanno smesso di proteggere i boss.
La storia era saltata fuori qualche anno fa. Ora un avvocato, Ulrich Weber, che dal 2010 ha raccolto le denunce delle vittime, ha presentato un rapporto dettagliato: 500 bambini maltrattati, 47 violentati in nome di dio, 49 colpevoli individuati.
Ai colpevoli, colpevole di omertà, bisogna aggiungere il direttore di quel coro fra il 1964 e il 1994. Per trent’anni, cieco, muto e sordo, Georg Ratzinger, fratello di quell’altro che è stato papa, niente ha visto, niente ha sentito, niente ha detto.
Nel frattempo è andato in giro per il mondo a fare concerti come una rockstar, è stato insignito di numerose onorificenze, ha ricevuto la cittadinanza onoraria di Castel Gandolfo, sede pontificia estiva, proprio mentre suo fratello era papa. Quando si dice il familismo. Immorale. E poi ci fanno la morale. E poi chiamano “assassina”, senza conoscerne le ragioni, una donna che decide di abortire.

Loro, che bambini ne hanno ammazzati nell’anima oltre cinquecento, praticamente un olocausto, come dovremmo chiamarli?