mercoledì 12 luglio 2017

Vocazione femminile

Facendo zapping in rete, mi sono imbattuta per caso in un sito che, se fosse carta stampata, si potrebbe catalogare come giornale spazzatura. Loro si definiscono un gruppo specializzato in campagne virali sui social network con l’obiettivo di rendere il mondo migliore. Ma se cercate battaglie per i diritti, per la difesa delle minoranze o per la tutela dell’ambiente, avete sbagliato www.
Articoli altamente “scientifici” ci comunicano infatti che “è dimostrato che i nonni che si prendono cura dei nipoti vivono più a lungo”, ci presentano “la famiglia più vecchia del mondo” (esticazzi), ci raccontano con evidente soddisfazione loro e raccapriccio mio di una bambina di cinque mesi, “top model”, che spopola su Instagram. Roba da denunciarli (loro, ma pure la madre fotografa) al tribunale dei minori. Immancabili l’agente che salva un bambino abbandonato, i novantenni che si amano da quando avevano nove anni (estigrancazzi), cani che salvano bambini, bambini che salvano cani. Immarcescibile poi la ricerca dell’università di Roccacannuccia che ci anticipa se da vecchi saremo “brontoloni o buontemponi”, spiegando che l’umore influisce sulla longevità.
Ma “l’articolo” decisamente irrinunciabile è quello che annuncia perentoriamente: «Le donne amano pulire la casa. È quello che gli piace fare!».
Sicché, per coltivare la nostra vocazione, l’autorevole sito ci elargisce ben undici consigli primari. Per esempio: «Quando ti togli i pantaloni, mettili direttamente nell’armadio o nella cesta dei panni sporchi. Non pensare neanche alla sedia o all’asse da stiro». Quindi quando indosso una gonna (cioè quasi sempre) questo non vale? E, soprattutto, perché dovrei privare la sdraio accanto al mio letto della sua funzione principale? E se poi mi si deprime? La mia chaise-longue vive di vita propria, si riempie di colori, racconta i miei umori di una settimana. E perché mai dovrei lasciarla là, inerte come un soprammobile? Perché, sostiene il sempre autorevole sito, «vi è un certo tipo di felicità nel vivere in un ambiente pulito e ben organizzato». E io che credevo che a darmi la felicità potesse essere un libro o un nuovo amore che mi distrae inesorabilmente dalle incombenze della casalinghitudine!
Invece no: «Fai il letto!», ordina l’articolista che perde tempo a scrivere minchiate invece di rimettere in ordine la propria casa e soprattutto il proprio cervello, «Lava subito i piatti». Ma saranno cazzi miei? No, evidentemente sono suoi, con le tasche degli altri: «Se è troppo per te, compra una lavastoviglie». I soldi per comprare la lavastoviglie me li dai tu?
E continua, che manco mia madre: «Non lasciare cose in giro. Se ogni membro della famiglia prende qualcosa e decide di lasciarla in giro, non troverai mai niente. Crea uno spazio per ogni oggetto e rimettilo sempre a posto». Cioè, fammi capire: gli altri (presumo maschi) abbandonano masserizie come se stessero scappando durante un bombardamento, e a fare le flessioni per raccattarle devo essere io? Come se non bastasse, intima: «Spolvera regolarmente», una volta la settimana, «per esempio, di sabato». Magari mentre gli altri vanno in giro a cazzeggiare, n’est pas?
Niente, da questo elenco istruttivo ho imparato che l’unica ragione della nostra vita è pulire la casa. Se ne deduce che: non ci piace studiare, non ci piace leggere, non ci piace andare al cinema o a teatro, non ci piace cantare, non ci piace andare al mare, non ci piace scopare. Se non nell’accezione di “spazzare”.



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