domenica 22 luglio 2018

Umano?

Surreali e stucchevoli questi funerali senza salma, le parole di cordoglio, i verbi coniugati al passato, i coccodrilli. Marchionne non è ancora morto (o è già morto e non ce lo dicono perché investire in pietà significherebbe fare entrare in fibrillazione le borse e mettere a rischio qualche millesimo di dollaro?) e già la retorica commemorativa scatena parole tanto altisonanti quanto ipocrite. Esilarante (se il momento, almeno per i familiari, non fosse drammatico) la lettera di John Elkann ai dipendenti Fca nel passaggio in cui parla di «qualità umane» dell’ex amministratore delegato e della sua «capacità di capire le persone». Ora, va bene tutto, va bene anche che loro siano fatti della stessa pasta e si credano reciprocamente umani mentre per me la parola umanità ha un significato diametralmente opposto a quello che ha per i padroni, va bene che gli agnelli sono lupi (e mi perdonino i veri lupi), ma credo che il giovane presidente quelle parole avrebbe potuto risparmiarle, appunto per evitare l’ilarità di chi legge. Ché Marchionne tutto è stato fuorché umano. A meno che non vogliamo rifarci al «com’è umano lei» del ragionier Ugo Fantozzi rivolto a uno dei tanti Marchionne che schiavizzano i dipendenti. 
Marchionne aveva come unico obiettivo il profitto. Bravo in questo, certo, ma sulla pelle dei lavoratori. Marchionne ha creduto di avere diritto di vita e di morte su migliaia di operai e sulle loro famiglie, e francamente – ora che la vita ha esercitato il diritto di morte su di lui - la sua morte non può che lasciarmi indifferente. Come lui restava indifferente di fronte agli operai morti sul lavoro, a quelli che si sono suicidati perché lui li ha licenziati, a quelli che dopo il licenziamento si sono fusi con il materasso e sono rimasti a fissare il vuoto del soffitto, nessuna voglia di alzarsi, lavarsi, vestirsi, mangiare, guardare negli occhi un compagno o una compagna di vita.
Sembra che Elkann abbia detto anche di provare un senso di ingiustizia. Anch’io provo un senso di ingiustizia: lo provo ogni volta che un operaio muore perché mancavano le misure di sicurezza, lo provo ogni volta che un operaio viene licenziato perché ha rivendicato un diritto, lo provo ogni volta che una donna non viene assunta perché c’è il rischio che resti incinta, lo provo ogni volta che una donna viene pagata meno di un uomo a parità di mansioni, lo provo ogni volta che un migrante viene trattato da schiavo. E queste sono tutte cose che fanno i padroni, quelli come Marchionne.