sabato 25 aprile 2015

Corso avanzato di pippologia


A Reggio Calabria c'è un consigliere comunale - tal Massimo Ripepi, di Forza Italia - secondo il quale l'adozione nelle scuole italiane del Documento standard europeo per l'educazione sessuale significherebbe introdurre alla "masturbazione infantile precoce" i bambini fra i 4 e i 6 anni.
Insomma, stando alle affermazioni di Ripepi, che finge di ignorare le reali finalità del Documento, sembrerebbe che a breve negli asili e nelle scuole elementari possa essere istituita una specie di corso avanzato di pippologia.
Da qui la stesura di una mozione (peraltro, ma la cosa non ci stupisce, benedetta da quasi tutti i consiglieri del Pd) con la quale lo scandalizzato cattotalebano si oppone "a qualunque tentativo di introdurre nell’ordinamento giuridico disposizioni normative tali da alterare la stessa struttura della famiglia", dove per famiglia intende quella presunta "naturale" fondata sul matrimonio tra un uomo e una donna, che per Ripepi sarebbe "una comunità di affetti e di solidarietà in grado di insegnare e trasmettere valori culturali, etici, sociali, spirituali e religiosi".
Io non vorrei fare la guastafeste, ma vorrei ricordare al devotissimo Ripepi che a volte la famiglia "naturale" è il luogo dove si commettono le peggiori nefandezze. Tanto per dirne una, una delle centinaia che ho sentito e letto negli ultimi mesi, nel mio lavoro preparatorio di un libro sulla violenza contro le donne, mi hanno riferito di un marito che non soltanto ammazzava sistematicamente di botte la moglie, cosa peraltro alquanto diffusa, ma che - parlando della figlia di appena sette anni - annunciava: "Questa la devo sverginare io". Affetti e solidarietà? Valori etici?
Per sostenere i quali valori etici il consigliere forzista nella sua mozione accusa la scuola di "aperta propaganda contro la famiglia naturale" e afferma che "le istituzioni devono provvedere allo stanziamento di pubblici sussidi al fine di garantire ai genitori un’effettiva libertà nella scelta della scuola per i propri figli, senza essere costretti a sostenere, direttamente o indirettamente, spese supplementari che impediscano o limitino di fatto tale libertà". In pratica, vorrebbe più soldi per le scuole dei preti. Come se non bastassero quelli già scippati alla scuola pubblica. Che, stando al pio Ripepi, sembrerebbe voler fare diventare tutti omosessuali, "con il pretesto di combattere 'inutili' stereotipi" e per far questo si sarebbe macchiata di un altro grave delitto: al liceo Giulio Cesare di Roma "i professori hanno imposto ad allievi minorenni la lettura di un romanzo, a forte impronta omosessualista, dal titolo 'Sei come sei' della scrittrice Melania Mazzucco (ed. Einaudi), alcuni passi del quale rivelano, in realtà, un chiaro contenuto pornografico descrivendo fra l’altro, nei dettagli, un rapporto di sesso orale fra due maschi". Mi chiedo: il cattotalebano sarebbe così scandalizzato se il sesso orale fosse avvenuto fra un maschio e una femmina? E poi davvero crede che senza la lettura di quel romanzo i ragazzi non avrebbero mai conosciuto questa pratica? Non vorrei darle un dispiacere, devotissimo consigliere, ma la informo che da qualche anno esiste una cosa che si chiama Internet. E che, non so se gliel'hanno detto (ma sì che gliel'hanno detto: a giudicare dal suo livore, lei dev'essere uno di quelli che predicano bene e smanettano male), da questa si può accedere a un'altra cosa che si chiama Youporn.
E senza nemmeno il filtro di un insegnante che - è questo, credo, il senso del Documento europeo - potrebbe aiutarli a capire e a fare le loro scelte consapevolmente.

giovedì 23 aprile 2015

Ballon d'essai


La fregola di scoop fa i gattini ciechi. Insomma, tutti pronti a rivalutare Fornero, Padoa Schioppa e tutti i papà di figli sulla vicenda dei giovani che avrebbero rifiutato il lavoro all'Expo. Articolone indignato sul Corriere: ma come, rinunciano a uno stipendio da 1300 euro?
E giù il coro di vergogna, fannulloni, choosy, bamboccioni, scioperati e tutti quei commenti pronunciati con la bocca a culo di gallina da signori benestanti e anziani prima ancora di sapere di cosa si trattasse, forse soltanto per odio (invidia?) generazionale.
Ora io non so esattamente come siano andate effettivamente le cose e quindi non mi pronuncio. Però vorrei fare due o tre appunti.
1) Expo è una vetrina, ai giovani di questi tempi piace stare in vetrina (grandi fratelli e isole varie) e pagherebbero per farlo, perché a questo li ha allevati la società dell'immagine. Dunque, se hanno rinunciato, facciamoci venire il dubbio che ci sia un motivo.
2) Il sasso è stato già lanciato nello stagno e attraverso la condivisione sui social ha già prodotto migliaia di cerchi concentrici di indignazione nei confronti di questi giovani presunti fainéants: gli articoli continueranno a girare in rete, riappariranno ancora fra mesi, anche a Expo concluso, e tutti continueranno a indignarsi verso chi avrebbe dato un calcio alla fortuna senza che nessuno - e men che meno il primo giornale che ha lanciato la notizia (o era un ballon d'essai?) - si sia preoccupato di seguire una delle regole base del giornalismo e del buon senso, cioè intervistare l'altra parte, quella accusata. E, no, non fate i furbi: riprendere qualche commento da Facebook non è uguale a intervistare la controparte o più di una controparte e mettere a confronto le testimonianze.
3) Per tagliare la testa al toro ed evitare di gettare fango su un'intera generazione per l'eternità, magari si sarebbe potuto aspettare qualche giorno, guardare le carte e verificare se effettivamente - come sostengono molti di quelli che hanno rinunciato - i 1.300 euro al mese erano una bufala che si riduceva a 500 e, tolte le spese, a 100 e se poi il contratto ai ragazzi che hanno accettato è stato fatto realmente. Magari si sarebbe venduta qualche copia in meno, ma probabilmente si sarebbe evitato di innescare la solita guerra fra poveri che fa bene solo ai ricchi.
Ah, già, dimenticavo: il Corriere è "i ricchi".

mercoledì 22 aprile 2015

Un libro contro la violenza sulle donne

Questo pezzo segna l'inizio della mia "amichevole partecipazione" a Cose da fare in Sicilia (www.cosedafareinsicilia.it), per parlare di pezzi di vita.

http://www.cosedafareinsicilia.it/2015/04/22/catania-scrivere-un-libro-contro-la-violenza-sulle-donne/

Per la verità c'era già stato un preludio qualche mese fa. Lo metto qui, nel caso in cui non l'aveste letto, e tanto per chiarire che parlerò di cose serie ma anche di cose meno serie.

http://www.cosedafareinsicilia.it/2015/01/07/salvalabottega-a-catania-il-dentifricio-colore-del-vino/

martedì 21 aprile 2015

Straricco al 100%

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Gentile signor Armani, sono assolutamente d'accordo con lei: "La chirurgia estetica è un'idiozia".
E' su tutto il resto che non la seguo. Lei sostiene che un gay "è un uomo al 100%" e dunque non deve "vestirsi da omosessuale". Facile per lei: a parte che con il mestiere che fa se anche lei fosse un gran scopatore seriale di femmine la bollerebbero come gay "a prescindere", poi con tutti i soldi che ha lei può permettersi il lusso di essere quello che vuole senza che nessuno osi contestarla. Perché da noi funziona così: se hai i soldi puoi fare quello che vuoi (anche ammazzare, rubare, corrompere), altrimenti non hai nemmeno il diritto di vivere.
E qui di diritti si parla, che in alcuni casi - visto che gli altri si rifiutano di accettare la realtà - vanno rivendicati anche vestendosi in modo "strano". Che poi, francamente, intanto io di tutti i gay che conosco non ne ho mai visto uno vestito "da omosessuale" (intende, per caso, con piume di struzzo e lustrini in stile Cage aux folles? Ma dove li ha visti, se non al cinema?), e in secondo luogo se a un maschio machissimo piace indossare una camicia a grandi fiori colorati stile hawaiano, avrà il diritto di vestirsi come cazzo gli pare? Se poi parliamo di buon gusto, è ovvio che un indumento di quel genere non è il massimo della "sciccheria" né per un etero né per un gay e nemmeno per una donna. Come non lo è abbinare i colori come se si fosse stati risucchiati nel bel mezzo di una tempesta magnetica. Ma questo è un altro discorso.
Ho il timore che quello che la scandalizza sia appunto la rivendicazione dei diritti per tutti i gay - e non solo per gli straricchi al 100% come lei -, così come qualche decennio fa scandalizzavano i nostri gonnelloni a fiori e gli zoccoli ai piedi.
Quello che scandalizza me, invece, è che lei possa portare le sue società all'estero per evadere il fisco e poi uscirsene con una transazione.

lunedì 20 aprile 2015

Colonizzatori


Io un clandestino lo conosco. Come molti di voi, immagino, consapevoli o ignari, che magari con lui condividono il pranzo, una battuta, un momento di tensione, un percorso in auto.
E' a lui che ho pensato ieri dopo la notizia della strage in mare. Ho pensato a lui per contrasto con quello che dicono dei migranti le iene e i maiali che gli vorrebbero affondare i barconi e gongolano sui social network alla notizia di settecento esseri umani morti.
Qualcuno li ha addirittura definiti "colonizzatori", cioè attribuendo a loro tutto il carico di violenza, di schiavitù e di distruzione che una colonizzazione porta con sé.
Il clandestino che conosco io ha l'età dei figli di quelli della mia età, quei ragazzi che dall'Italia sono costretti ad andare via perché non hanno prospettive. Lui, invece, il "colonizzatore", in quanto tale presumo schiavista, è venuto a fare lo schiavo qui da noi, trattato da schiavo da un padrone che è un cocktail di arroganza, prepotenza e ignoranza.
Essere clandestino non gli ha impedito di studiare, di parlare benissimo in italiano e sapere tutto di tutto, di informarsi sull'attualità, di crearsi una professionalità, di conoscere la buona educazione che pratica con naturalezza e signorilità che i selvaggi locali (quelli che si credono signori) neppure si sognano.
Di più: sorride sempre, è sempre disponibile, non s'incazza mai. Eppure motivi ne avrebbe, se non altro perché quando è in giro non si può rilassare un attimo nel timore che lo scoprano, lo buttino in galera e poi chissà cos'altro.
Ho pensato a lui. Ho pensato che avrebbe potuto esserci lui su quel barcone. Ho pensato che potrebbe esserci lui adesso in fondo al mare a formare un unico, indistinto strato di carne umana insieme a tutti gli altri. Ho pensato che per non dire e scrivere certe puttanate sui social basterebbe che ciascuno di noi pensasse al clandestino che conosce, di cui conosce l'umanità e il valore; basterebbe che ciascuno di noi pensasse che lui potrebbe essere il proprio figlio o un cugino o un compagno di studi con cui condividere l'angoscia per il futuro.
Ma poi ho pensato che pensavo male. Perché ciascuno di quelli che vorrebbero vederlo trasformato in cibo per i pesci non ha la più pallida idea di cosa significhi preoccuparsi del futuro proprio o dei propri figli: i primi, i più giovani, perché hanno già trovato un politico a cui svendere la loro dignità o sono già pronti per farsi essi stessi politici con una candidatura blindata; i secondi, i politici, quelli cattolici apostolici e romani, perché hanno già trovato il modo per trasformare una mazzetta in un posto di lavoro da professionista ben remunerato per i loro pargoletti viziati. Quanto al "semplice" senso di umanità, quello nel nostro cattolicissimo Paese è andato a farsi fottere già da un pezzo.

domenica 19 aprile 2015

Prof, ho capito bene?

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Io qualche professore reazionario l'ho avuto quand'ero a scuola e pure qualcuno molto ignorante. Anzi, spesso le due cose coincidevano. Con qualcuno ho litigato a sangue perché proprio non sopportavo quel suo spiegarci la letteratura italiana limitandosi a leggere dal libro di testo omettendo gli incisi. In pratica facendo quello che fa chiunque studi sottolineando. Come dire? Grazie al cazzo, questo lo so fare da me. Da te mi aspetterei qualcosa di più.
Però sia gli insegnanti bravi che quello reazionario e ignorante - non foss'altro che per farci vedere che pure lui aveva studiato il greco - non facevano altro che sottolineare l'importanza della politica, di quel fare politica che significava occuparsi della polis e quindi di tutto ciò che riguarda ogni cittadino. Non solo: manifestavano (pure il prof ciuccio) apprezzamento e ammirazione per quegli studenti che leggevano, andavano al cinema e a teatro, facevano politica. Eppure a quei tempi non era una cosa insolita.
Oggi, che uno studente così è una perla rara e te la sogni una che va benissimo a scuola, ha mille interessi e fa pure politica, un'insegnante ottusa invece di fare i salti di gioia per avere trovato qualcuno con cui finalmente parlare le fa i cazziatoni. Sicché una mia giovanissima compagna che risponde proprio a questi "requisiti" è stata ripetutamente e pesantemente redarguita dall'insegnante di italiano secondo la quale i giovani non devono occuparsi di politica.
Prof, ho capito bene? I giovani non devono occuparsi della solidità delle scuole dove passano gran parte della giornata? Non devono occuparsi delle buche nelle strade che percorrono in motorino rischiando la vita? Non devono occuparsi delle cose che studiano a scuola e dalle quali dipenderà il loro futuro? Non devono occuparsi della mancanza di lavoro che li colpirà appena usciti da scuola?
Prof, parla seriamente o voleva soltanto scherzare? No, perché se parla seriamente c'è seriamente da preoccuparsi. Perché vuol dire che lei odia il suo lavoro e non ha nessuna voglia di formare "cittadini" e di stimolare in loro lo spirito critico, ma preferisce degli automi con lo sguardo e il cervello spento. Probabilmente perché così, se lei dice una cazzata, non rischia che ci sia qualcuno che glielo fa notare come accadeva al mio insegnante di italiano del liceo.
E poi un'altra cosa: la mia giovanissima amica comunista mi riferisce che secondo lei i suoi ideali sono "sbagliati". Scusi, prof, glielo dico con affetto e con tutto il rispetto: chi cazzo è lei (e chiunque) per decidere se gli ideali di un altro sono giusti o sbagliati e per rendergli la vita un inferno proprio a causa dei suoi ideali? Sa, c'è stato un periodo in Italia dove succedeva persino che ti incarcerassero (mai sentito parlare di un certo Antonio Gramsci?) e ti ammazzassero perché ritenevano "sbagliati" i tuoi ideali. Non vorrei che per lei quel periodo storico fosse ispirazione di vita. Perché gli ideali della mia amica potranno pure essere "sbagliati", ma i suoi (non so se questo lo ha studiato quando era a scuola e poi all'università o le è sfuggito) oggi in Italia - grazie a tutti quelli che hanno combattuto per la libertà - sono fuorilegge.

mercoledì 8 aprile 2015

Un giorno di ordinaria follia


Ogni volta che mi trovo ad andare in una delle sedi Asp di Catania (avete presente la sanità siciliana, quella dove ogni cosa costa più che in ogni altra parte del mondo?), almeno quelle che mi capita di frequentare, ho la sensazione che quei palazzi da quando sono stati costruiti non siano mai stati ripuliti né dentro né fuori: intonaco caduto, cartacce, cicche, pavimenti anneriti, marmo ingiallito come dita immerse quotidianamente e da decenni nella nicotina.
Ufficio esenzione ticket della sede che si trova nella cosiddetta zona "in", quella dove abitano i signori che comunque si guardano bene di mischiarsi alla plebe preferendo il solito squillo (nel senso prostitutivo del termine) all'amico che li farà passare saltando la fila: centinaia di persone arrivate da ogni parte della città (perché nessuno ha detto loro che potevano farlo anche nella sede vicino casa), con i capelli ingrigiti dall'età, dalle malattie e dalla disoccupazione, schiaffeggiate da rasoiate di vento gelido, fuori, ammassate davanti a un cancello dove una tipa si sgola a chiamare numeri e nomi segnati con grafie incerte su un foglietto sgualcito e di tanto in tanto minaccia come a bambini di una classe impazzita: "Se parlate tutti non sentite il vostro nome e io vi cancello!"
A un certo punto ti dicono che di tutti quelli ancora presenti dopo ore all'inpiedi e al freddo, ne faranno entrare soltanto una ventina e chi s'è visto s'è visto: alle 12,30 si chiude e gli impiegati non hanno intenzione di restare un minuto di più, perché non sono dipendenti Asp. Scopro che si tratta di personale di patronati che lavorano lì "in partnership", cioè - deduco - in convenzione. Cioè - deduco - pagati extra perché la Asp non ha abbastanza gente da mettere allo sportello. E perché con tutti i soldi che spendono e con tutti i disoccupati che ci sono in Sicilia non assumono stabilmente altra gente?
Su Internet - dove immagino navighi meno dell'1% delle persone in attesa, molte delle quali non sono neppure in grado di capire che devono mettere una x su un quadratino - trovo un pippone propagandistico che ci spiega come "In vista del rinnovo delle esenzioni ticket per reddito l’Asp Catania ha adottato una serie di azioni per garantire ai cittadini servizi migliori e tempi più celeri per il relativo rinnovo". Un'intera mattinata al freddo e al gelo e con il rischio di dover tornare il pomeriggio sarebbe inquadrabile nella tipologia "servizi migliori e tempi più celeri"? E se i servizi non fossero stati migliori cosa avrebbero fatto, ci avrebbero mandati a spalare neve in Siberia?
Sembra che questa cosa succeda ogni volta che c'è da rinnovare l'esenzione e sembra che ogni anno l'Asp comunichi che si sta attrezzando, sempre per fornire "servizi migliori e tempi più celeri", ma il risultato è che ogni giorno di ordinaria follia centinaia di persone restano in attesa fuori dal cancello, che piova o ci siano 40 gradi all'ombra. E senza che a nessuno venga in mente almeno di installare uno di quegli eliminacode da due lire che si trovano pure in salumeria.
In mezzo, fra una fila e l'altra, da un anno all'altro, ci sono nomine "rivoluzionarie" di manager e - viste le bacchettate della Corte dei Conti - grandi promesse di revisione della spesa. Naturalmente sulla pelle di gente malata e senza lavoro, che di spesa non può fare nemmeno quella al mercato rionale.

venerdì 3 aprile 2015

Solo non si vedono i due liocorni


Quando vai su Google e cerchi Casavatore, comune della città metropolitana di Napoli, nonché "comune europeo", la prima cosa che appare è un'immagine del cartello di ingresso con le stelline europee e un cumulo di immondizia che ci si arrampica sopra come fosse edera. Praticamente metafora e rappresentazione plastica della molto più di una "grosse koalition", direi piuttosto una "grosse" ammucchiata, che si appresta ad andare al governo del comune.
A parte i due liocorni, che anche in questo caso saggiamente preferiscono starsene per i fatti loro, ci sono tutti, a partire da Forza Italia, passando per l'Ncd, fino ad arrivare a Rifondazione comunista e Sel: ben dieci liste a sostegno del candidato sindaco alle elezioni di maggio, Salvatore Silvestri, del Pd. Roba da far impallidire perfino uno scarabeo stercorario o il Pd siciliano per la capacità di mandare giù qualunque cosa. Dove per qualunque cosa si intende proprio quella cosa. E già con l'ingresso di mafiosi e le candidature di amici dei mafiosi ci sembrava di avere visto tutto e pure troppo.
Naturalmente ci diranno che è per il bene della città, il cui ex sindaco, Salvatore Sannino, anche lui del Pd (toh, e chi l'avrebbe mai detto), è stato recentemente arrestato per mazzette e truffa, quindi perfettamente fedele alla linea nazionale del partito. Naturalmente ce lo spacceranno come una sorta di Comitato di salute pubblica per rimettere in piedi la città, così come ci hanno raccontato negli ultimi anni quando le ammucchiate hanno cominciato a farle a livello nazionale per il bene del Paese e perché ce lo chiedeva l'Europa, raggiungendo l'apoteosi con il governo di destra-destra del rottamatore e moralizzatore riuscito solo a ritirare fuori dagli armadi tutto il vecchio repertorio e i vecchi figuri impregnati di naftalina e impegnati nella perpetuazione di pratiche corruttive decennali. Senza le quali è difficile raggiungere e conservare il potere.
Comunque, non ne dovesse restare nessuno, come nei Dieci piccoli indiani, loro si sono premuniti: il manifesto elettorale infatti è stato stampato grazie a uno sponsor, quasi undicesima lista a chiusura dell'elenco delle altre. Onoranze funebri Strano, si chiama. Per dire che la Politica, quella seria e con la P maiuscola, è morta e sepolta.

mercoledì 1 aprile 2015

Complici


Io sono fatta così. Tendo ad abbozzare, a giustificare, a capire le ragioni degli altri, a intuire sofferenze, a comprendere. Così ho fatto per anni nei confronti della "base" del Pd. Ho detto: molti sono compagni, restano per bisogno di credere che quello sia ancora il "loro" partito, quel partito; restano perché sono convinti che la battaglia - come si diceva una volta - si fa da dentro; restano perché quegli altri, quelli che ora li stanno tradendo, li chiamavano "compagni" e alcuni continuano a farlo come il marito che cornifica la moglie e continua a chiamarla "amore" perché non si renda conto; restano perché al sindacato gli hanno detto che "il partito" è quello e soltanto quello; restano perché tutti gli altri sono troppo litigiosi e non sono affidabili.
Lo faccio una, due, tre volte, lo faccio da anni, lo faccio sempre. Poi però smetto di essere comprensiva. Perché vi spostano il partito un po' al centro e voi dite vabbè. Perché flirtano con i padroni e voi dite vabbè. Perché cominciano a manomettere la Costituzione e voi dite vabbè. Perché con meticolosità smantellano uno per uno i diritti dei lavoratori e voi dite vabbè. Perché spostano il partito ancora un po' al centro e voi dite vabbè. Perché lo spostano decisamente a destra e voi dite vabbè. Perché accolgono a braccia aperte i mafiosi e gli amici dei mafiosi e voi dite vabbè. Perché prendono le mazzette e voi dite vabbè la prima, la seconda, la terza, la quarta volta, all'infinito. Perché voi siete come quelle madri con un figlio tossico che gli danno i soldi per la droga e si fanno picchiare e invece di denunciarlo per il suo bene dicono vabbè.
Questi sono tossici, drogati di potere, e se voi continuate a dire vabbè in buona fede non fate il bene del partito e non fate il bene del Paese. A meno che il vostro vabbè non sia calcolato, e ormai ho il forte sospetto che lo sia, perché siete peggio di loro, perché "con la politica ci si sistema" (e non soltanto nel senso di una sedia in Parlamento) - ormai è pensiero diffuso - e quindi conviene avere qualche "amico" in quel partito non foss'altro che per saltare la fila all'anagrafe. Perché loro fanno una legge contro il lavoro, in un mese oltre quarantamila donne perdono il lavoro e la disoccupazione giovanile schizza al 42,6% e voi dite "vabbè, magari trovano un lavoro a mio figlio e gli altri che si fottano".
E io non sono più disposta ad essere comprensiva, perché voi non siete in buona fede, ma complici.