martedì 24 aprile 2012

Partigiani della Costituzione

Oggi i calciatori non festeggeranno il 25 aprile: devono recuperare la partita (e i soldi) rinviata dopo il beau geste - piuttosto un trompe-l'oeil - di sospendere per una giornata il campionato in segno di lutto per la morte in campo del loro compagno Piermario Morosini. Figli di un calcio berlusconizzato, corrotto e corruttibile, nati nel ventennio dopato del conflitto di interessi, della Costituzione fatta a pezzi, degli attacchi feroci alla magistratura e del bunga bunga (con la variante del burlesque), nemmeno lo sanno che in quell'altro di Ventennio ragazzi loro coetanei sono saliti sulle montagne a combattere e a morire per la libertà di un intero Paese. Libertà, quella vera: non quella di vendersi persino la madre pur di fare soldi. E non lo festeggeranno, per ragioni diverse, per non perdere un lavoro che a stento dà loro di che sopravvivere, i dipendenti dei centri commerciali (che spesso sono enormi "lavanderie" della mafia), perché i loro sfruttatori e il decreto uccidi-Italia del governo Monti hanno stabilito che il 25 aprile si deve fare profitto. Come non si sa, dal momento che la gente non ha più nemmeno gli occhi per piangere, e lo dimostrano le notizie degli ultimi giorni che ci dicono di un aumento del consumo di pasta a scapito di carne e verdure, di milioni di persone che hanno rinunciato a cercare un lavoro, di centinaia di lavoratori che quotidianamente lo perdono, di un numero di suicidi impressionante senza distinzione di età o di classe sociale. Non lo festeggerà, ovviamente, Silvio Berlusconi, che ogni anno si è sottratto in maniera plateale a condividere la festa della democrazia. Ma non ne abbiamo sentito e non ne sentiremo la mancanza. Non sappiamo ancora se lo festeggeranno Monti e la professoressa Fornero che dopo avere ridotto gli italiani al cassonetto, ora vorrebbe persino imbavagliare la protesta accusando gli altri di scarso spirito di collaborazione. Noi ci saremo. A lottare contro i fascismi vecchi e contro i fascismi nuovi, quelli che si fanno eleggere dalla mafia per affamare un intero popolo, quelli che considerano le donne pezzi di carne, quelli vestiti in verde loden che in nome del mercato fanno carne da macello dei lavoratori e quelli in verde odio che vorrebbero sparare sui migranti. E, per quanto ci riguarda, anche quelli che vogliono uccidere i partiti (ai quali l'articolo 49 della Costituzione assegna il compito di "concorrere con metodo democratico a determinare la politica nazionale"), indiscriminatamente, e grazie ai quali l'Italia corre il rischio di cadere nelle mani di un altro "uomo qualunque" o della dittatura degli automi. Perché non è vero che i partiti sono tutti uguali (e ci sarebbe da fare una riflessione sul perché tutti quelli che dicono "i partiti sono tutti uguali" e "la politica è una cosa sporca" poi non li votano i partiti "diversi" che fanno politica in maniera pulita). Ci saremo ad onorare la memoria dei vecchi partigiani, che ad uno ci hanno lasciati orfani, e a non smettere mai, finché avremo fiato in gola, di mantenere viva quella memoria, presupposto essenziale per non ricadere nello stesso orrore. Ci saranno i nuovi partigiani, giovani e colorati, e noi abbastanza vecchi da aver avuto la fortuna di conoscere i vecchi partigiani e di studiare la storia. Tutti insieme, giovani donne escluse dal lavoro solo perché donne, precari, disoccupati, lavoratori che hanno perduto il posto, lavoratori sottopagati e costretti a lavorare senza alcuna sicurezza, migranti, omosessuali... Ci saremo a difendere il diritto al lavoro e ad una retribuzione equa, a difendere l'articolo 18 e il diritto a non essere licenziati perché iscritti a un sindacato che fa il suo dovere e difende i lavoratori contro un padronato che somiglia sempre di più a Dracula, il diritto all'istruzione pubblica e all'assistenza sanitaria, il diritto a non essere discriminati per le nostre idee politiche, il diritto a fare figli senza rischiare di perdere il posto, il diritto ad essere uguali, il diritto ad essere diversi. Tutte cose scritte nella Costituzione italiana nata dalla Resistenza al nazifascismo. Ci saremo, Partigiani della Costituzione.

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