mercoledì 4 aprile 2012

Otto mesi di stipendi arretrati


Articolo pubblicato sul Corriere di Sicilia del 3 aprile 2012


"Ma lei lo sa che alcune mie colleghe lavorano per gli usurai?" Che si tratti di un incubo da esorcizzare o di un precipizio già imboccato, "usuraio" era la parola più pronunciata ieri mattina, in piazza Duomo a Catania, dove le operatrici delle cooperative socio-assistenziali si sono riunite in sit-in con il sostegno della Funzione pubblica Cgil per protestare contro i mancati pagamenti da parte del Comune. Si tratta di circa un migliaio di lavoratrici, spesso monoreddito e quasi tutte con figli a carico, che garantiscono il servizio di assistenza domiciliare agli anziani (per i quali fanno la spesa, le pulizie di casa o sbrigano qualche pratica) o ai disabili gravi o si occupano di pulire i bambini handicappati a scuola. Ma il Comune nei loro confronti ha un arretrato di otto mesi di stipendio, tredicesima compresa.
Otto mesi durante i quali hanno continuato a lavorare, anticipando soldi e benzina, per non far venire meno un servizio essenziale: "Noi - ha sottolineato Rita D'Amico della coop Idee nuove - non trattiamo materiale di scarto, ma materiale umano". E c'è qualcuno che ha persino trovato un secondo lavoro, appena tre ore settimanali, ma quello che guadagna lo usa appunto per fare benzina e non lasciare soli gli anziani e i portatori di handicap. Tutte storie simili quelle delle operatrici: madri sole o con il marito che fa lavori saltuari, figli da mandare a scuola alcuni dei quali essi stessi disabili, stipendi da poche centinaia di euro, la Serit che non sente ragioni, le bollette da pagare, l'affitto, gli interessi sui ritardati pagamenti. E qualcuna sbotta: "E i nostri interessi sui pagamenti ritardati per otto mesi dal Comune dove sono?"
A sostenere la protesta, oltre al segretario della Fp Cgil, Gaetano Agliozzo, c'erano pure due presidenti di cooperative - Rosario Caruso per "Le Centolune" e Agata Rizzo per "Asar" -, mentre pesava l'assenza degli altri tanto da indurre le lavoratrici a chiedere "da che parte stanno". La questione, infatti, dovrebbe accomunare presidenti e lavoratrici perché, come spiegato appunto da Caruso e Rizzo, i ritardi nei pagamenti da parte del Comune creano problemi anche agli amministratori delle coop che comunque, soldi o non soldi, i contributi mensili per i dipendenti devono versarli, così come devono pagare l'affitto della sede, le bollette e tutte le spese di gestione, con il risultato che anche loro si indebitano mentre le banche non concedono più prestiti.
Un paio di mesi fa - hanno riferito le lavoratrici - a conclusione di una riunione fiume sembrava che una soluzione fosse stata trovata: c'era una finanziaria disponibile ad anticipare i soldi necessari a pagare gli stipendi con regolarità, salvo poi recuperarli dal Comune. Ma poi non se n'è fatto più niente. Per questo ieri la nuova protesta e l'incontro con il direttore generale del Comune, Maurizio Lanza, che si sarebbe impegnato a trovare una soluzione al più presto. Parole che non hanno affatto rassicurato le lavoratrici tanto da pensare a nuove e più clamorose forme di protesta.

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