Lorenzo o, come dicevan tutti, Trota non si fece molto aspettare. Appena gli parve ora di poter, senza indiscrezione, presentarsi al curato, pardon: al presidente per presentare le proprie dimissioni, v'andò, con la lieta furia d'un uomo di vent'anni.
Trascinato nella merda da se stesso e dalle sue spese pazze - autista, pranzi, cene, abiti, femmine -, il giovin signore "da tutti servito" che "a nullo serve", pupillo degli occhi del signor scuolaradioelettratorino, titolare di diploma pagato a peso d'oro e di 13.000 preferenze che lo hanno portato al consiglio regionale della Lombardia, dopo essere stato sputtanato dal suo chauffeur con tanto di registrazioni che lo vedono mettersi in tasca pacchi di soldi (del finanziamento pubblico ai partiti, quindi nostri) con lo stesso atteggiamento furtivo e a un tempo impunito di un pusher o di un usuraio, insomma quello lì, quello che lo sguardo sveglio, oggi si è dimesso dall'incarico ma non prima di avere scritto una lettera ai suoi elettori pubblicata in esclusiva da "Brescia oggi".
\ Elettori/militanti, ai quali ha spiegato di non avere colpa, aggiungendo una delle sue solite banalità del genere 'sono sereno' e 'sono fiducioso nella magistratura': "Non faccio mistero di come il cognome che porto mi abbia aiutato. Ma mi ha anche gettato in prima linea e costretto a dimostrare ogni giorno che le 13 mila preferenze prese sul territorio erano frutto della mia passione politica e non del nepotismo di cui mio padre, la cui unica colpa è quella di aver dato un'anima alla Padania, è stato più volte accusato". Porastella! Fa mistero, invece, perché non specifica l'autore, su chi gli abbia scritto la lettera usando i congiuntivi.
Quindi ha avuto una parola per suo padre: "Da lui ho sempre preso esempio, nella vita e in politica, cercando di mutuare nel quotidiano i valori con cui ci ha sempre cresciuti: il rispetto, la morale e la coerenza". Strano, mi sembrava di ricordare che fino a poco tempo fa il signor scuolaradioelettra, fondatore della Padania e della moneta denominata "il rutt", fosse il principale alleato (per pura adesione politico-ideale ai soldi che venivano versati spontaneamente nelle casse dl suo movimento) di un vecchio maniaco sessuale frequentatore di eroi e di stallieri o di stallieri/eroi.
Ora, però, il giovinotto cresciuto a rispetto, morale e coerenza, il pesce lesso insomma, è lo stesso che alla fine dell'anno scorso finì al centro di un'inchiesta su festini a base di escort e coca che si sarebbero svolti nella casa di Alessandro Uggeri (fidanzato dell'assessore regionale Monica Rizzi, incaricata da Umberto Bossi di convogliare voti sul figlio per farlo eleggere in consiglio regionale), che lo avrebbe coinvolto anche in società indagate per evasione fiscale.
Oggi Lorenzo o, come dicevan tutti, Renzo si è dimesso ma c'è già chi preconizza per lui una brillante carriera. No, non come politico, per nostra fortuna: i bookmakers di tutto il mondo sono pronti a scommettere che entro la fine del 2013 prenderà parte a un reality show. Magari all'Isola dei famosi, nel ruolo di baccalà.
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