Nell'ordine, erano stati scomodati un magistrato, un comandante dei carabinieri, un avvocato, un vescovo e un giornalista.
A Godrano, piccolo centro della provincia di Palermo con poco più di 1.500 abitanti che in arabo si chiamava Al Gudran (palude), oggi si sarebbe dovuto parlare di mafia. Il programma prevedeva la proiezione del film "La Fratellanza" del 1968, diretto da Martin Ritt e interpretato da Kirk Douglas (che poi - a parte il merito di essere stato girato proprio in quel paesino con comparse locali - non doveva essere neanche 'sto gran film, a giudicare dalla definizione che ne dà il Morandini: "Truce melodramma mafioso, tutto giocato sopra le righe e zeppo di luoghi comuni"), e poi il dibattito - che avrebbe dovuto moderare il redattore di Repubblica Tano Gullo - con il sostituto procuratore della Repubblica Gaetano Paci; il comandante provinciale dei carabinieri, Teo Luzi; l'avvocato Carmelo Franco, componente della giunta nazionale dell'Unione camere penali; e il vescovo ausiliare di Palermo, Carmelo Cuttitta.
L'evento avrebbe dovuto svolgersi nel teatro "Giuseppe Canino", ma praticamente all'ultimo minuto (appena qualche ora prima, per la precisione) è stato annullato. Anzi, secondo quanto riportano le agenzie: "rinviato a data da destinarsi". E uno potrebbe pensare, data l'età, che la pellicola gli si è sbriciolata fra le mani appena l'hanno tirata fuori dalla pizza. Invece sembra che per proiettare il film fosse necessario un permesso non meglio specificato da parte di un'apposita "commissione sui pubblici spettacoli composta da funzionari del comune, dell'Asl, dei vigili del fuoco e da un elettrotecnico", i cui componenti non è stato possibile convocare "per ritardi burocratici", come spiegato dal sindaco Matteo Cannella, esponente di una lista civica espressione del centrodestra ma sostenuta anche dal centrosinistra eletto con una valanga di voti nel 2010 contro un avversario esponente di una lista civica espressione del centrodestra ma sostenuta anche dal centrosinistra (no, non avete sbagliato voi a leggere né io a scrivere: tutte e due le cosiddette liste civiche erano espressione del centrodestra ma sostenute anche dal centrosinistra, praticamente un acquitrino).
Ora, escluso che la commissione dovesse operare una sorta di censura preventiva sul film (peraltro abolita nel 2007 e comunque di competenza del Ministero per i Beni culturali), se per il caso il teatro era cadente e bisognava certificarne l'agibilità forse lo sapevano già quando l'iniziativa è stata organizzata e se anche fosse crollato ieri, forse potevano decidere di farla altrove.
Non è che, per caso, è meglio che i discorsi sulla mafia anneghino in un pantano di adempimenti burocratici?
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