E' proprio il mondo all'incontrario: per una volta che un sindaco in Italia si comporta come un buon padre di famiglia, oltre che come un bravo educatore - a fronte di uno Stato biscazziere, che reclamizza il gioco d'azzardo e si monda la coscienza raccomandando di giocare "senza esagerare" - si becca una multa.
E' successo a Claudio Zanotti, del Pd, ex primo cittadino di Verbania, eletto nel 2005 con il sostegno di una coalizione di centrosinistra comecristocomanda (Ds, Margherita, Prc, Pdci, Verdi, IdV e Sdi), che qualche anno fa - allarmato dal bisogno compulsivo dei suoi concittadini di tentare di fare fronte alla crisi economica sputtanandosi i pochi soldi residui nella speranza di guadagnarne altri con una botta di culo - aveva emesso un'ordinanza per limitare l'uso delle slot-machine: funzionamento autorizzato soltanto dalle tre del pomeriggio alle dieci di sera. Da insegnante, Zanotti ha pensato principalmente ai ragazzini che facevano sega a scuola per andare a giocare e rischiavano seriamente di diventare schiavi delle macchinette mangiasoldi.
Ebbene, ai vampiri che succhiavano il sangue di studenti e anziani (la società Euromatic e il gestore di un bar) la cosa non è andata giù, tanto da decidere di presentare un ricorso al Tar di Torino. Che oggi ha dato ragione ai ricorrenti facendosi forte di una legge del fascismo: il codice Rocco, secondo il quale le bische sarebbero soltanto un problema di ordine pubblico. Risultato: il comune (non il sindaco in persona, che nel frattempo è cambiato) dovrà revocare l'ordinanza e pagare alla società danneggiata un milione e trecentomila euro.
Adesso aspettiamo soltanto che i narcotrafficanti facciano causa a sindaci e insegnanti che promuovono campagne di sensibilizzazione contro l'uso delle droghe pesanti.
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