Oggi il sondaggista impomatato Masia – quello che sembra uscito da una rivista patinata degli anni Ottanta - in apertura della diretta de La7 sui risultati elettorali, evidentemente ignaro del risultato del primo turno e di avere sbagliato clamorosamente (ammesso che di errore si sia trattato) riguardo alla Federazione della Sinistra, ha continuato a fornire intenzioni (indicazioni?) di voto sballate, con la complicità del direttore Enrico Mentana che, per sovrappiù, definiva la FdS “ex Rifondazione comunista”. Dimenticando (?) che della Fds fanno parte Rifondazione comunista, i Comunisti italiani, Socialismo 2000 e Lavoro e Solidarietà, cioè quelli che stanno dalla parte dei lavoratori e dei ceti deboli, categorie evidentemente fuori moda per qualcuno. Così, giusto per fare un po’ di confusione perché torna utile a qualcuno. Mentana, invece, avrebbe fatto bene a dire a Masia: “Grazie, ci faremo risentire noi”. E farebbe bene a riprendere a dare le notizie in maniera corretta, se non vuole che gli elettori truffati gli facciano una class action e lo licenzino.
Quanto a me, mi è bastato ascoltare i sondaggi taroccati di Masia per sapere che avevamo vinto e, quando ne ho avuto la certezza, mi è venuto un mezzo infarto (come, penso, a tutti i miei amici, i compagni, le persone per bene, quelli che non ne possono più di un governo di delinquenti che ha affamato l’Italia e costretto i nostri ragazzi ad andarsene), ho riso, ho pianto, ho ballato, ho sentito il mio cuore che faceva bungee jumping come quando ti innamori per la prima volta, ho fatto tanta pipì. Ho incontrato un ragazzo nero, gli ho sorriso e ho detto: “Ora andrà meglio anche per te”. Ho pensato a mio figlio e alla sua compagna, negli ultimi giorni doppiamente “indignados”, per il loro Paese natale e per quello di adozione, e mi sono detta: “Ora forse potete tornare”. E non credo che Mentana e Masia abbiano mai provato tante emozioni tutte in una volta.
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