Non so quanto di malizioso ci fosse e quanto di freudiano. Certamente era esilarante l’attacco del pezzo di Repubblica (edizione di Palermo) del 6 maggio, firmato da Emanuele Lauria, in cui si dava conto dell’arsenale di Raffaele Lombardo, armi da collezione (e, a quanto sembra, di grande valore economico) che il presidente della Regione tiene nelle sue stanze a Palazzo D’Orléans, come se fosse casa sua e comunque come se non avesse alcuna intenzione di schiodare.
Insomma, l’articolo cominciava così: “Non spara. Anzi, non spara più”. E, come diceva qualcuno, la domanda sorge spontanea: non spara più e si fa imprenditore come la gente che frequenta? Beh, a giudicare dalle imprese in cui – secondo quanto pubblicato da Sud -, ha interessi (lui o sua moglie), si direbbe di sì.
Comunque sia, sembra che Lombardo vada molto orgoglioso dei suoi fucili e mostri una certa competenza. Anche se l’articolo non specifica se fra le armi ci sia qualche fucile a canne mozze o il mitra con cui il governatore della Sicilia minacciava di accogliere gli immigrati se li avesse trovati nelle sue campagne. Forse è a questo che si riferiva quando, rispondendo alle domande del cronista, diceva di avere “nostalgia della caccia”.
Così, oltre che un frequentatore di capimafia, scopriamo di avere al governo l’uomo delle caverne: con la differenza che quelli cacciavano per procurarsi il cibo mentre – per dirla con De Gregori - “il cacciatore uccide sempre per giocare”, cioè per pura crudeltà. Ci mancava solo questa.
Nessun commento:
Posta un commento