Una volta in Sicilia (e probabilmente anche nelle altre regioni e nei loro dialetti) si diceva: “U cumannari è megghiu du futtiri”. C’è poco da spiegare: è l’orgasmo del potere. Ma oggi, per via di una classe politica bulimica, dovrebbero cambiarlo quel modo di dire: “cumannari è futtiri, futtiri è cumannari”, dove l’atto sessuale non contempla sentimenti ed emozioni ma è, esso stesso, esercizio di potere. E a un tempo, però, sintomo di impotenza: impotenza di vivere la vita come viene, impotenza di essere onesti, impotenza di avere ideali e valori e passioni, impotenza di ridere e piangere e farsi battere il cuore. Impotenza di vivere normalmente: impotenza nella quale comandare e scopare sono come una pista di coca, fuga dalla realtà che trasforma gli uomini in animali.
Dominique Strauss-Kahn, uno degli uomini più potenti del mondo, l’ultimo esempio: gli scappava – come se dovesse pisciare -, ha preso la prima donna che gli è capitata a tiro e se l’è fatta. Sicuro di sé, sicuro del fatto che – se lei avesse protestato – sarebbe bastato gettarle addosso delle banconote. Poi le ha gettate addosso ai giudici le banconote, una montagna di banconote, per uscire su cauzione e scontare arresti domiciliari di lusso.
Silvio Berlusconi, il verme che striscia davanti ai potenti (o che lui crede tali) della Terra, l’esempio che abbiamo sotto gli occhi da una ventina d’anni e da qualche tempo in maniera sempre più disgustosa: incapace (impotente) di governare e di fottere, compra a peso le donne e i parlamentari.
Raffaele Lombardo, no. No, non è che non scopi. Probabilmente è che non l’hanno ancora beccato a farlo in pubblico perché – essendo molto più giovane dei due utenti da geriatrico di cui sopra – non ha bisogno di aprire la patta e tirare fuori il pisello ogni quarto d’ora come un vecchio prostatico e poi perché i maschi siciliani sono molto più bravi a non farsi scoprire: nel loro bisogno di harem frutto della discendenza araba, tradiscono la moglie, la prima amante e la seconda amante nell’omertà più assoluta. E poi ci sono i suoi “frequentati”: forse nel frattempo anche lì le regole sono cambiate ed è andato tutto letteralmente a puttane, ma certo è che una volta i capimafia diffidavano i loro affiliati dal farsi l’amante perché in certi momenti di debolezza ti può scappare di rivelare qualcosa e invece di fottere sei fottuto.
No, il governatore della Sicilia è rimasto fedele al vecchio detto: lui comanda. Comanda su tutto e tutti: se hai bisogno di un lavoro devi passare da lui e dargli in cambio un pacchetto di voti; se devi iscrivere tuo figlio all’asilo devi passare da lui e impegnarti a farlo votare da tutta la famiglia; se devi diventare primario devi passare da lui e dargli in cambio un pacco consistente di voti; se ti devi aggiudicare un appalto devi passare da lui e passare con lui armi e bagagli, tu e tutto il tuo partito, dimenticando di aver affermato – appena tre anni fa – che Lombardo era in continuità con il suo predecessore Totò Cuffaro.
Ora: 1) l’appalto è stato annullato perché era stato assegnato senza gara e dunque era irregolare; 2) è del primo aprile scorso (e non era uno scherzo) il sondaggio di Demopolis in base al quale il Pd in Sicilia perde 250.000 voti e 8 punti percentuali scendendo al 18% - perché se stai al governo con uno che basa tutto il suo potere sulle clientele e che frequenta i mafiosi, ci può arrivare anche un dirigente nazionale del Pd a capire che alla sua base gireranno i coglioni; 3) talmente non era uno scherzo, che i risultati delle ultime amministrative sono stati un sonoro ceffone al Pd – convinto di accrescere consensi e potere, il potere che dà orgasmo, grazie ai suoi accordi sottobanco con il peggio del peggio - da parte degli elettori schifati da inciucismo, consociativismo e una gestione del potere finalizzata non a servire la gente ma, appunto, a fotterla. E così all’improvviso ci si trova nella necessità di rifarsi una verginità, fare un’ulteriore inversione ad “u”, accorgersi che al governo con Lombardo non ci si può stare, che ci vuole una verifica “per avviare il cambiamento”. Di mafia non se ne parla, ovviamente. Non è questo che preoccupa il Pd. Al governo con Lombardo che frequenta i boss e lo ha ammesso pubblicamente (sia pure con la motivazione risibile della frequentazione a fini politici, cioè per averne i voti, che se possibile aggrava ulteriormente la sua posizione) il Pd pseudogarantista avrebbe continuato a restarci ottimamente, se questo avesse portato qualche appalto, la gestione della formazione professionale, i voti…e invece no, la gente non è poi così cretina, “c’è un clima nuovo nel Paese” – dice la stessa signora che a furia di inversioni a “u” ci ha fatto venire il mal di mare con annesso vomito e che adesso corteggia Sel e IdV (dimenticando anche lei dolosamente, come gli altri, che a Napoli De Magistris al primo turno era sostenuto da Idv e Federazione della Sinistra e che la FdS si aggira intorno al 4% e dunque è una forza politica di cui bisogna tenere conto) perché quando e se anche in Sicilia la gente dovesse accorgersi che la destra da Lombardo a Berlusconi ci affama e ci schiavizza e dovesse decidersi a votare a sinistra, il Pd potrà lucrare da quei voti e dire di avere vinto.
Ben venga un nuovo centrosinistra in Sicilia che spazzi via l’Mpa di Lombardo e il suo capo, il Pdl, l’Udc, il Pid di Totò Cuffaro e Saverio Romano, la Forza del Sud di Gianfranco Miccichè e tutte le loro scomposizioni e ricomposizioni, ma il Pd sia chiaro, onesto e leale (soprattutto con la sua base) e non creda di uscirsene con un’avventura da una botta e via in attesa di meglio. Altrimenti, che vadano a farsi fottere.
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