E' come se fosse disoccupata quasi tutta la città di Palermo: in Sicilia i giovani che non hanno lavoro sarebbero poco meno di seicentomila.
Lo dice lo Svimez, secondo cui i giovani ufficialmente disoccupati sono duecentoquarantottomila, ma a questi bisogna aggiungerne altri trecentoventiseimila "nascosti", per un totale di cinquecentottantaduemila. Appunto: poco meno degli abitanti del capoluogo di regione.
L'Associazione per lo sviluppo dell'industria nel Mezzogiorno spiega infatti che lo stato dell'occupazione in Sicilia è peggiore di quanto non si possa pensare guardando soltanto ai dati ufficiali: "nel 2010, se consideriamo anche coloro che 'pur non facendo azioni dirette di ricerca di occupazione sono disponibili a lavorare', il tasso di disoccupazione corretto dell'Isola sarebbe più che raddoppiato, passando dal 14,7% ufficiale al 28,9%".
L'allarme, lanciato oggi a Palazzo Steri nell'ambito delle Giornate dell'Economia del Mezzogiorno, diventa ancora più preoccupante se si pensa che nell'ultimo anno il tasso di occupazione giovanile in Sicilia è sceso al 38,8% rispetto a una media nazionale - pur sempre inquietante - del 52% e che ancora una volta ad essere penalizzate sono le ragazze: nell'Isola soltanto una giovane donna su cinque - appena il 20,6%, 18 punti in meno della già vergognosa media nazionale - ha un lavoro.
Se a questo si aggiunge che, sempre in base ai dati dello Svimez, nell'Isola un laureato su tre non lavora, alimentando l'esercito dei Neet o dei migranti intellettuali, allora il quadro è completo.
D'altra parte, per essere assunto nei patronati fabbriche di voti o per andare a fare l'esattore del racket o lo spacciatore, non serve la laurea: anzi, più sei ignorante e meglio è.
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