venerdì 15 luglio 2011

Ruvolo I e Ruvolo II: i Menecmi di Ribera

Ieri mi sono imbattuta nella pagina Wikipedia in cui si parla dell'onorevole Giuseppe Ruvolo, detto Peppe, da Ribera, uno che si muove solo in difesa dei perseguitati politici: quando condannarono in via definitiva per mafia Totò Cuffaro (ex presidente della regione e prima, a lungo e nei governi più diversi, assessore regionale all'agricoltura), disse - giudice sui giudici - che la sentenza era sbagliata; ora che Saverio Romano (ministro dell'agricoltura) è imputato coatto per concorso esterno in associazione mafiosa parla di sentenza mediatica e per di più si esercita nello sport nazionale del centrodestra, il tiro all'Ingroia.
Insomma, ho letto una notizia e ho deciso di documentarmi. Ragazzi, nemmeno Plauto avrebbe potuto fare di meglio. Già, perché la prima notizia che dà Wikipedia su questo signore è che ha "un gemello monozigote, con il quale condivide gli impegni". E condivide vuol dire proprio condivide, cioè i Menecmi fanno a mezzi, perché l'enciclopedia online, dopo aver elencato una serie di fallimenti di studio e professionali (lauree inseguite e mai conseguite, fallimento della cantina sociale in cui lavorava, eccetera, fino alla decisione di scendere in campo nel 1980 candidandosi al consiglio comunale con la Dc) ci informa che a un certo punto quello che in seguito diventerà assessore all'agricoltura (e tre! ci avete fatto caso? il settore li accomuna) della sua provincia dal 1985 al 1990 "si ritira temporaneamente dalla politica per far spazio al fratello gemello Nino".
Ma come? E allora le cazzate su Ingroia che aspirerebbe a candidarsi a sindaco di Palermo chi le ha dette, Menecmo I o Menecmo II? Che la sentenza all'amico Totò era sbagliata l'ha detto Peppe o Nino? E il culo al governo Berlusconi, il 14 dicembre 2010, chi glielo ha responsabilmente parato, Nino o Peppe? E in aula come ci vanno, a giorni alterni? Come a scuola, se uno quel giorno si rompe i coglioni ad andare si presenta l'altro spacciandosi per il primo?
Che poi, diciamocela tutta, non è che ci fosse sto gran bisogno di un alter ego, perché Ruvolo (nel senso di Giuseppe) a moltiplicare pani, pesci e ruvoli e a trasformarsi in uno, nessuno e centomila che manco Arturo Brachetti, ci riesce benissimo da solo, senza l'aiuto del suo doppio. Stando infatti a quanto ci riferisce l'agiografo tecnologico, il ragionier Ruvolo inizia la sua carriera politica nella Dc e poi se li passa tutti: alla fine degli anni Novanta è "responsabile" (quando si dice il destino!) provinciale del Partito popolare, poi passa a Democrazia europea (e lo eleggono pure senatore infilandolo nelle commissioni - indovinate un po'! - agricoltura e antimafia), fonda l'Udc "venendo nominato - ci dice ancora l'encicolpedia - responsabile nazionale del dipartimento delle Politiche Agricole Forestali della Pesca del partito di Casini". Da parlamentare, nel 2004, fa l'infiltrato: con la Commissione antimafia, di cui è componente, partecipa alle indagini sulla provincia di Agrigento dimenticando di informare i colleghi parlamentari di esserne il vicepresidente. Ma forse non l'aveva dimenticato: è che quella volta c'era andato Menecmo II. Vicesegretario regionale dell'Udc, più volte rieletto in Parlamento, nel 2010 lascia l'Udc di Casini per l'Udc di Cuffaro, insomma per il Pid (Popolari per l'Italia di domani), a cui dà vita insieme a Saverio Romano, Calogero Mannino, Giuseppe Drago...insomma, tutte persone "di specchiata moralità": Drago è l'ex presidente della Regione scappato con la cassa, gli altri - chi più chi meno - sono la casa reale di mafiopoli. Tutti confluiti, in quota Pid e a riscuotere una tangente chiamata ministero - nel gruppo parlamentare di Iniziativa Responsabile incaricato di tenere con tutte le mani il respiratore attaccato alla bocca di Berlusconi (giusto per fargli capire come ci si sente a stare dall'altra parte).
La biografia si conclude con le ultime gesta di Ruvolo Giuseppe da Ribera, detto Peppe: nel marzo scorso - insieme alla Lega Nord e insieme all'Mpa di Raffaele Lombardo, i cui parlamentari fingono di non votare uscendo dall'aula - vota a favore della legge sul federalismo municipale. In pratica, sodomizza i suoi stessi elettori. O forse è stato suo fratello gemello monozigote.

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