martedì 28 giugno 2011

Dalla bonaccia alla brezza? Si può fare anche in Sicilia

Punti fermi irrinunciabili - legalità e lotta alla mafia; lavoro; accoglienza ai migranti; una Sanità pubblica veramente al servizio dei cittadini, che non sia bacino elettorale e centro di smistamento di clientele; tutela dell'ambiente - e compagni di strada con cui perseguire gli obiettivi: tanti compagni di strada, a partire da tutti quelli, singoli e comitati, che si sono mobilitati a raccogliere le firme e poi a fare propaganda per i referendum; alle associazioni, in primo luogo quelle che hanno fatto della lotta alla mafia la loro cifra; ai partiti o "pezzi" di partiti, cioè quelle tante persone per bene che ancora stanno dentro il Pd e che non digeriscono la scelta di stare al governo con Raffaele Lombardo.
E' questo il senso dell'assemblea dal titolo “Il vento cambia anche in Sicilia? Costruiamo l’alternativa a Lombardo e al centrodestra”, svoltasi ieri al Centro Zo di Catania e promossa dalla Federazione della Sinistra per ragionare insieme su un possibile cambiamento anche in Sicilia, alla luce dei risultati elettorali delle recenti amministrative. Perché se è successo a Napoli può succedere anche qui e anche qui prioritaria dev'essere la lotta alla criminalità organizzata. E, infatti, c'erano l'Arci, Libera, Un'altra storia, i movimenti per l'acqua e numerose altre realtà dell'associazionismo, a confrontarsi in una sala piena con gli esponenti dei partiti - FdS (Rifondazione, Comunisti italiani, Socialismo 2000 e Lavoro e Solidarietà), Italia dei Valori, Sel e, appunto, quella parte del Pd che non si rassegna ad essere subalterna a Raffaele Lombardo (il quale a Roma sostiene il governo di Berlusconi e della Lega: un governo che proprio ieri ha mandato la polizia a reprimere i No Tav) e a vedere suoi dirigenti e dirigenti sindacali omaggiare il presidente della regione durante il congresso del suo partito. E che su un punto non ha dubbi: con i mafiosi non soltanto non si devono fare affari, ma nemmeno incontrarli.
Dunque, da una parte i dati - quelli, autorevoli, della Banca d'Italia e degli istituti di ricerca - che parlano di una Sicilia allo stremo, dove non si fanno investimenti, dove più del 40% delle famiglie è sulla soglia della povertà e da dove i giovani sono costretti ad andare via, dall'altra le riforme solo presunte del governo Lombardo. Come quella della Sanità, servita soltanto - secondo Renato Costa, segretario regionale della Cgil medici - a "sostituire le tessere dell'Udc con quelle dell'Mpa" mentre è in corso una "privatizzazione subdola" attraverso i tagli dei fondi alle strutture private. O come quella - che non c'è stata - dell'apparato burocratico, anche questo luogo in cui si alimentano le clientele: ben ottantamila persone a vario titolo a libro paga della Regione Sicilia, a fronte delle 3.700 della Lombardia e delle 2.700 dell'Emilia Romagna. Oppure, in un elenco infinito, quelle che dovrebbero tutelare l'ambiente e invece si traducono in condoni e cementificazione ulteriore.
Ma forse proprio un'assemblea partecipata come quella promossa dalla FdS e la mobilitazione in occasione della campagna referendaria possono far dire che, se finora l'unico vento che ha spirato in Sicilia è stato un vento di bonaccia dettato dalla rassegnazione a un sistema di potere paludoso e sempre uguale a se stesso, potrebbe soffiare anche qui una brezza vivace, fatta di tutte quelle persone che non si rassegnano alla mafia, alla gestione del potere per il potere, agli inciuci che fanno perdere la dignità. Perché non ci sono soltanto Mpa, Pdl e un Pd che ambisce alle briciole del potere di Lombardo, ma c'è una Sicilia politica e sociale, che non è nel parlamento regionale soltanto a causa di quella legge liberticida voluta dalle forze politiche maggiori che prevede lo sbarramento al 5%: ed è una Sicilia democratica e progressista che non ci sta ai giochi di potere.
All’incontro sono intervenuti: Carmela Cappa (Associazione “Un’altra storia”); Mimmo Cosentino (Comitato politico nazionale Prc); Renato Costa (segretario regionale Cgil medici); Lillo Fasciana (segretario regionale Flc Cgil); Fabio Giambrone (segretario regionale Idv); Maria Giovanna Italia (presidente Arci Catania); Orazio Licandro (segreteria nazionale Pdci); Antonio Marotta (segretario regionale Prc); Valerio Marletta (consigliere provinciale Prc-FdS); Enzo Cilia (segreteria regionale Sel); Antonio Tomarchio (segreteria regionale Pdci); Franco Pignataro (sindaco di Caltagirone); Concetto Scivoletto (coordinatore regionale Socialismo 2000); Giuseppe Strazzulla (presidente Libera Catania).

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