venerdì 5 aprile 2013
Bufala forever
Ma che cos'è questa frenesia della notizia a tutti i costi? Questo inseguire il mito dello scoop che poi si traduce in un "bufala forever"?
Tralascio le patetiche due pagine - a quanto sembra, grilline e in quanto tali inutilmente urlate - che seminano il terrore su Facebook non tanto per le notizie tragiche (che, essendo chiaro a tutti ormai trattarsi delle bufale, non fanno paura a nessuno) quanto perché tutte quelle minchiate a raffica non si reggono proprio, e mi soffermo su quella che sembra diventata una nuova moda: prendere spunto da una notizia drammatica vera e drammatizzarla ulteriormente inventandone una drammatica falsa. Giusto per fare un esempio: nello stesso giorno della morte di Jannacci, un giornale online comunica "un altro lutto" e aggiunge che Maurizio Vandelli "ci lascia". Siccome c'ho la "tigna", prima di lasciarmi andare al dispiacere per un altro pezzo della mia adolescenza che crollava, sono andata a verificare su altri siti e soprattutto su tutte le agenzie di stampa. Vandelli stava benissimo, aveva solo deciso di ritirarsi dalle scene e io avevo una gran voglia di prendere a calci in culo gli improvvisati cronisti. Oppure: un sito francese, prendendo spunto dal fatto che qualche giorno fa è stato male o forse semplicemente dai suoi novantaecocci anni, oggi ci ha comunicato che Nelson Mandela era morto. E siccome eccetera eccetera, mi sono andata a controllare le agenzie. Non solo non era morto, ma c'era una dichiarazione rassicurante della moglie che parlava di miglioramento dello stato di salute.
Mi viene in mente un aneddoto che si racconta a proposito della morte (presunta) di Pio XII. Era il 1958. Il papa era più di là che di qua e un giornalista assetato di scoop si mette d'accordo con qualcuno all'interno del Vaticano che dovrà chiudere una finestra come segnale (un'altra versione dice che il segnale consisteva nell'aprirla quella finestra, ma la storia non cambia). La finestra si chiude e il giornalista dà in anteprima mondiale la notizia della morte del papa. Ma la finestra si era chiusa per un colpo di vento e due ore dopo il Vaticano diede la smentita: il papa non era affatto morto, mentre quel giornalista, con la sua fregola da scoop, aveva sicuramente fatto una gran figura di merda.
Io, fossi stata nei suoi colleghi, avrei confezionato in fretta e furia delle edizioni speciali per sputtanarlo urbi et orbi. E la finestra gliel'avrei chiusa io: in faccia e per sempre sulla sua cosiddetta professione.
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