Ecco cosa succede se un Presidente della Repubblica e un papa perdono la credibilità, uno per "firmite compulsiva" che lo ha portato a sprecare fiumi di inchiostro per avallare leggi di dubbia costituzionalità, designazioni di ministri di dubbia legalità e nomine di senatori a vita di dubbia tecnicità, l'altro perché, vestito tutto d'oro, pretende di dare lezioni di moralità e sobrietà: succede che un segretario di un sindacato (cinghia di trasmissione di un partito il cui capo, nonché presidente di regione, sembra - se le indagini dei magistrati non sono carta straccia - si faccia eleggere con i voti dei mafiosi) un giorno si sveglia e pensa di essere in diritto di farlo lui il messaggio di fine anno a reti unificate nonché urbi et orbi.
E così è successo che a Catania il segretario della Camera del lavoro (o il suo ghostwriter) abbia preso carta e penna e abbia scritto il suo bel discorso di fine anno e con viva e vibrante soddisfazione, senza dimenticare l'immancabile richiamo ai 150 anni dell'Unità d'Italia, fra retorica e aria fritta, ha ricordato le due presenze in città del segretario generale, Susanna Camusso, ha volato alto - là, dove osano le papere - sulla politica nazionale facendo esercizio di cerchiobottismo e maanchismo veltronian-scudocrociato in difesa di lavoratori e pensionati ma condita da moderata e ostinata fiducia relativamente a una possibile "netta discontinuità" dell'attuale governo nazionale di destra rispetto al precedente governo di destra e infine ha ammonito l'esecutivo Monti "che non si cerchi di far cassa con pensionati, lavoratori e redditi bassi (qualcuno lo avverta: è già successo, anche perché questo fanno i governi di destra, che siano puttanieri o beghini, sempre la carne dei più deboli spolpano, come bestie fameliche). Quindi il sindacalista di lotta e di governo (regionale, peraltro entusiasticamente sostenuto dalla deputata del Pd Concetta Raia, espressione proprio della Cgil catanese) è sceso nella realtà locale sottolineando una "situazione produttiva industriale grave" e annunciando - udite udite! - che il suo sindacato continuerà a "pungolare le istituzioni" perché facciano partire una serie di lavori pubblici: indispensabile il completamento dei parcheggi cittadini. Con tanti ringraziamenti da parte della libera informazione e dei liberi muratori e cementificatori.
Discorso alto, concluso da benedizione di rito: "A voi tutti un augurio di Sereno Natale e Felice Anno Nuovo" (così, con le maiuscole pure per gli aggettivi).
Confesso che ho avuto un attimo di smarrimento e a un certo punto mi sono ritrovata ad ascoltarlo sull'attenti e con la mano sul petto.
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