martedì 6 dicembre 2011

E i mafiosi risaneranno i conti dello Stato

Dunque, vediamo:
vai in farmacia e ci sono due che parlano dell'ipotesi di tornare alla lira; ne parlano come se stessero immaginando di trasferirsi su un'isola deserta, quindi con la consapevolezza che è impossibile, ma lo fanno;
parli con quelli che hanno le case, le prime case, e ce le hanno perché le hanno comprate in passato caricandosi mutui insostenibili, pagati privandosi dell'indispensabile, e ti dicono che stanno pensando di venderla perché nel frattempo sono rimasti senza lavoro o sono andati in pensione al minimo e la loro pensione da fame serve anche ad aiutare i figli disoccupati e quindi non si possono permettere il lusso di pagarci l'Ici;
entri dal tabaccaio...anzi, no: non riesci neppure ad entrare perché c'è la fila fino a fuori di tutti quelli - i più disagiati: disoccupati, precari, casalinghe, pensionati - che giornalmente si sputtanano quel poco che gli resta grattando un gratta e vinci, scuotendo le macchinette, puntando al lotto, mentre l'Eurispes ci spiega che il fenomeno si incrementa proprio in periodo di crisi o perché qualcuno spera nel colpo della vita o per distrarsi, crearsi un mondo parallelo (ma, dico io, non sarebbe meglio comprarsi un libro?);
apri la cassetta della posta e la trovi intasata di lettere delle finanziarie che ti offrono prestiti vantaggiosissimi;
apri la casella di posta elettronica e ci sono mille mail che ti spiegano come investire i tuoi soldi (soldi? Ma di che cazzo parlano?)

E nello stesso giorno - all'indomani di una manovra di un governo di destra che salva solo i ricchissimi, ammazza tutti gli altri e naturalmente non si occupa delle frequenze tv che potrebbero fruttare allo Stato sedici miliardi di euro, probabilmente ricattato da Berlusconi che altrimenti non gli dà la fiducia -, nel giorno in cui sei in farmacia, dal tabaccaio o in panetteria e avverti nei discorsi di tutti lo smarrimento e lo sconforto, ti accorgi che nel bar della mafia - uno dei tanti, forse tutti, a Catania - fervono i lavori per il cambio di gestione (in questa città tirano tutti dritto e fingono di non accorgersi di niente, ma il sospetto è che i boss abbiano adottato una versione riveduta e corretta del "lavorare meno lavorare tutti", che si potrebbe chiamare "riciclare molto, guadagnare tutti": in pratica il bar o il ristorante lo gestiscono a rotazione i diversi affiliati, così c'è anche di che sostenere i figli dei boss detenuti) mentre le agenzie battono la notizia di un imprenditore catanese che decide di chiudere la sua azienda dopo avere inutilmente e da solo lottato contro il racket delle estorsioni.
Ma tranquilli, l'economia riprenderà a girare e anzi ci sarà un rilancio: le nostre case di cui non riusciamo più a pagare il mutuo e le aziende dei pochi imprenditori onesti che non pagavano il pizzo e magari pagavano pure il fisco se le compreranno i mafiosi e i grandi evasori fiscali. Anzi, c'è da giurare che nelle nostre case ci metteranno quattro letti vecchi e degli orribili mobili in formica e le affitteranno in nero agli studenti universitari. Forse ci daranno pure un lavoro in nero nelle loro aziende rubate a chi non ce la faceva più.
E poi si compreranno i Beni culturali, Palazzo Chigi, il Colosseo e i buoni del Tesoro e i Btp e i bund tedeschi....

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