Alla fine ci metteranno il cartello "vietato l'ingresso ai cani e ai meridionali". Sarebbe solo l'ultimo passo del processo di nazistizzazione di Trenitalia, dopo aver gradualmente dismesso quasi tutti i treni per la Sicilia, licenziato un migliaio fra addetti alle pulizie e cuccettisti, reso la vita impossibile a chi il treno lo usa per andare a lavorare. Ora l'ultima novità (che in realtà risale a circa un mese fa) è qualcosa di molto simile ai vagoni piombati.
In pratica, eliminate le definizioni tradizionali di prima e seconda classe (che mai comunque avevano messo in discussione la possibilità di "contaminarsi" fra frequentatori dell'una e dell'altra) e istituite quattro diverse categorie, fra Standard, Premium, Business e Executive per i Frecciarossa che portano da Milano a Roma e da Roma a Napoli, l'azienda ferroviaria ha stabilito che chi viaggia nelle carrozze economiche, le Standard - cioè, a spanne, pendolari, studenti, immigrati, pensionati -, non può avere accesso a quelle dei cosiddetti signori, le sole dotate di carrozza bar/ristorante. E, per non correre rischi ed evitare che qualcuno faccia il furbo, non solo lo hanno scritto chiaramente su un cartello ("Ai clienti del livello standard non è consentito l'accesso alle carrozze Premium, Business e Executive"), ma hanno bloccato le porte spiegando - nel solito burocratese di merda - che è stata "una scelta di marketing finalizzata a garantire livelli di servizio adeguati alle richieste": insomma il cumenda evasore in viaggio con il suo troione ingioiellato non deve correre il rischio di condividere l'aria con uno "sporco negro" puzzolente o un comunista (altrettanto sporco e puzzolente, in base al Berlusconi-pensiero: ché è notorio che i comunisti non si lavano).
E poi Trenitalia spiega che se proprio hai voglia di un caffè in quei quattro vagoni trasformati in trappole per topi c'è un carrellino bar in cui acquistare "bevande calde o fredde" (non specifica se è "di serie" o se a Napoli sale il solito venditore di caffè superlungo da pagare come al Grand Hotel). Importante è che tu stia al tuo posto. Sapesse, Contessa...
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