Una volta qualcuno gli diceva: "Disegna la tua casa". E loro, i bambini, prendevano tutti i colori che potevano e disegnavano una casetta sgangherata, un prato con dei fiori giganti, un albero sproporzionato, uno sgorbietto su quattro zampe che poteva essere indifferentemente un cane o un gatto, il cielo era azzurro e c'erano il sole e gli uccellini. E poi ci mettevano se stessi, tenuti per mano da mamma e papà.
Oggi Alessandro ha disegnato una specie di "casa" e il suo papà. Alessandro ha sei anni ed è il figlio di Calogero Fantauzzo, uno dei tre bidelli precari che da sei giorni a Palermo fanno lo sciopero della fame accampati sotto una tenda davanti alla presidenza della Regione per protestare contro i tagli alla scuola pubblica decisi dal governo dei padroni. Perché Calogero e i suoi tre colleghi una casa non ce l'hanno più: l'hanno venduta, insieme a tutto ciò che avevano, pur di dar da mangiare ai loro figli.
Alessandro ha disegnato il suo papà e ci ha messo pure l'albero, ma la "casa" è quella tenda sotto la quale l'uomo è costretto a dormire da sei giorni per rivendicare il proprio sacrosanto diritto al lavoro, mentre in queste ore la Commissione Bilancio del Senato - ancora nell'ambito di una manovra finanziaria che vuol fare pagare la crisi solo ai più deboli - dà l'ennesimo colpo di grazia alla classe lavoratrice approvando l'emendamento che consente di licenziare in deroga alla legge e che apre la strada all'abolizione dell'articolo 18 dello Statuto dei lavoratori.
Quattro anni fa il poeta Eduardo Sanguineti - in quel momento candidato sindaco a Genova con la sinistra - fece scandalo in questo Paese ipocrita per avere invitato all'odio di classe: "Bisogna restaurare l' odio di classe - disse -. Bisogna promuovere la coscienza del proletariato: i padroni ci odiano e non lo nascondono". Spiegò anche che la sua non era un'incitazione all'odio, parlò di proletariato, di uomini venduti come merce, della necessità di "aiutare i proletari ad avere coscienza della propria classe". Parole antiche, per un Paese tornato indietro di secoli in materia di diritti; parole che indignarono una certa "sinistra" light che ama frequentare mercati (finanziari) e mercanti più che difendere i lavoratori.
Oggi che un bambino di sei anni disegna non una casa ma una tenda che serve al suo papà per rivendicare il diritto fondamentale, quello dell'articolo 1 della Costituzione, ho bisogno di quelle parole di Sanguineti e ho bisogno di manipolarle un po'. Per dire ai padroni, a questo governo di padroni e mercanti: Io vi odio. Vi odio perché ci avete tolto la dignità del lavoro, vi odio perché ci avete tolto la dignità dell'istruzione, vi odio perché avete rubato alle giovani coppie la fantasia di fare figli ai quali non potranno dare da mangiare, vi odio perché avete strappato il sorriso a un bambino di sei anni e il futuro a migliaia di giovani brillanti costretti ad andare a cercare lavoro altrove perché voi, e solo voi, avete ridotto questo Paese in un paese di merda.
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