"Si è laureata almeno tre anni fuori corso con un voto di appena 100 su 110. Aveva scelto una tesi con un titolo accattivante ‘Referendum di iniziativa regionale’. L’argomento era bello, ma lei lo ha trattato in maniera davvero sciatta. Per quella tesi non ho voluto dare neanche un punto in più della media voti. Non soltanto per come era stata scritta, a tirar via..."
A esprimere tanto condivisibile disgusto è Antonio D'Andrea, docente di Diritto costituzionale all'università di Brescia: il relatore della tesi di Mariastella Gelmini.
Ecco, Ministro, parto da questo - sorvolando per il momento sulla sua ignoranza crassa, su cui tornerò - per dirle che lei mi fa schifo (e mi quereli pure: non ho nulla da perdere, come tutti gli italiani che lei e il governo di cui lei fa parte avete privato della democrazia e come tutti quei genitori ai quali avete sottratto i figli, costretti ad andarsene il più lontano possibile, pur di non perdere la dignità elemosinando una qualunque raccomandazione per un qualunque posto di lavoro). Perché in quel "a tirar via" pronunciato dal suo relatore c'è tutto il senso del suo operato successivo e la chiave che spiega il suo ennesimo strafalcione culturale, quello sul tunnel costruito (senza che nemmeno una vibrazione o la presenza di un escavatore insospettisse la gente lungo quei 700 chilometri interessati alla "grande opera") fra la sede del Cern di Ginevra e il Gran Sasso. Perché anche quel comunicato offensivo - per gli scienziati, per i ricercatori, per chi il pane se lo guadagna spaccandosi il culo a lavorare e per tutto il Paese - è stato fatto "a tirar via" e in quella nota c'è tutto il suo disprezzo per la gente che lavora di cervello. "Diciamogli due cose a 'sti rompicoglioni sennò poi si lamentano che la ricerca non è apprezzata": dev'essere stato questo, più o meno, il suo pensiero, trasmesso a qualche suo collaboratore deficiente e superficiale quanto lei, che non si è preso la minima briga di informarsi anche con una semplice ricerca su Internet prima di mettersi a scrivere.
Ecco, quel suo comunicato "a tirar via" ha lo stesso sapore oltraggioso delle vostre ipocrite partecipazioni ai funerali di Stato dei militari che voi stessi avete mandato a morire in guerra. State lì come stoccafissi, nei vostri abiti scuri da beccamorti e con le vostre espressioni falsamente contrite, e intanto pensate a quanto vi saranno grate le industrie belliche o ai vostri balletti rosa. Oppure, quando i ricercatori - che voi osteggiate e avversate in tutti i modi, privandoli del necessario per le loro ricerche e spesso costringendoli ad espatriare - arrivano a un risultato, fate un comunicato sulla scoperta "epocale", sottolineando che i soldi ce li avete messi voi e infarcendolo di strafalcioni che sono il risultato della sua carriera scolastica (studente mediocre persino in un istituto privato, di quelli dove vai alla cassa, paghi e ritiri il diploma: quello dove i ricchi mandano i loro figli ignoranti e arroganti solo per ottenere quel "pezzo di carta" che servirà come corsia preferenziale per una fulgida carriera da raccomandati); della sua carriera universitaria ("non particolarmente brillante negli studi" l'ha definita a una sua collega dell'università di Brescia); della sua carriera professionale, avviata andando a sostenere gli esami di abilitazione in Calabria perché là - come lei stessa ha ammesso - c'era una percentuale di promossi del 90%. E il risultato è che lei ha ridotto la scuola pubblica e l'università pubblica, che avrebbero dovuto essere l'albergo a cinque stelle del nostro Paese, ad una lurida locanda di quart'ordine.
Ecco, vede, Ministro, io per lei immagino una scena - ma reiterata all'infinito - come quella di Palombella Rossa, con la giornalista cretina e Moretti sul bordo della piscina. Lei dice "egìda" invece che égida? "Ma come parla?" E giù schiaffoni. Lei fa un calcolo in base al quale il 40% di 800.000 fa 40.000? E giù schiaffoni. Lei nega l'esistenza dei tagli alla scuola mentre a Palermo dei precari sono in sciopero della fame dopo essersi venduti pure la casa per dar da mangiare ai figli? E giù schiaffoni. Lei dice "i carceri" invece che "le carceri"? Ma come parla? E giù schiaffoni. Lei spara la minchiata sul tunnel dei neutrini? E giù schiaffoni, schiaffoni, schiaffoni andata e ritorno, finché il suo visino anemico da figlia di Maria non diventi paonazzo come quello di un beone e finché quella nocciolina che le hanno messo al posto del cervello non le esca dalle orecchie (singolare: orecchio. Lo sapeva?) sotto forma di granella, cada in piscina e precipiti in fondo fino al tubo di scarico. E così lei ridiventerà quell'inerte pigotta che è sempre stata, inutile persino per raccogliere fondi per l'Unicef. Perché lei vale meno di due lire.
Evitando a quest'ora del mattino di commentare l'incommentabile ministrucola, esprimo solo la mia preoccupazione per il fatto che questa figurina del governo (non è un errore il minuscolo...) possa "riformare" la scuola.
RispondiEliminaCertamente già sapendo che sua figlia frequesterà un istituto privato dove, come ben dice il post, passi alla cassa.
Ma i nostri figli no!
I nostri figli li vogliamo poter continuare a mandare nelle scuole statali e, soprattutto, vorremmo che le nostre tasse (quelle che se le paghi poi ti ripagano, come dice lo spot) sostenessero queste e non quelle private.