mercoledì 11 settembre 2013

Presenti assenti

In un mondo di indifferenti, capita che un gesto si tramuti in gesta. Ero all'ufficio postale stamattina e c'era un uomo con un tampone in una narice, chiaramente per frenare un'emorragia. All'improvviso ha starnutito e in pochi secondi la sua faccia si è riempita di sangue. Da lontano l'ho visto cercare inutilmente qualcosa nelle tasche, mi sono avvicinata, ho tirato fuori dalla mia borsa un pacchetto di fazzolettini di carta e gliene ho dati più della metà, perché mi era chiaro che uno solo non sarebbe stato sufficiente. Ho dovuto allontanarmi perché smettesse di ringraziarmi. Non faceva che ripetere: "Grazie, signora, lei mi ha salvato la vita". Dai, non esageriamo! Al più ti ho risolto un problema, ma non ho compiuto nessuna azione eroica. Ho fatto quello che chiunque avrebbe fatto. Chiunque. Se non fosse che la metà di quelli che erano presenti era troppo presa a dialogare con il proprio ombelico per accorgersi di quello che stava succedendo e l'altra metà ha continuato a fare il suo dio, fottendosene. Non mi gratifica essere considerata una specie di eroina per avere compiuto un gesto qualunque: mi fa tristezza e rabbia. Sarebbe bastato un semplice "grazie" per un gesto semplice, e non ci sarebbe stato bisogno di enfatizzarlo fino ai limiti del teatro. Se soltanto gli altri presenti non fossero stati così assenti.

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