venerdì 21 giugno 2013
Il porco posposto
Io il calcio lo chiuderei. Con dentro calciatori, allenatori, proprietari di squadre di calcio, cronisti sportivi e fanatici di ogni risma. E quindi sono la persona meno adatta a prendere le difese di qualcuno che faccia parte di quel mondo funzionale ad "oppieggiare" il popolo.
Ma quanta ipocrisia in questo scandalizzarsi per una bestemmia (tanto che qualcuno l'ha definita "presunta") in un Paese dove non ci si indigna del fatto che il 90% di politici, manager, vescovi e alte cariche dello Stato violi costantemente nove comandamenti su dieci e bestemmi stabilmente tutti e 139 gli articoli della Costituzione italiana.
E tutti lì a trovare giustificazioni, come per le bestemmie di Berlusconi e i rapporti con la mafia, le tangenti, le escort e le evasioni fiscali e tutte le porcate del vecchio porco, che sono porcate ma vanno "contestualizzate".
E oggi tutti lì a discettare se Prandelli abbia detto zio o dio, se il porco fosse preposto o posposto, se dio (ma pure bio, fio, io, pio) fosse un suffisso o un prefisso. Ora, scusa, a parte che se tuo zio è uno che conosci più o meno da quando sei nato e ti ha cresciuto e allevato come fossi un figlio è tecnicamente una bestemmia prendersela con lui, lo è ancor di più - e mondiale - cercare di spacciare una cosa per un'altra. Forse ho detto zio. Forse ho ereditato da Trapattoni "zio poi". Sì, e magari da Bossi avrai ereditato il "dio Po". Ma chi vuoi prendere per il culo? E soprattutto chi vogliono prendere per il culo tutti quelli che pur di avvolgere il pallone in un'aura di santità ne negherebbero persino la sfericità. Prandelli ha bestemmiato. Amen. Come accade a molti nei momenti di tensione.
Ma siccome il calcio è intoccabile tanto quanto la chiesa cattolica nessuno deve ammettere che sia accaduto. Come quando un prete riserva delle attenzioni eccessive a un bambino. Che non si dica che è un pedofilo: si stava solo prendendo cura di quel bimbo. Poi magari lo trasferiscono a prendersi cura di altri bambini, così non se ne parla più. La faccia è salva. Ma la sostanza resta.
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