sabato 25 febbraio 2012

Voi compresi

"Caro Ministro, i bambini sono tutti uguali, ma Lei manderebbe qui i suoi figli e nipoti?"
Oggi il Ministro dell'Istruzione, Francesco Profumo, è a Palermo e stamattina ha visitato la scuola "Falcone" dello Zen, il quartiere che più di ogni altro rappresenta la ferita aperta dell'esclusione e del degrado.
Quelle parole sono contenute nella lettera che un alunno dell'istituto ha scritto e letto personalmente a Profumo che - come ormai ci hanno abituato in soli tre mesi gli esponenti del governo Monti - ha risposto con una gaffe. Anzi, direi proprio con un lapsus freudiano che denota la natura classista dell'esecutivo: "Hai ragione, tutti i bambini, voi compresi, hanno diritto a una scuola migliore, più pulita e dove tutti si sentano a proprio agio. Per questo vedremo quello che si può fare".
"Voi compresi"? Ministro, ho sentito bene? Voi compresi? E che cos'hanno i bambini dello Zen di diverso dagli altri bambini? Hanno sei gambe e tre nasi? O non portano, invece, sulle loro spalle metaforicamente ricurve anzitempo, tutto il peso dell'abbandono da parte delle istituzioni?
E poi l'ultima frase: "Per questo vedremo quello che si può fare". Suona come una presa per il culo, come il "ci faremo sentire noi" dato in risposta a tutti i giovani siciliani in cerca di lavoro e senza un magnaccia politico di riferimento che invecchiano aspettando di essere chiamati. Come pensa il ministro Profumo di vedere "quello che si può fare"? Non è proprio lui che, appena insediato, ha tirato una linea precisa e ha affermato che la riforma Gelmini non si tocca? E la riforma Gelmini non è forse quella che ha tagliato tutto quello che ha potuto alla scuola pubblica, privandola persino della carta igienica, oltre che degli insegnanti e di strutture un minimo decenti e dove non si rischi la pelle?
Ministro, lei compreso, anzi, lei per primo dovrebbe avere voglia di sprofondare alle parole di un bambino delle elementari costretto a frequentare una scuola che somiglia tanto a una punizione: niente riscaldamenti, i cessi rotti, la palestra fuori uso e le classi sporche. Ecco, se proprio vuol vedere quello che si può fare, faccia così: la prenda quella riforma della Gelmini, la faccia in mille pezzi e la getti nel cesso di una scuola dello Zen (sperando che lo sciacquone funzioni) e poi pretenda dal suo governo che azzeri la spesa per l'acquisto dei caccia F35 e quei soldi li dirotti sull'istruzione. Perché l'alternativa per i bimbi dello Zen privati della cultura e dunque del futuro altrimenti sarà quella di sempre: morire in una delle vostre sporche guerre imperialiste o morire in una sporca guerra di mafia.

2 commenti:

  1. Tra l'altro, la scuola in questi quartieri disastrati rappresenta l'unica "finestra" di speranza e di innalzamento per questi giovani, che per il solo fatto di nascere in questi posti, quasi sempre non hanno altra prospettiva che l devianza ed l crimine.
    In Belgio abbiamo scuole a "dsicrimanzione positiva", nel senso che le scuole dei quartieri disastrati hanno appunto più mezzi e gl insegnanti vengono incentivati a lavorarci. Ecco delel best practices di cui si potrebbe fare tesoro anche in Italia!

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  2. Un plauso e la solidarietà più totale a quei coraggiosi docenti che consentono "quell'unica finestra di speranza e di innalzamento per quei giovani". La loro dedizione mi rimanda alle pagine del "Maestro di Pietralata" e della "Scuola di Barbiana" di Don Milani. Ma Regione Sicilia e Governo centrale DEVONO fare molto, molto, molto di più per queste "scuole di frontiera"

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