Insomma Berlusconi ha confessato: il puparo è lui. Intervistato qualche giorno fa dal Financial Times - oltre alle solite minchiate sulla popolarità, sulle sue percentuali di consenso, sulle folle che lo acclamano e si stracciano le vesti quando passa, e menate simili -, ha detto che adesso il suo ruolo politico è "dietro le quinte". E, a riprova del fatto che per una volta non stava raccontando balle megagalattiche, nelle stesse ore la Camera con voto segreto (che, in parole povere, vuol dire che hanno votato galeotti di tutto l'emiciclo) ha approvato l'emendamento della Lega nord sulla responsabilità civile dei giudici. Praticamente una tanica di benzina depositata davanti alla saracinesca di ogni Tribunale.
Dopo di che oggi - come ieri aveva fatto con lui Licio Gelli - ha consegnato le tavole della sua legge (elettorale) nelle mani di uno dei giornali di sua proprietà, Libero, al quale ha confermato quanto detto ai giornalisti di Ft aggiungendo qual è il suo obiettivo primario: riformare la legge elettorale, "alzando la soglia di sbarramento". Non l'ha detto, ma immagino che pensasse di innalzarla almeno al 10%, soglia utile a liberarsi degli oppositori e a mettere in atto la sua vendetta non tanto trasversale nei confronti degli infami della Lega. E infatti: "Il voto degli italiani si disperde in una miriade di partiti e partitini: la sinistra radicale di Vendola, i Grillini, Di Pietro, i radicali, Fini, l'Udc di Casini, la Lega...". Ipse dixit.
E indovinate un po' con chi l'ex presidente del consiglio vorrebbe intraprendere il dialogo sulla legge elettorale? Ma con il Partito democratico, ça va sans dire! Del resto, per il Pd l'unico modo per frenare l'emorragia di voti è quello di impedire che esistano i partiti alla sua sinistra. Walter Veltroni - l'Henri Landru dei partiti comunisti - già gongola: infatti ieri si è fatto invitare da Fabio Fazio e, fra una citazione letteraria e una cinematografica (roba che a Sanremo lo avrebbero escluso per plagio), si è fatto un po' di campagna elettorale.
Quanto a Berlusconi, le sue ambizioni dittatoriali non sono nuove e queste dichiarazioni esplicitano soltanto il suo desiderio più volte ripetuto di accaparrarsi il 51% (ritenendo l'Italia una Società per Azioni e, infatti, dandosi da fare per acquistare quote azionarie di ratti, razzi, topi di fogna, o' mandolino e o' sciliputipù), ma forse è venuto il momento che qualche magistrato, prima che gli tolgano anche il diritto di indagare, apra un fascicolo non contro ignoti, ma con nome e cognome, Berlusconi Silvio, per il reato di associazione eversiva. E, se per caso è contemplato anche il concorso esterno, nel fascicolo ci potrebbe entrare anche il nome di qualcuno del Pd: c'è solo l'imbarazzo della scelta.
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