Insomma, a quanto pare, il problema principale che dovrà affrontare il Pd nella prossima assemblea del 3 aprile è – nella regione dell’inciucio con l’Mpa – se chiamarsi Pds (Partito democratico siciliano) o PdS (Partito democratico della Sicilia). Questione non da poco, non c’è che dire, sollevata – riferiscono le cronache locali – dalla zarina messinese del Pci-Pds-Ds-D-eccetera, Angela Bottari, che con un sillogismo schizofrenico come lo stare al governo con il frequentatore di boss Raffaele Lombardo, spiega di preferire la prima ipotesi alla seconda formulata dai vertici nazionali del Pd, perché “abbiamo uno statuto autonomista che va rispettato anche dal partito”. Minchia! Quando si dice essere più realisti del re e più autonomisti dell’autonomista!
Dev’essere una specie di processo di lombardizzazione (sia nel senso del governatore siciliano sia in quello di Bossi, giacché tutti e due – più o meno palesemente – ambiscono alla secessione) quello che, come un virus, si è insinuato nel corpo del Pd siciliano e ne ha intaccato irreversibilmente il cervello se per esempio un altro esponente di quel partito, Beppe Lumia, dimentico delle proprie battaglie antimafia, non solo è stato uno dei più strenui sostenitori di questa porcheria sulla pelle dei siciliani, ma adesso appunto in vista di quell’assemblea del 3 aprile in cui si dovrà ancora discutere se restare nel governo Lombardo o andarsene (come vorrebbe gran parte della base e un buon numero di dirigenti, comunque non sempre e non tutti animati da nobili motivazioni) se ne esce con un’ulteriore arringa difensiva che meriterebbe il test del palloncino.
Usando un linguaggio pieno di nodi e giravolte, come solo i politici sanno fare (soprattutto quando tentano di far passare – mi si perdoni l’eufemismo – la merda per cioccolata), in sostanza Lumia afferma che il Pd siciliano avrebbe avuto un ruolo determinante nelle vicende nazionali perché entrando a far parte del governo di Raffaele Lombardo (quello che, senza vergogna, ci ha informati di avere incontrato dei capimafia, ma “solo” per motivi politici) ha sparigliato le carte a Berlusconi (quello che i mafiosi se li teneva in casa come stallieri): “Ricordate che cosa era la Sicilia – si è accalorato Lumia rivolgendosi ai suoi durante un’assemblea a Palermo, secondo quanto riportato da un giornale online -? Il granaio del Pdl, la regione berlusconiana al cento per cento, uno dei punti di forza del Paese. Insieme a Lazio e Lombardia permetteva a Berlusconi di minacciare le elezioni anticipate all’opposizione. La Lombardia è rimasta al Pdl, il Lazio è andato al Pdl, ma la Sicilia è stata la Waterloo di Berlusconi. È qui che è saltato tutto ed è grazie alla Sicilia che la minaccia è stata disarmata. Lo abbiamo fermato e invertito la rotta”. Bum! Ma Lumia c’è o ci fa? Pensa che abbiamo l’anello al naso? O ce l’ha lui l’anello al naso e pensa davvero che la presenza del suo partito nel governo regionale sia una specie di suggello di onestà? Dove sarebbe la rivoluzione, nel fatto che la gestione clientelare persino di un raffreddore, grazie al Pd, è passata dalle mani degli uomini di Berlusconi a quelle degli uomini di Lombardo e pure di qualche esponente del partito di Lumia? Già, perché una delle motivazioni più scandalose proposte dall’ex presidente della Commissione parlamentare antimafia è stata che “si è intervenuto nel settore strategico della sanità, il ventre molle dell’intermediazione politica-affaristica”.
Spero per lui che, almeno fra le pareti protette di casa sua, Lumia un minimo di vergogna lo provi per le cazzate che dice in pubblico. La sanità di Lombardo e dell’ex magistrato Massimo Russo è – ammesso che sia possibile – ancora peggio di quella di Cuffaro o di Firrarello: Lumia se lo faccia un giro negli ospedali siciliani, ci vada a parlare con le persone che a causa dei tagli non avranno più un lavoro e con quelle anche disabili che saranno costrette ad affrontare viaggi e spese pazzesche perché non hanno più un presidio ospedaliero a una distanza decente, si informi con qualche medico che non ha ottenuto il primariato per avere mantenuto la schiena dritta e non essere andato a inginocchiarsi da Lombardo, senta cosa dicono i medici ospedalieri delle ragioni di zerbinaggio per le quali qualcuno è diventato manager. L’unica differenza rispetto a prima è che mentre prima il sistema di potere clientelare se lo spartivano fra Cuffaro, Lombardo, Firrarello e tutti questi medici o mafiosi (e massoni) essi stessi o amici dei mafiosi, adesso invece il sistema di potere clientelare è tutto nelle mani di Lombardo. Ma, mio caro Lumia, sappia che il problema è la clientela in sé, non chi la gestisce: è il sistema di potere clientelare che è una merda e non è che se viene gestito con l’avallo del Pd è meno merda.
E, a proposito di sistemi, nella sua arringa difensiva dell’indifendibile, a un certo punto Lumia ha persino tentato una motivazione sociologica, legata al consociativismo, del caso Vitrano, il parlamentare regionale del Pd che – in questa fregola di assimilazione al peggio – si dilettava di mazzette. Ebbene, con un linguaggio ancor più avvitato, l’ex antimafioso Lumia ha spiegato: “È il frutto di un sistema consociativo che ci voleva relegati all’opposizione, ai margini, abilitati agli scambi sotto banco, legali o illegali, fuori da ogni decisione istituzionale in grado di incidere sulla Sicilia. L’ordine delle cose garantito dai democratici all’opposizione. Oggi non è più così e pare che qualcuno si senta orfano di questa fruttuosa emarginazione”. Ora, a parte che non si capisce un cazzo di quello che ha detto e ci vorrebbe un volontario coraggioso (si rischia la neuro) che ne facesse l’esegesi, e a parte che Vitrano le bustarelle le ha prese ora che il Pd è al governo della Sicilia (e sarebbe il caso di ricordargli che c’è andato grazie al gioco delle tre carte e non certo per avere preso una valanga di voti), cosa vorrebbe dire Lumia? Che ora il Pd non è più ai margini del sistema consociativo ma ne fa parte a pieno titolo, mazzette comprese? Finalmente un po’ di sincerità! O vuole dire che prima gli scambi li doveva fare sottobanco e ora che è al governo con il dittatore Lombardo – uno che non teme né le urne né i magistrati – li può fare alla luce del sole? Evviva! Questa sì che è la casa delle libertà. O, se preferite, la città del sole immaginata da Tommaso Campanella o ancora, per il candido Lumia, il migliore dei mondi possibili.
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