Io mi sono messa una sciarpa rossa che mi era appena stata regalata e mi sentivo come Linus quando la sua coperta se la avvolge intorno al collo pur di portarsela dietro. Un’altra compagna aveva un foulard. Rosso. Un compagno intorno al collo aveva uno straccetto, poco più di un nastro. Rosso. Un altro si era organizzata una cosa più sofisticata: un triangolo di stoffa da bandiera – rossissima – chiuso da una coccarda tricolore che lo faceva sembrare un vecchio partigiano (un vecchio partigiano non è mai un partigiano vecchio, perché i partigiani hanno sempre negli occhi la luce giovane dell’utopia).
Noi ci siamo dovuti andare così alla manifestazione in difesa della Costituzione a Catania, perché qualcuno ha infangato le bandiere di partito e qualcun altro non ne vuole più vedere in giro, perché pensa che siamo tutti uguali. Abbiamo rispettato le indicazioni, ma ci sentivamo spaesati. Perché, per colpa di qualcuno, tutte le bandiere di partito devono essere bandite? Perché si deve fare passare l’idea che ormai si possa manifestare indossando un pullover viola, una sciarpa gialla, un ombrello a pois, tutto ma non una bandiera rossa? Io non mi vergogno della mia bandiera rossa che mi avvolge e mi protegge come la coperta di Linus fin da quando ero ragazzina e che continua ad emozionarmi come un grande amore, né la mia identità nazionale italiana (per quanto io senta più come mia patria il mondo e ritenga che qualunque cosa accada nel posto più remoto del mondo mi riguardi) viene inficiata dalla mia identità comunista. E’ come se mi dicessero che per manifestare devo rinunciare alle mie lentiggini. Io sono io con le mie lentiggini, un altro è lui con i suoi occhi azzurri, ma questo non ci impedisce di manifestare per valori comuni e nessuno ci chiede di avere occhi e capelli dello stesso colore o, peggio, senza colore, per scendere in piazza.
Quanta ipocrisia in questo manifestare senza bandiere di partito. Alla manifestazione ieri c’erano pure quelli che non hanno il senso della vergogna, quelli che sostengono un governo guidato da un frequentatore di mafiosi, quelli la cui tessera sbiadita ha la stessa anima di una carta di credito (cioè nessuna): quando sentono aria di campagna elettorale escono come le lumache dopo la pioggia, strisciano e sbavano. Sono quelli che la loro bandiera è meglio se non la espongono.
E c’erano anche quelli che alimentano l’incazzatura indiscriminata e irrazionale e bandiscono le bandiere con l’obiettivo di convogliare il malessere sotto la bandiera con la faccia dell’uomo qualunque.
Per fortuna, però, come accade sempre più spesso e persino a Catania che sembrava in coma irreversibile, c’era una sacco di gente a manifestare in difesa della Costituzione e c’erano facce mai viste alle manifestazioni.
A un certo punto, con i compagni ci siamo messi a leggere fra di noi gli articoli della Costituzione.
Articolo 1: l’Italia è una Repubblica democratica fondata sul lavoro....CASSATO.
Articolo 3: Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali....CASSATO.
Articolo 9: La Repubblica promuove lo sviluppo della cultura e la ricerca scientifica e tecnica...CASSATO
Articolo 11: L'Italia ripudia la guerra come strumento di offesa alla libertà degli altri popoli e come mezzo di risoluzione delle controversie internazionali....CASSATO.
Articolo 21: Tutti hanno diritto di manifestare liberamente il proprio pensiero con la parola, lo scritto e ogni altro mezzo di diffusione.
La stampa non può essere soggetta ad autorizzazioni o censure....CASSATO
Eccetera. Li hanno già cancellati tutti e hanno cominciato proprio dai principi fondamentali, quelli che sembravano intoccabili. Loro – B&B, Bossi e Berlusconi - l’hanno fatto. E dev’essere per questo se ormai nelle piazze a manifestare in difesa della Costituzione c’è gente che non si era mai vista. Perché forse, all’improvviso e inconsapevolmente, gli è riaffiorata alla memoria la frase di un comunista, Umberto Terracini (che - il 27 dicembre 1947, insieme al Capo dello Stato e al Presidente del Consiglio – mise la sua firma in calce alla Costituzione della Repubblica italiana appena riemersa dalla dittatura fascista): “L’Assemblea ha pensato e redatto la Costituzione come un patto di amicizia e fraternità di tutto il popolo italiano, cui essa la affida perché se ne faccia custode severo e disciplinato realizzatore”.
Ecco, ieri quella gente che non ha mai partecipato a una manifestazione è scesa in piazza a farsi “custode severo” di quel patto, alla cui stesura i comunisti – quelli delle bandiere rosse – hanno partecipato da protagonisti.
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