sabato 30 marzo 2013
Ho vissuto Ustica
"Intanto io ho vissuto Ustica".
Ustica è una cosa che ti risucchia da dentro. Parte dal cuore e arriva alla pelle, in pochi secondi. Io Ustica l'avevo vissuta già due anni prima che accadesse. La notizia arrivò prima di sapere che mia sorella, mio cognato e la bambina quel volo per Palermo non l'avevano preso.
Ieri quella bambina ormai mamma aspettava all'aeroporto di Roma sua madre e suo figlio, quando su un monitor al posto dell'ora di arrivo dell'aereo è apparsa la scritta "cancelled". Qualcosa ti risucchia da dentro. Cominci a chiedere in giro, al banco informazioni ti confermano che il volo è stato cancellato, eppure era partito... continui a informarti, fino a quando ti dicono che no, che si erano sbagliati. Nel frattempo sul display appare un'altra scritta: "landed".
"Intanto io ho vissuto Ustica", mi dice Elena. E io con lei.
Ma dico, ma si può? Si può essere così superficiali? Si può rischiare così, aggratis, di provocare un infarto a qualcuno? Si può essere così inetti? Ma immagino che non sia previsto un risarcimento danni da inettitudine.
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