lunedì 11 marzo 2013

Compitazione politica

Nella sala d'attesa del reparto di Radiologia del vecchio ospedale Garibaldi di Catania c'è un televisore che trasmette i cartoni. Ho visto un signore più o meno cinquantenne (dunque di quella generazione che la scuola l'ha fatta, per obbligo) appassionarsi a guardarli; poi, quand'è apparsa la scritta finale - Barbapapà -, con quelle sue lettere panciute e sbilenche, lui ha cominciato a muovere le labbra e a compitare ad alta voce come i bambini in prima elementare: b - a - r - b. Ma lì si è fermato. Cioè, ha fatto l'esatto opposto di quello che fanno i bambini quando, alla quarta lettera, si rendono conto che si tratta di una parola a loro nota e la sdrucciolano in picchiata. Mi sono guardata intorno ad osservare la composizione sociale di quanti affollavano quella sala: ottantenni (anagrafici o psicologici, certamente non gli ottuagenari delle nostre ricche e colte case, scolarizzati o laureati che smanettano con i computer con la dimestichezza di un ventenne) e mamme bambine che, gli uni e le altre, parlavano in dialetto stretto e non capivano le semplici indicazioni in italiano fornite da due impiegate stranamente comprensive e costrette a traduzione simultanea in siciliano. Ora a parte Grillo e la "Rete", nuova divinità da scrivere con la maiuscola (che, delle due l'una: o questi non fanno parte di quel 25% che lo ha votato o, se l'hanno fatto, ho qualche difficoltà a pensare che la loro sia stata una scelta consapevole), credo che ciascuno di noi saccenti analisti politici di sinistra - bravi (?) ad esaminare dati, exit poll, instant poll, percentuali e menate varie - dovrebbe cimentarsi almeno una volta nella vita nell'osservazione di questa varia umanità. Forse qualche dubbio ci verrebbe. Metto in fila i primi tre (ma non ci vuole un concorso di idee per arrivare a tremila): 1) siamo sicuri che questi a votare ci siano andati o che sapessero che c'erano le elezioni? 2) siamo sicuri che noi con queste persone ci sappiamo parlare? 3) siamo sicuri che con queste persone abbiamo mai provato a parlare? Ho il sospetto che siamo ancora (o di nuovo) a quella fase, alla compitazione: p - o - l - i. E lì ci fermiamo. Forse i veri analfabeti siamo noi.

1 commento:

  1. Il piano P2 ha funzionato a meraviglia, rendendo, col controllo della televisione, l' italiano medio completamente rincitrullito, oltre che analfabeta.

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