giovedì 21 marzo 2013
Riformatorio sanitario
Laboratorio di analisi: Signora, con la ricetta viene 25 euro, senza 20.
Come? Ho sentito bene? Mi avvicino a costo di violare la privacy, per sentire meglio la conversazione fra l'analista e la paziente.
E' così, me lo confermano quando viene il mio turno. Se lo fa con la prescrizione del medico, paga dieci euro a ricetta, "senza fare niente". Quattro ricette, quaranta euro: senza fare niente. Se non ha problemi, non ha assicurazioni.... va bene, mi avete convinta. Anche se non m'illudo che lo facciate per il mio bene: nessuna traccia del mio passaggio in laboratorio e soldi cash.
E qualche giorno dopo mi ritrovo in una sede dell'Asp (chissà perché per anni non vedo un medico nemmeno da lontano e poi, per me o per accompagnare altri, recupero tutto in pochi giorni, gastrite compresa): dei due ascensori ne funziona uno solo, che è come dire che non c'è l'ascensore perché è sempre occupato; sulle porte degli ambulatori a stento c'è la specializzazione scritta con la stampante su un foglietto ma non il nome del medico, a meno che qualcuno particolarmente scrupoloso non si sia stampato un biglietto fai-da-te; tralascio che l'eliminacode è l'artigianale "Chi è l'ultimo?", tralascio l'attesa interminabile e tralascio pure il medico maleducato che non ti guarda nemmeno in faccia a mo' di cenno di saluto quando entri; vado a fare una visita alle toilettes.
Ammesso che si possano chiamare così. Dunque: uomini e donne è scritto con un pennarello, scritto, cancellato e riscritto; il contenitore per le salviette è divelto; nel portacartaigienica manca la materia prima; e tutto ha un colore marroncino diffuso, enfatizzato dall'odore altrettanto marroncino.
E questa sarebbe la riforma sanitaria? Più che una riforma, mi pare un riformatorio.
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