domenica 27 gennaio 2013

Italiani in pista

A volte mi chiedo se i miei colleghi si rendono conto della gravità delle cose che dicono. E quelle volte mi trovo a sperare che ci sia il dolo dietro le loro parole, ché almeno ti puoi incazzare, perché se fosse stupidità sarebbe disarmante. Per quanto il dolo di una notizia drogata in una radio, un giornale o una tv che dovrebbe essere di sinistra, durante la campagna elettorale, può significare solo una cosa: che hanno preso i soldi. E ti fa incazzare doppiamente. La frase di oggi, scelta come titolo di una notizia (e noi sappiamo bene che la gente spesso ascolta e/o legge soltanto i titoli), è questa: "Alla faccia della crisi, gli italiani tornano in pista". La reazione immediata è di dubbioso smarrimento: "Cazzo, e io dov'ero? Cos'è successo mentre ero assente? Ma davvero Monti (con il Pd che ha governato con lui ed è il partito di riferimento di quella radio) alla fine ce l'ha fatta a rimetterci in sesto?" Dopo di che ci spiegano che gli italiani in questione sono quelli che normalmente vanno a sciare. Che - anche se non vorrei cedere a generalizzazioni - non è che siano esattamente quelli con le pezze al culo: di solito hanno un paio di stipendi di tutto rispetto e qualche chilo di pigne in testa. Insomma questi non c'erano andati più e tu subito pensi che è vero che la crisi ha colpito tutti. Ma arriva l'intervista rivelatrice. No, non - come si potrebbe pensare e sarebbe logico - a un sociologo che spieghi il fenomeno oppure al presidente di Confcommercio di una regione o a quello degli albergatori di una provincia montagnarda che suffraghi la tua tesi con dati e statistiche, ma un maestro di sci. Che spiega due cose semplici semplici: gli italiani (cioè sempre quelli con i soldi che non hanno mai smesso di averli) sono tornati "in pista" perché è nevicato e perché c'è il sole. Ergo: non c'erano andati unicamente perché non c'era la neve, che sarebbe l'elemento essenziale per andare a sciare. Non so com'è, ma questa storia mi ricorda un tizio che mentre gli italiani (quelli veri) già rovistavano nei cassonetti alla ricerca di resti di cibo, sosteneva che i ristoranti erano pieni e per comprare un biglietto aereo dovevi fare la fila.

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