Ci sono due notizie (e forse ne aggiungerò una terza), uscite in questi giorni, che mi fanno pensare a un “disegno” del governo Berlusconi: una sorta di epurazione per lasciare in giro soltanto ignoranti, spettatori di soap-operas o sit-com e seguaci di tg senza notizie (che sembra un ossimoro, ma in quest’Italia all’incontrario non ci si stupisce più di niente) da manipolare a piacimento.
La prima notizia – che ormai non è più una notizia, perché ci siamo abituati, e questa forse è la cosa più spaventosa - è che anche il prossimo anno scolastico (il terzo consecutivo) sarà caratterizzato dai tagli voluti dal ministro Gelmini per favorire le scuole dei preti e i diplomifici. E forse prima o poi i diplomi li venderanno nei centri commerciali: si troveranno negli scaffali, fra gli assorbenti e i kleenex, al posto della carta igienica. Tanto, per fare carriera (nel senso della strada), cioè – secondo i loro parametri - per diventare parlamentare, è sufficiente essere zoccola. Così come per essere zoccola (che oggi sembra la massima aspirazione possibile) è sufficiente essere parlamentare. E’ reversibile. Ma torniamo ai numeri di quei tagli, cioè l’aspetto più raccapricciante: in tutta Italia la scuola pubblica dovrà fare a meno di 19.700 insegnanti e la regione più penalizzata – secondo quanto reso noto dalla Flc Cgil – sarà la Sicilia, dove resteranno a casa più di 2.500 docenti, compresi quelli della scuola primaria e dell’infanzia. Vuol dire – come ha detto il segretario della Flc siciliana, Giusto Scozzaro – che “vengono meno le condizioni minime per garantire il diritto allo studio”, ma vuol dire anche che le giovani mamme, già costrette a fare i conti con i gravi problemi di disoccupazione dell’Isola, non potranno nemmeno provare a cercarlo un lavoro se non potranno mandare i bimbi al nido e dovranno, come sempre, occuparsene in prima persona. “I fimmini, a casa”, come si diceva una volta (e si continua a pensare tuttora) qui da noi.
E, a proposito di disoccupazione, la seconda notizia (anche questa, ormai, una non notizia, ma una giaculatoria che si ripete stancamente e con rassegnazione) è che in Italia la disoccupazione giovanile tocca il tasso altissimo del 30% - mentre Berlusconi si occupa di scrivere leggi per salvarsi dalle leggi e non un solo provvedimento è stato adottato dal suo governo per incentivare il lavoro – con una punta insostenibile del 43% per la Sicilia. Altro che tsunami dell’emigrazione! Lo tsunami dell’emigrazione non è (solo) quello dei tunisini talmente disperati da scegliere per il loro approdo la più disperata delle regioni italiane, ma quello dei giovani italiani – e siciliani in particolare – obbligati ad andarsene: giovani ricercatori universitari, giovani docenti, giovani registi, giovani letterati, giovani qualificati, con la prima e anche la seconda laurea, giovani colti, teste pensanti, che questo governo vuole – proprio come gli immigrati – “fora dai ball”. Fosse per loro, per questo governo, li imbarcherebbero tutti, gli uni e gli altri, e li farebbero scaricare in mare come un carico di pesce marcio.
Il “disegno”, nell’uno e nell’altro caso, è chiaro: meno scuola pubblica, meno insegnamento qualificato, meno studenti preparati, meno laureati teste pensanti, meno figli di operai che “pretendono” (secondo Berlusconi e i padroni) di diventare ingegneri o medici, meno gente che vota dall’altra parte, meno oppositori.
E chissà che non sia finalizzata anche a questa epurazione (ed ecco la terza notizia) la presentazione di un disegno di legge per cancellare la disposizione transitoria e finale della Costituzione italiana che vieta la ricostituzione del partito fascista. Così, passo dopo passo, prima ricostituiscono il partito fascista, poi lo dotano di olio di ricino e riprendono con tutto il loro repertorio. Ci manca solo che facciano un altro pacchetto di leggi razziali, ed è fatta.
Anzi, già che ci sono, potrebbero anche decidere una bella sterilizzazione di massa, come si fa con i cani randagi e i piccioni di piazza San Marco, per impedire ai “comunisti” (termine che comprende dai neri ai magistrati, agli studenti universitari e a tutti quelli il cui cervello non si è ancora atrofizzato) di riprodursi. Ma sì, tutti fora dai ball: che loro possano continuare nel loro perenne carnevale di Rio e calpestare ogni tipo di regola come fosse uva da mosto.
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