martedì 7 gennaio 2014

Tradizione


Ora che è finito il delirio diabetico delle lucine, delle canzoncine, delle letterine, dei bacini, dei regalini, lo possiamo dire che queste feste hanno rotto i coglioni?
Sì, va bene, lo so: la mamma ci tiene, la nonna si offende, la zia ci resta male e poi ci sono i bambini, lo facciamo per i bambini. Ah, sì? Lo facciamo per i bambini di educarli (?) all'ipocrisia di abbracciare e sbaciucchiare lontani parenti di cui non ricordano nemmeno il nome e che anzi gli stanno proprio sul culo?
Dicono: è tradizione. Sì, certo, è tradizione. Nel Medio Evo - per dire - lo jus primae noctis era tradizione. Era uno stupro e lo chiamavano tradizione e addirittura legge. E comunque, le tradizioni nei decenni e nei secoli cambiano, si adattano ai tempi, al comune senso del pudore, ai progressi tecnologici, alla congiuntura economica.
Questa no, non c'è verso. E allora vorrei proporre una mediazione, che tenga conto del momento, cioè di un mondo di senza lavoro di tutte le età: se (in questo Paese in particolare) proprio non riuscite a fare a meno di camuffare da afflato religioso il legittimo bisogno di vacanze invernali, potreste almeno evitare il post? Chiarisco: potreste almeno evitare la tradizione dell' "uffa, che palle, domani si torna al lavoro"?
Lo dico per voi, per il vostro bene: perché a chi il lavoro non ce l'ha, quelle stesse palle potrebbero girargli a sentirvi lamentare e potrebbe sentire l'irrefrenabile bisogno di sferrarvi un pugno in faccia.
Io ho ancora qualche ricordo lontano: qualche collega insopportabile, uscire all'alba quando fuori c'è il gelo, un apprendista completamente cretino e refrattario all'apprendimento, il mal di schiena, guardare il sole da una scrivania, dover stringere i denti-deglutire-contare fino a dieci per non mandare affanculo il braccio armato del padrone arrogante, prepotente e presuntuoso.... e però, insieme, un altro collega che è come un fratello, un apprendista che ti ascolta ammirato, i complimenti per un lavoro ben svolto, persino qualche innamoramento.... è la vita.
Se non ve ne foste accorti, il lavoro e la vita sono sinonimi. Non dite "uffa, che palle, domani si torna al lavoro". Direste mai "uffa, che palle, domani si torna alla vita"?

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