sabato 25 gennaio 2014

Elpidio?


- Nonno, ti ricordi Enrico?
- Chi, Erminio?
- No, Enrico.
- Ah, Elpidio.
- No, nonno: Enrico, E N R I C O.
- Ah, Enrico! Certo, e non c'è bisogno che strilli: CI SENTO BENISSIMO!

Bilancio di una mattinata, a Catania, passata a raccogliere firme per chiedere l'intitolazione di una strada ad Enrico Berlinguer. A parte i soliti che vedono la bandiera rossa e scappano a gambe levate e gli altri soliti che ritengono il Pd sinonimo di sinistra (e quindi, doverosamente, ci insultano), il risultato è che i giovani non sanno di chi stiamo parlando - mai sentito, mai "coverto" - e gli "anziani", infinita generazione che va dai cinquantenni ai novantenni, fanno fatica a ricordarsene. Ma come è stato possibile che in un ventennio si sia cancellato quasi un secolo di storia? Come se qualcuno avesse fatto a questo Paese un'operazione chirurgica per asportare un tumore. Però hanno tolto la parte sbagliata, quella sana.
Enrico Berlinguer. Glielo devi ripetere tre volte, un po' perché non sentono e un po' perché fingono di non sentire per prendere tempo. Si estraniano, strizzano gli occhi per mettere a fuoco, frugano nella memoria e alla fine lo tirano fuori: Enrico Berlinguer, sì, certo! E alla fine firmano. "Persona onesta" è la motivazione ricorrente (e consolatoria: vuol dire che c'è ancora chi conosce la parola onestà). Qualcuno, scavando nelle macerie dei suoi ricordi, lo rimpiange insieme a una schiera di politici della stessa generazione, praticamente una squadra di calcio, senza distinguere un brocco da un cavallo: comincia con Togliatti, Pertini, Moro, prosegue con De Gasperi, rotola giù nel precipizio fino a Scelba e Craxi. Almeno ha inquadrato il periodo storico. E comunque fa riflettere sul fatto che i politici di oggi facciano rimpiangere i politici di ieri, persino i peggiori.
Firmano gli intellettuali, firmano i compagni che non fanno più politica perché si sono rotti i coglioni della nostra litigiosità, passa qualche grillino e firma senza esitazioni. La prima a firmare, però, è una ragazza con un cognome pieno di X e di Y: giovane, "straniera", italiana nata a Sassuolo e residente a Catania. Forse a salvare l'Italia saranno quelli che ne conoscono la storia: gli italiani di seconda generazione.

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